Menarini sventa la truffa del falso ministro Crosetto, allarme rosso per gli imprenditori
Anche alla segreteria del gruppo toscano della famiglia Aleotti è arrivata la chiamata-raggiro per avere dei soldi per “liberare giornalisti in Medio Oriente”
Salgono a tre le denunce degli imprenditori che si sono rivolti alla procura di Milano per denunciare di essere stati contattati dal gruppo di truffatori che usando il nome del ministro della Difesa Guido Crosetto hanno tentato raggiri milionari. A non cadere nella rete, ma a denunciare la tentata truffa, è stato un esponente della famiglia Beretta, a capo della multinazionale produttrice di armi, e il gruppo Menarini. La truffa telefonica era ben congegnata: i soldi venivano chiesti, sfruttando il recente caso di Cecilia Sala, per arrivare alla liberazione'', così sostenevano, di giornalisti rapiti in Medio Oriente. Tra i nomi dei contattati (non caduti nel tranello) c'è il gotha dell'imprenditoria e della finanza tra cui lo stilista Giorgio Armani, un esponente della famiglia Moratti, Marco Tronchetti Provera, l'amministratore delegato di Tod's Diego Della Valle e Patrizio Bertelli, marito di Miuccia Prada e presidente del gruppo.
I sospetti alla Menarini e la denuncia
La segreteria del gruppo farmaceutico Menarini, di proprietà della famiglia Aleotti, ha ricevuto una telefonata sospetta da un individuo che si presentava come collaboratore del Ministro Crosetto. L'interlocutore ha menzionato "questioni di sicurezza nazionale" e un'urgenza, assicurando che "la Repubblica ringrazierà". Tuttavia, data la posizione di Lucia Aleotti come vicepresidente di Confindustria, la segreteria ha ritenuto strano che lo staff del ministro non la contattasse direttamente, insospettendosi. Di conseguenza, i fratelli Aleotti sono stati informati e hanno prontamente denunciato l'accaduto alla procura di Firenze