Il Tirreno

Toscana

I nostri pelosetti amici animali

La seconda vita degli animali: storie a lieto fine

di Paola Silvi
La seconda vita degli animali: storie a lieto fine

Ci hanno tenuti col fiato sospeso e ora “vissero felici e contenti”

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La rinascita di un cane dopo violenze e abusi. Centinaia di giorni in attesa prima di veder avverare il proprio sogno che altro non è se non una cuccia morbida e tante coccole. Decine di gatti randagi che trovano una casa per la vita, che hanno la fortuna di incontrare persone speciali che dedicano un po’ del loro tempo libero a sfamarli e accudirli. E ancora lama e alpaca che diventano una famiglia e regalano un sorriso agli anziani spezzando qua e là le catene della solitudine e ai bambini che accarezzando la loro pelliccia e passeggiando al loro fianco si sentono felici. Cavalli che migliorano il benessere fisico, emotivo e sociale delle persone con disabilità. Una squadra di pelosi a quattro zampe che scodinzola fra i reparti di pediatria in diversi ospedali toscani, a cominciare dall’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, e che, come una vera e propria medicina prescritta dai dottori, aiuta i piccoli pazienti ad affrontare il dolore e a superare i momenti difficili della malattia. Eroi a quattro zampe che salvano dal mare in tempesta, testimonial di simpatia ma anche esempio di impegno e coraggio. Sono le curiosità, le vicende che accadono in ogni angolo della Toscana e non solo. Le storie vere che mostrano le diverse sfaccettature delle relazioni tra l'uomo e i suoi migliori amici del regno animale che Il Tirreno segue e racconta. Dall'Abetone a Grosseto, da Pisa a Pistoia fino alla Sardegna ne ripercorriamo tre, accadute proprio nell'ultimo periodo, che ci hanno tenuto con il fiato sospeso. Il meglio dei “pelosetti” insomma. Perché proprio come avviene tra le persone, le emozioni si condividono con l’animale e anche grazie all’animale. Tanto da creare a volte, lo spiega un’originale ricerca condotta in Finlandia, pubblicata su Scientific Reports, un’affinità che interessa la frequenza cardiaca così da consentire ai due cuori, quello dell’umano e del suo cane, quando esiste un feeling particolare, di ritrovarsi e battere all'unisono.

Mimì: migliaia di chilometri e 33 giorni di odissea prima di tornare a casa

Migliaia di chilometri percorsi e più di un mese lontana da casa. A girovagare tra le campagne di San Miniato, poi a Firenze, a Gambassi, a Castelfiorentino. Disorientata, Mimì, femmina di pastore maremmano di quattro anni, è inspiegabilmente fuggita da casa a Montecastello, piccola frazione collinare di Pontedera in provincia di Pisa ed è arrivata, correndo senza sosta, fino a Grosseto e ancora a Siena. Mentre i suoi proprietari, aiutati dai volontari del parco canile “La Valle incantata” e dell’associazione “Amici animali a 4 zampe” di Lajatico l’hanno cercata in tutti i modi possibili, pubblicando foto e post sui social, contattando chi potevano e andando a verificare ogni segnalazione ricevuta Mimì, spaventata, era inafferrabile. Settimane di grande apprensione per la sua famiglia umana che l’aveva adottata proprio dal canile di Lajatico che l’aveva accolta piccolissima, dopo un’infanzia di maltrattamenti e solitudine. Rinata grazie ai nuovi proprietari per la dolce cagnolona bianca era iniziata una seconda vita messa alla prova però da un’odissea lunga 33 giorni. Ma proprio quando sembrava non esserci più alcuna speranza, il lieto fine è andato in scena in un agriturismo grossetano dove i volontari sono riusciti a recuperarla e a riconsegnarla all’affetto della sua famiglia umana che non aspettava altro se non riabbracciarla.

Kate: la prima volta sulla neve e poi la fuga, ma resiste per due settimane

Era infreddolita, affamata, ferita ma viva. E dopo due settimane di ricerche si è chiusa nel migliore dei modi l’avventura di Kate, la cagnolina dispersa sulla montagna dell’Abetone il 27 dicembre, e sopravvissuta 14 giorni in un ambiente ostile tra neve, freddo, assenza di cibo e il rischio di diventare lei stessa una preda degli animali selvatici che popolano la montagna. È la storia di Natale che ha tenuto tutti con il fiato sospeso, in un’attesa prima del ritrovamento ricca di suspense e apprensione. L’incubo è iniziato durante le vacanze natalizie, quando Marco e Sara, coppia di fidanzati pisani, decidono di andare in montagna, all’Abetone. Con loro anche Kate, chiamata Polpetta, la cagnolina di meno di un anno e mezzo che la coppia aveva adottato da circa un mese in un canile. Ma quella che doveva essere un giornata piacevole, e un’esperienza per Kate per la prima volta sulla neve, è diventata un dramma quando al Gomito, forse spaventata dall’arrivo dell’ovovia, la cagnolina si è divincolata, liberandosi dal guinzaglio e cominciando a correre lungo la pista da sci, inutilmente inseguita da Marco. Da allora è partita una ricerca disperata, fino alla segnalazione del 7 gennaio scorso e all’incontro fatidico e commovente tra Kate e i proprietari che ha messo la parola fine a due settimane di grande preoccupazione e apprensione.

Pietrinu: era sparito da cinque anni l’abbraccio commovente con il padre umano

Pietrinu è un jack russell terrier, sparito nell’inverno del 2019, perso nel territorio tra Bitti e Onanì, comuni in provincia di Nuoro, durante una battuta di caccia grossa. I proprietari dopo lunghe ricerche si erano rassegnati e lo avevano dato per morto. Ma dopo cinque anni il cane è ricomparso, arrivato chissà come e con quali avventure, all’improvviso, nelle campagne di Su Crastu, sempre nella provincia nuorese, in un uliveto di proprietà di Renato Brotzu. Il cagnolino era senza collare, un po’ sofferente, con la zampa posteriore ferita. Il documentarista, esperto di funghi, l’ha accolto, sfamato e rimesso in forze. Poi si è dato da fare per rintracciare il padrone. Nei dintorni però nessuno ne sapeva niente fino a quando, la vigilia di Natale, è arrivata a casa di Brotzu una veterinaria per applicare il microchip al suo lagotto. Per scrupolo ha controllato con l’apposito strumento di lettura anche il jack russell e così è scattata la procedura dell’anagrafe canina che ha individuato il nome del proprietario che contattato si è precipitato a riabbracciare Pietrinu. Un’emozione incredibile. Con il jack russel che scodinzolava a mille e il padrone Raffaele Senes che accarezzandolo ne tesseva le lodi, il coraggio e la dolcezza per aver affrontato cinque lunghi anni lontano da casa ed essere sopravvissuto a chissà quali avventure.

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