Calcio: Serie B
In Versilia 1.400 euro per una catalana: i clienti del ristorante sporgono denuncia
Sorpresa spiacevole al termine di un pranzo di compleanno al ristorante di uno stabilimento balneare. Parla l'avvocato dei commensali
Cenare dalle parti del mare, in Versilia, può costare caro. Molto caro. Sai che novità, potrebbe obiettare qualcuno: vuoi però mettere le location esclusive, il rumoreggiare eterno delle onde a due passi da te, il servizio di qualità eccelsa magari con il vicino di tavola che è il personaggio da copertina che sbirci ogni giorno sul piccolo schermo. Insomma chi va a fare serata in alcuni locali del litorale che si allunga da Forte dei Marmi a Torre del Lago sa di dovere portare in dote, al momento del conto, un portafoglio decisamente generoso. Che è più o meno quello che avevano preventivato un gruppo di amici nel fine settimana del 2-3 luglio, quando hanno fatto tappa in uno stabilimento balneare della costa: calici al cielo, “tanti auguri a te, tanti auguri a te”, baci e abbracci, ma poi, proprio ad epilogo del compleanno ecco arrivare lo scontrino e la catalana appena degustata, buona per carità, diventa inesorabilmente indigesta per i commensali in festa.
«Il conto complessivo pari a 2. 200 euro ha fatto sobbalzare un po’ tutti anche perché proprio per la catalana i miei clienti hanno dovuto pagare 1. 400 euro. Catalana così composta: quattro aragoste, di neanche un chilogrammo complessivo, distribuite su due piatti arricchite da scampi, qualche vongola, frutta e verdura. Quello che contestiamo è la consistenza del pescato e, di conseguenza, il prezzo – commenta il legale del gruppo di amici –. Abbiamo provato a fare chiarezza con la direzione del locale, ma non c’è stato niente da fare: dicono che il peso delle aragoste era, complessivamente di circa cinque chili e 200 grammi. Questa è la loro versione: ne prendiamo atto, ma basta vedere il video che allegheremo alla denuncia, che quanto da loro affermato non sta in piedi. Perché questa vicenda, sia chiaro, finirà in tribunale». È lapidario, con le sue parole, l’avvocato con cui Il Tirreno ha parlato nella giornata di mercoledì 6 luglio a commento dell’episodio andato in scena, lo scorso fine settimana.
Episodio in scia alla rumorosa movida che fa da cornice alla nobile costa versiliese. «Sia chiaro, i miei clienti, che avevano prenotato in questo stabilimento – prosegue lo stesso avvocato – per festeggiare un compleanno, non contestano il tariffario in generale e non vogliono entrare nel dettaglio delle singole voci poi ritrovate sullo scontrino. Quello che non va bene, lo ripeto, è quanto hanno fatto pagare per questa catalana e ovviamente la consistenza del pescato non commisurata al suo valore economico».
Evaporata la festa la comitiva ha comunque messo mano al portafoglio, pagato il conto alla direzione del locale per poi appunto affidarsi al proprio legale di fiducia per le valutazioni del caso. Ma, come da premessa, la Versilia con le sue vetrine culinarie di lusso, con i suoi bagni sempre più inclini alla ricercatezza dell’esclusività, hanno derogato da tempo alla voce tariffe. E il cliente, danaroso, non esita a tuffarsi in tutta questo ostentare.
Qualche settimana fa, giusto per fare qualche esempio, un cliente russo – ce ne sono molti in terra di Versilia in questo periodo nonostante il conflitto in corso, restrizioni e problematiche di vario genere – nel breve volgere di due giorni ha speso circa 50mila euro fra cene, bevute, ospitate e bagni di sole in una nota discoteca di zona. 50mila euro e qualche spicciolo ad essere precisi. «E al momento del conto ha pagato senza battere ciglio, anzi ringraziandoci per l’ottimo servizio proposto», fanno sapere dal locale.
Un caso isolato? Macché: c’è la fila, ad esempio per appropriarsi delle tende migliori su spiaggia in alcuni stabilimenti balneari di Forte dei Marmi e Marina di Pietrasanta dove una stagione, da giugno a settembre, vista mare può costare fra i 18 e i 22 mila euro. E ancora: nei giorni più caldi dell’estate sostare in alcuni stabilimenti per una sola giornata costa anche fino a 1.000, 1.200 euro: tenda, sdraio, asciugamani, servizi, mille comodità, ma il mare, alla fine, è sempre lo stesso dello stabilimento accanto dove si paga, forse, neppure un decimo di quanto richiesto al cliente più esigente.