“Portuali e marittime, perché no? La disparità di genere nei porti italiani”, il libro scritto da Barbara Bonciani
Il primo volume in Italia su questo tema di grande attualità frutto del lavoro dell’ex assessore al porto del Comune di Livorno
Wista Italy e la Compagnia Portuale di Livorno presentano il libro "Portuali e marittime, perché no? La disparità di genere nei porti italiani", scritto da Barbara Bonciani e pubblicato da Franco Angeli. Il libro sarà al centro di un incontro con l'autrice, previsto per giovedì prossimo alle 16:30 presso la Sala Conferenze del Palazzo del Portuale, in Via San Giovanni 13, a Livorno. All’iniziativa parteciperanno, tra gli altri, Luciano Guerrieri, Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale e Luca Salvetti, Sindaco di Livorno. Per saperne di più abbiamo chiesto qualche anticipazione direttamente alla scrittrice.
Come è nata l’idea di scrivere questo libro?
Rappresenta la prima analisi di tipo socioeconomico pubblicata, in Italia, focalizzata sul tema dell’emancipazione femminile nei porti e nel marittimo. Un tema, quello della presenza femminile nei due settori, di grande importanza che richiama alla necessità di rendere i porti un ambiente più aperto e inclusivo e più attrattivo verso le nuove generazioni, destrutturando quei pregiudizi e stereotipi che vorrebbero farci credere tali settori appannaggio esclusivamente maschile. Il libro nasce dall’esperienza maturata a Livorno come prima Assessora alla portualità della storia della mia città. Ho provato a dare a Livorno e alla sua politica un respiro più ampio e al passo con i tempi. In fondo il neo-assessorato, nato senza portafoglio, aveva bisogno di essere abitato con idee nuove e utili alla comunità e a me era stata data questa grandissima opportunità che non potevo sprecare. Con grande determinazione ho deciso di porre la questione politica e di civiltà dell’uguaglianza di genere nei porti, ideando un progetto, “Il porto delle donne. Le donne nel settore portuale e marittimo, perché no?”, con il quale ho voluto raccontare e rendere visibile il lavoro che le donne svolgono, sia in ambito portuale, sia in ambito marittimo e aprire una nuova stagione politica di discussione e di dialogo fra gli addetti ai lavori che potesse favorire un maggiore ingresso delle donne in questi settori.
Le donne, oggi, svolgono le stesse mansioni degli uomini in porto?
Oggi le donne in porto, come nel comparto marittimo svolgono tutte le mansioni esattamente come gli uomini. Gruiste, smarcartici, addette al rizzaggio e derizzaggio, direttrici di macchina, capitane: sono solo alcuni dei ruoli professionali che le donne ricoprono nell’industria portuale e marittima, ambiti storicamente maschili che da pochi anni stanno vivendo una trasformazione importante. Tuttavia, in Italia la strada per l’uguaglianza di genere è ancora lunga e poco è stato fatto per contrastare l’esclusione e la segregazione professionale delle donne in questi contesti. Il volume approfondisce le cause alla base della segregazione di genere nei due comparti e le conseguenze che ne derivano in termini di competitività e coesione sociale del Paese. L’analisi portata avanti dal libro parte dalla genealogia dell’esclusione delle donne nel settore portuale e marittimo mediante l’analisi della letteratura esistente, per poi riportare i risultati di un’indagine empirica realizzata a Livorno che ha permesso di comprendere alcune delle cause che ancora oggi limitano l’accesso delle donne in questi settori professionali, evidenziando altresì il valore aggiunto portato dalla componente femminile nei due comparti. Si parte dallo stato dell’arte della presenza femminile nei due settori. I numeri sono importanti per capire a che punto ci troviamo circa la presenza femminile nei porti, dove nelle imprese portuali complessivamente si contano 20.123 dipendenti, di cui le donne rappresentano solo l’6,3% cioè, 1.269 lavoratrici. Tra l’altro, oggi, questa percentuale è peggiorata rispetto alla stessa rilevazione del 2020, quando le donne rappresentavano il 6,6%. Diversa invece la presenza femminile all’interno delle Autorità di Sistema Portuale, l’istituzione che regola e definisce il lavoro portuale, dove le donne, nel 2023 erano il 46% delle presenze, mentre le stesse mancano ancora completamente nella governance portuale, perché non abbiamo neanche una donna Presidente di Autorità portuale su 16 Autorità di Sistema Portuale del Paese.
Quali sono i fattori che vengono messi maggiormente in luce nel libro?
Nel libro si mettono in rilievo alcune delle motivazioni alla base dell’esclusione femminile in questi settori. Allo stesso tempo raccontano storie di successo di donne che si sono affermate e che hanno portato visioni del mondo e modelli di gestione e di leadership che si aggiungono a quelli maschili portando un valore aggiunto indispensabile per il paese. Il libro racconta anche la genesi del lavoro portuale femminile a Livorno legata alla storia della compagnia portuale che negli anni 80’, differentemente da altre realtà, come ad esempio Genova, decide di accogliere le prime tre lavoratici, nello scalo labronico, facendo la storia.