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Firenze, famiglia uccisa dal monossido: come sta la bimba salvata e perché per i medici è un miracolo


	Il luogo della tragedia
Il luogo della tragedia

Il punto medico della dottoressa Francesca Menegazzo: «Un caso difficilmente spiegabile»

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FIRENZE. La bambina di sei anni che si è miracolosamente salvata dalla tragica strage del monossido di carbonio a San Felice a Ema, nei pressi di Firenze, lotta tra la vita e la morte. Il drammatico evento ha strappato alla vita i suoi genitori, Matteo Racheli e Margarida Alcione, e il fratellastro undicenne Elio. La piccola è stata tempestivamente soccorsa e rianimata dai sanitari giunti sul luogo della tragedia. Successivamente, è stata trasferita d’urgenza all’ospedale pediatrico Meyer, dove è stata sottoposta a una delicata terapia iperbarica presso l’ospedale di Careggi. Attualmente, è ricoverata in terapia intensiva. Le sue condizioni restano critiche ma stabili, con parametri sotto controllo.

Le parole dei medici

In un punto stampa nella mattina di venerdì 21 gennaio, la dottoressa Francesca Menegazzo, della direzione sanitaria del Meyer, ha fornito un aggiornamento sulla situazione della bambina: «La bambina è in condizioni gravi ma stabili. Durante la notte è stata possibile una prima seduta di ossigeno-terapia iperbarica a Careggi. Tuttavia, la prognosi resta riservata. La bambina è attualmente sedata e continuerà le terapie intensive, incluse ulteriori sessioni di ossigeno-terapia iperbarica».

Un mistero per i medici

La sopravvivenza della piccola lascia spazio a interrogativi tra gli stessi medici, considerando che i suoi genitori e il fratellastro non ce l’hanno fatta. «Non è uno scenario che ci sia capitato spesso – ha spiegato la dottoressa Menegazzo –. Di solito, in casi simili, i bambini riportano intossicazioni più gravi rispetto agli adulti presenti nella stessa stanza. La straordinaria resistenza della bambina al monossido di carbonio resta, dunque, un caso singolare».

Una tragedia che sconvolge la comunità

L’incidente ha lasciato sgomenta la comunità di San Felice a Ema. La famiglia era molto conosciuta nella zona, e il dolore per la perdita dei due adulti e del giovane Elio è palpabile. Nel frattempo, si continua a sperare in una ripresa della piccola, la cui forza e resilienza hanno già stupito medici e soccorritori. Le indagini sull’incidente sono in corso per determinare le cause precise dell’avvelenamento da monossido, un killer silenzioso che continua a mietere vittime in modo tragico e improvviso.

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