Previdenza
Morto allo svincolo della Fi-Pi-Li, il farmacista sorridente che ascoltava Vasco: «Con le sue terapie dava speranza ai malati»
Il ricordo del collega di Marco Giannini, morto a 38 anni: «Era gentile con tutti, quando l’ho saputo mi è crollato il mondo»
FORCOLI. Un lavoratore esemplare, che preparando le terapie oncologiche dalla farmacia ospedaliera di Livorno, ogni mattina, dava una speranza di vita ai malati di tumore di mezza Toscana. Era amato dai colleghi e a Forcoli, nel comune pisano di Palaia, dove abitava con i genitori e da poco aveva acquistato una casa in via Nannipieri, vicino al campo sportivo.
Marco Giannini, 38 anni, era conosciutissimo in entrambe le province ed è stato segnato da un destino killer allo svincolo della Fi-Pi-Li: dipendente pubblico, «dopo aver lavorato negli ospedali di Portoferraio e di Piombino – così lo ricorda l’Asl Toscana nord ovest, che si unisce al dolore dei genitori Divo e Lucia e del fratello Luca – si era trasferito da alcuni anni all’unità farmaci antiblastici di Livorno, dove si occupava della preparazione dei medicinali chemioterapici. I colleghi, ammutoliti dal dolore, lo ricordano non solo per la sua capacità e professionalità, ma anche per la grande sensibilità unita a un carattere aperto, solare e sempre disponibile verso tutti. Gli specializzandi del sistema sanitario regionale che lo affiancavano quotidianamente perdono un maestro di professionalità e umanità insostituibile». «La Toscana si stringe nel dolore per questa tragica scomparsa», è il messaggio di cordoglio del presidente Eugenio Giani.
«Eravamo tutti preoccupati, perché lui poco dopo le 7 è già qui a lavorare – le parole del collega e amico Fabrizio Torsi, che ha l’ufficio proprio accanto al suo – dato deve preparare le terapie oncologiche per gli ospedali, poi trasportate dalle ambulanze della Svs. Quando ho visto che non arrivava, a un certo punto, stavo per andarlo a cercare. Ho pensato subito a un incidente, poi ci hanno avvisato della tragedia».
Le sue terapie salva-vita, nei vari ospedali d’area vasta, venivano consegnate nei reparti oncologici anche da Sara Raugi, autista per il servizio regionale e volontaria della Svs. Con lui aveva un bellissimo rapporto: «Un ragazzo solare, aveva parole fantastiche per tutti – così lo ricorda – ed era dolce e gentile. Tutti noi avevamo con lui uno straordinario feeling, quando ho saputo che lui era la vittima di quell’incidente mi è crollato il mondo addosso».
Fan accanito di Vasco Rossi, amava alla follia i suoi nipotini, con cui trascorreva buona parte del suo tempo libero. Fra i suoi hobby, oltre alla montagna dove aveva già prenotato una settimana di vacanza, la palestra: frequentava la “My Life” di Capannoli, in Valdera, che lo ricorda così: «Ci siamo misurati con lo sconforto più profondo, increduli, paralizzati da ciò che è successo. Le parole non bastano a descrivere il nostro stato d’animo e il pensiero va continuamente a te, agli eventi, al destino. Ci stringiamo forte intorno a Luca, ai tuoi genitori, agli amici e a tutte le persone che ti hanno conosciuto e ti hanno voluto bene. Noi, Marco, non ti dimenticheremo».
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