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Toscana in piazza per l’Europa e contro Trump. E intanto Musk mette nel mirino il consolato a Firenze

di Francesca Ferri

	3 marzo 2022: Firenze scende in piazza per sostenere l’Ucraina
3 marzo 2022: Firenze scende in piazza per sostenere l’Ucraina

Ampi consensi per la proposta di una mobilitazione pro Ucraina e Ue

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La mobilitazione per scendere compatti in “Una piazza per l’Europa”, lanciata dall’editorialista di Repubblica Michele Serra, trova l’adesione della Toscana. Che non accetta di stare a guardare davanti alle immagini del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e del suo vice, JD Vance, che minacciano e cacciano il presidente dell’Ucraina Volodymir Zelensky, arrivato a Washington per siglare un accordo sulle terre rare che sarebbe dovuto essere il preludio a un successivo passo verso la fine della guerra nell’Ucraina, innescata dall’aggressione della Russia tre anni fa. Era proprio il marzo 2022, poche settimane dopo l’invasione russa, quando a Firenze si radunarono 20mila persone per una manifestazione di solidarietà al popolo ucraino. La proposta, oggi, di Serra è di scendere in piazza per dimostrare che l’Europa c’è, e reagisce, di fronte al trattamento riservato al presidente di quel popolo.

La proposta di Giani

E forse anche ricordato il fiume di solidarietà del marzo di tre anni fa, il presidente della Regione, Eugenio Giani, ieri pomeriggio ha raccolto e rilanciato – attraverso i propri social – la proposta della presidente dell’Istituto universitario europeo di Firenze, Patrizia Nanz, che venerdì, appena pubblicato on line il fondo di Serra, aveva suggerito di organizzare la manifestazione a Firenze.

L’idea di Funaro

Poi l’intervento della sindaca di Firenze, Sara Funaro. Che al Tirreno specifica: «Non importa in quale città si faccia la manifestazione: l’importante è il messaggio ed essere tutti insieme. E ovunque verrà deciso di organizzarla, Firenze ci sarà con il proprio gonfalone». Una presenza che da sola porta la vicinanza di un’intera regione, la Toscana, da sempre amatissima dagli americani. E di una città, Firenze, che è quella “più a stelle e strisce” d’Italia.

Consolato a rischio

Eppure anche per l’“americana” Firenze con l’avvento di Trump il vento potrebbe cambiare. Con la scusa della spending review messa in atto da Elon Musk – il cui ruolo è quello di consulente del presidente degli Stati Uniti per il taglio delle spese delle agenzie federali – il consolato fiorentino è finito in una black list e potrebbe essere chiuso. È quanto scrive il quotidiano statunistense Politico: Trump, spiega il giornalista Nahal Toosi, «vuole ridurre drasticamente il Dipartimento di Stato, lasciandolo con meno diplomatici, un numero inferiore di ambasciate e un mandato più limitato» con l’obiettivo di «tagliare o eliminare uffici che promuovono le tradizionali iniziative di soft power, come quelle che promuovono la democrazia, i diritti umani e la ricerca scientifica». Oltre a quello di Firenze, secondo Politico l’amministrazione americana vorrebbe chiudere anche i consolati di Rennes, Lione, Strasburgo e Bordeaux, in Francia, di Dusseldorf, Lipsia, Amburgo in Germania e di Ponta Delgada in Portogallo.

«Danno agli americani»

«Spero che non ci facciano lo scherzo di chiuderci il consolato – dice la sindaca Funaro – Chiaramente sono ipotesi circolate. Ma se la notizia fosse confermata sarebbe un atto grave, primo per la storicità del consolato, che è secolare, e poi per il rapporto della città con gli Stati Uniti».

Gli statunitensi ci sono stati in passato: «Quando venne l’alluvione, i primi angeli del fango sono stati loro», ricorda Funaro. E ci sono anche oggi: «Pensiamo solo alle università americane che ci sono a Firenze e a tutti gli studenti che dagli Stati Uniti vengono a Firenze per studiare: chiudere il consolato significherebbe fare un torto prima di tutto ai cittadini americani». 

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