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Pietrasanta, la battaglia di mamma Maria Luisa: «Mia figlia travolta e uccisa. Ora dico: guidate prudenti»

di Matteo Tuccini
Pietrasanta, la battaglia di mamma Maria Luisa: «Mia figlia travolta e uccisa. Ora dico: guidate prudenti»

Il 26 settembre la sua Valentina avrebbe compiuto 37 anni, se il suo sorriso non fosse stato spento per sempre quella notte sul lungomare di Focette

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Marina di Pietrasanta Il 26 settembre la sua Valentina avrebbe compiuto 37 anni, se il suo sorriso non fosse stato spento per sempre quella notte sul lungomare di Focette. «Era il 19 maggio del 2013 – ricorda Maria Luisa Secchi, viareggina, madre di Valentina Prisco – Un’auto guidata da un trentenne che aveva appena festeggiato il compleanno in discoteca me l’ha portata via. È morta il giorno dopo. Da allora il dolore non mi abbandona mai, né di giorno né di notte».

Maria Luisa, nel dolore, è rimasta una donna caparbia e resistente. All’apparenza non c’è niente che la fermi. «In tutti questi anni – spiega – mi sono battuta, e continuo a battermi, per la sicurezza stradale. Voglio dire ancora una volta, nei giorni in cui Valentina avrebbe festeggiato il compleanno, che non bisogna mai mettersi alla guida di nessun mezzo, se non si è in condizione di farlo. Vale per le auto e le moto, ma anche le biciclette e i monopattini. Ogni giorno – dice la donna – vedo persone che parlano al telefono mentre sono al volante, leggo di incidenti causati da guidatori in stato di ubriachezza, drogati o disattenti. Perché controllano Whatsapp o mandano messaggi sul cellulare. Persone che non rispettano le regole della strada, che parcheggiano in maniera da rendere pericoloso il transito. Non riesco a farmene una ragione. Ho visto persino un monopattino con tre a bordo: ma si può?».

Maria Luisa, infatti, non riesce a non pensare «a tutta quella gente che cammina in strada ignara, o che guida con grande disciplina, e che può essere ferita o uccisa a causa di comportamenti irresponsabili. Sono passati nove anni dalla tragedia che mi ha colpito e che non dovrebbe ripetersi mai più. Questo è il mio obiettivo: far capire che certi comportamenti devono finire, una volta per tutte».

Maria Luisa è stata tra le principali sostenitrici dell’omicidio stradale, ma oggi si dice delusa: «Non mi sembra che abbia portato a pene giuste». A Focette, dov’è stata investita Valentina, c’è una scultura in onore delle vittime della strada: «Ma è stata imbrattata di recente, da persone senza rispetto e dignità. E ho dovuto pulirla da sola. Non mi sembra che l’amministrazione comunale faccia fino in fondo il suo dovere per tutelare l’opera e il ricordo di chi ha perso la vita in questo modo».l


 

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