Il Tirreno

Versilia

Lorenzo Viani e la benedizione del mare

Lorenzo Viani e la benedizione del mare

L'artista nacque il 1 novembre 1882 e morì il 2 novembre 1936

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 VIAREGGIO.  Lorenzo Viani è nato a Viareggio il 1 novembre 1882, in via della Fornace oggi via Indipendenza, poco distante dalla prima darsena viareggina.  Muore il 2 novembre 1936, giorno dei Morti, ad Ostia dove era andato per realizzare una serie di dipinti nelle sale del Collegio IV Novembre, la cui inaugurazione era prevista il 4 novembre. In una lettera alla moglie Giulia, Viani così descrive questo suo ultimo lavoro: "Ho quasi terminato il salone centrale lavorando come un titano del rinascimento, uomini, barche, moli e bastimenti saettano dal mio pennello nerboruto. Credo di aver affidato, con salde opere il mio nome ai secoli futuri".  L'intimo rapporto di Viani con il mare, con la realtà di fatica, dolore e morte che caratterizzava la quotidianità di vita e di lavoro della marineria velica viareggina, spinto fino a stabilire con questo mondo una forte comunanza di affetti, è il filo conduttore di tutta la sua opera artistica e letteraria, ed è sintetizzato nella grande tela "Benedizione dei morti del mare".  L'opera realizzata negli anni 1913/16, racconta dell'usanza di benedire, il giorno dei Morti, il mare per ricordare ed onorare le molte vittime perite fra i flutti, le cui spoglie giacciono, senza il conforto di una croce, nel cimitero sterminato del mare.  Il quadro, acquistato dall'Amministrazione comunale di Viareggio nel 1925, per la somma di lire 12.000, è una grande tela di cm 192 x 394, dipinta in uno stanzone in via della Foce, dove Viani "dormiva su un giaciglio di paglia".  Nel quadro, il mare costituisce lo sfondo della composizione, taglia con la sua linea di orizzonte tutta l'impostazione dell'opera.  Al centro della tela emerge luminoso Il Volto Santo, perno di tutta la composizione, ed ai lati gli stendardi, o meglio le bandinelle da processione.  Intorno al Volto Santo una moltitudine di gente, le vedove del mare che inginocchiate sulla fredda rena si "umiliano". E' una massa indefinita, una rappresentazione corale di dolore muto, altamente drammatica.  Il primo gruppo, partendo dalla sinistra, è composto da quattro donne, una delle quali stringe al petto un bambino ancora in fasce.  Negli studi preparatori il gruppo rappresenta il "Vicinato", che nel tessuto sociale di Viareggio costituiva una forma di mutuo soccorso, una primitiva assicurazione contro la mala sorte che era sempre incombente sull'esistenza della gente di mare.  Il secondo gruppo è formato da una donna ed un uomo, teneramente e disperatamente abbracciati, quasi a formare una sola massa. Nei lavori preparatori è indicato come "Il naufrago" o "Il superstite".  Al centro del quadro, sotto la luce del "Volto Santo", vi sono alcune donne inginocchiate che tengono tra le braccia due bambini.  Il gruppo sembra disperdersi nello sfondo per venire assorbito dalla folla anonima inginocchiata ai piedi dei segni della fede.  L'altro gruppo che segue rappresenta la "Cattiva notizia". Tre donne, come collegate insieme dal movimenti delle loro braccia, si ergono maestose, i loro corpi hanno una qualche nota di bellezza, severi, racchiusi nelle loro vesti nere che sembrano quasi abiti sacerdotali. I visi, la compostezza dei movimenti denotano l'attitudine al dolore, la capacità di racchiudere nell'intimo le pene, la consapevolezza del loro ruolo in una storia di cui conoscono già il finale tragico che non può essere cambiato. L'ultimo gruppo che chiude la composizione è quello de "L'offerta".  Una coppia, marito e moglie con quattro bambini: due sono fra le loro braccia, uno è tenuto da una bambina già grandicella. Rappresenta il tributo di vite umane che ogni famiglia di marinai faceva al mare quando metteva al mondo una nuova creatura. Il volto del bimbo è un autoritratto di Viani in tenera età, il modo dell'artista per partecipare al destino di quella che sente come la sua gente. Tutta la composizione ha qualcosa di magico, è la rappresentazione di un dramma universale, un messaggio dove vita e morte sono estremi della stessa catena che l'artista, con il suo originale linguaggio espressivo, ha racchiuso in una grande tela che è capolavoro d'arte, ma anche "fonte storica".  Paolo Fornaciari
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