Il Tirreno

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Il racconto

Morte nell'incidente di Viareggio, l’unico indagato è l'uomo che ha perso la moglie e la nipotina: «Non ricordo niente...»

di Gabriele Buffoni

	L'incidente sulla variante (foto Paglianti) e una delle vittime, Mame Badiane Thioune
L'incidente sulla variante (foto Paglianti) e una delle vittime, Mame Badiane Thioune

La procura ha aperto un fascicolo per duplice omicidio stradale colposo e lesioni colpose e attende gli atti ufficiali dalla polizia municipale per chiarire la dinamica

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VIAREGGIO. Meissa Mbaye si affaccia dalla porta del reparto di pediatria dell’ospedale Versilia di Lido di Camaiore con lo sguardo ancora straziato dalla sofferenza. «Non ricordo niente, è stato così veloce – mormora, la voce che si spezza per un dolore che travolge anche le parole – ero sulla strada, andavo dritto, poi ho visto qualcosa sulla destra. E tutto è diventato confuso, non so cosa sia successo, e così...». Meissa Mbaye si blocca. Il pensiero di rivivere l’accaduto è atroce.

I suoi sono gli occhi di chi, meno di ventiquattro ore prima, è passato in una manciata di secondi dal clima festoso tipico di una famiglia in viaggio da Santa Croce sull’Arno verso Bergamo da alcuni parenti per festeggiare San Silvestro a vivere un incubo. Il tempo dello schianto, tanto improvviso quanto brutale, tra la Fiat Tipo su cui viaggiava la famiglia senegalese e una Kia Picanto con a bordo un 40enne di Viareggio. E poi la tragedia: il corpo della moglie Mame Badiane Thioune, 47 anni, sbalzato senza vita contro il guardrail della Variante Aurelia, poco oltre l’ingresso dello svincolo Viareggio Sud e le bambine di 6 e 12 anni sull’asfalto insieme alla nipotina Sokhna Thioune, di soli 8 anni, seconda vittima del tragico scontro avvenuto domenica poco prima delle 13. Per quanto accaduto l’uomo, 51 anni, risulta al momento essere l’unica persona iscritta nel registro degli indagati: la Procura di Lucca – il pm Alberto Dello Iacono è a capo dell’inchiesta – ha aperto un fascicolo per duplice omicidio stradale colposo e lesioni colpose e attende gli atti ufficiali dalla polizia municipale di Viareggio per chiarire la dinamica. E, nel caso, prendere ulteriori provvedimenti (oltre che per procedere alla nomina dei consulenti tecnici). Nessuna autopsia è prevista sui corpi delle due vittime mentre le auto coinvolte sono state poste sotto sequestro.

Ma ai risvolti legali di questa drammatica vicenda nessuno all’ospedale Versilia dà peso, almeno per il momento. Meissa (ancora sotto choc) è circondato dai parenti, a partire dal fratello residente a Bergamo che domenica stava raggiungendo insieme a moglie, figlie e nipotina. «Ci andiamo ogni anno – racconta il 51enne – volevamo festeggiare l’ultimo dell’anno da lui con gli altri nostri parenti». Mentre parla lancia sempre uno sguardo alla porta del reparto di pediatria: lì ha trascorso la notte, dopo essere stato dimesso dal pronto soccorso, in compagnia di entrambe le sue bambine: anche la figlia più grande, inizialmente portata all’ospedale di Cisanello, è stata ricondotta in Versilia per farla ricongiungere con il padre e la sorellina, col via libera dei medici. «Almeno loro, per fortuna, stanno abbastanza bene» riesce a dire, tradendo un sospiro di sollievo: fisicamente infatti le due bambine si sono fatte poco o niente, sono rimaste in ospedale solo per accertamenti.

Lasciato il terzo piano dell’ospedale, il gruppo si dirige all’esterno per raggiungere le camere mortuarie. Qui sono custoditi i corpi di Mame Badiane e di Sokhna Thioune. L’ingresso dell’obitorio è presidiato da parenti della famiglia e da membri della comunità senegalese giunti da mezza Italia per portare vicinanza e conforto. «È davvero dura pensare a quello che è successo – commenta Lat Fatim Thioune, fratello della 47enne giunto nella notte da Pescara – mia sorella era una persona buona, era in Italia da vent’anni, prima ancora che arrivassi io, e viveva per la sua famiglia e i suoi tre bambini (il maschietto era rimasto con altri parenti a Santa Croce sull’Arno, nda). Ora stiamo solo aspettando il via libera per poter portare le salme in Africa, dove si svolgeranno i funerali. Probabilmente a inizio dell’anno nuovo».


 

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