Dopo la guerra di Biden la vecchia Europa subirà quella di Trump
Intanto la Cina si mette al sicuro
La cerimonia di insediamento del presidente Trump ha costituito il rito della natura servile e radicalmente antidemocratica del capitalismo, di cui le "nuove" destre sono efficaci interpreti. Si sono recati a Washington, a rendere omaggio al neo monarca, i leader delle formazioni più intolleranti e scioviniste del panorama europeo. A fianco a loro si sono seduti i super ricchi feudatari del turbo capitalismo alla ricerca di un nuovo accreditamento dopo aver sostenuto a lungo i democratici. Mi pare che la presenza ossequiosa di simili personaggi non sia del tutto in linea con la posizione delle Big Three, principali azioniste delle loro società, preoccupate dalla visione trumpiana di una finanza in cui gli attuali monopoli, sorretti dalla Federal Reserve e dalla Sec, siano sostituiti, o quantomeno integrati, da una nuova élite, interessata alle criptovalute, ai fondi hedge e al private equity. Zuckenberg, Bezos & C. vogliono salvare le loro posizioni personali, le loro gigantesche fortune, distinguendosi dai fondi che li hanno sorretti, mettendosi alla ricerca di altri finanziatori nell’ambito di una vera e propria sostituzione delle gerarchie della liquidità: la domanda che probabilmente si sono fatti i grandi feudatari è quanto saranno ancora in grado BlackRock, Vanguard e State Street, di raccogliere, da soli, l’intero risparmio gestito degli americani senza avere una chiara copertura politica. Naturalmente in Campidoglio sono arrivati i campioni del liberismo, Milei e Meloni, i più affidabili "amici" di Trump, solerti nello svendere le loro economie alla "grande America", incarnata, in primis, da Musk. Non c’erano invece i capi di Stato europei, non invitati e prossimi destinatari della guerra commerciale Usa; dopo la guerra di Biden, ora l’Europa subirà anche la guerra di Trump. C’era invece una rappresentanza molto qualificata della Cina e il ceo di TikTok a dimostrazione che il capitalismo della destra e dei feudatari non può permettersi alcuna guerra con il comunismo cinese: può impoverire e demolire l’Europa che ha confuso il liberalismo democratico con la sudditanza atlantica, ma non può misurarsi con il nuovo mondo. D’altra parte, la Cina sta attrezzandosi. Nel 2024 il surplus della bilancia commerciale cinese ha raggiunto il record di poco meno di 1000 miliardi di dollari. Un risultato enorme che contiene però anche altri dati rilevanti. Il primo è costituito dal fatto che si è dimezzata la quota di commercio cinese costituita dagli Stati Uniti, scesi dal 14 a poco più del 7%. Il surplus è invece cresciuto negli scambi con i paesi del Pacifico, con quelli africani, con il Canada, la Russia e il Messico. In sintesi Pechino sta mettendosi al sicuro da ogni scelta di Trump e sta costruendo nuove geografie degli scambi globali, mentre con la spesa pubblica sta spingendo il mercato interno che ha superato i 2500 miliardi di dollari. Intanto il presidente Biden ha continuato a sostenere che i cinesi "non supereranno mai" gli americani.
* Università di Pisa