Strage di Calenzano, trapianto di pelle sul camionista livornese. Il primario: «Speriamo di poter salvare lui e il collega»
Effettuato un primo innesto cutaneo. Di Lonardo: «Un percorso molto accidentato perché un ustionato grave presenta una serie di complicanze associate». Le percentuali di sopravvivenza
PISA. Restano stazionarie, sebbene con una prognosi riservata, le condizioni di salute di Emiliano Braccini, il camionista di 51 anni e autista-volontario sulle ambulanze livornesi rimasto gravemente ferito nell’esplosione del deposito Eni di Calenzano.
È in coma farmacologico
Nel pomeriggio di giovedì scorso, al centro ustionati di Cisanello, i medici hanno avviato un primo innesto cutaneo sulle gambe, per la ricostruzione della pelle bruciata. L’autotrasportatore della Meritrans, residente a Stagno (Collesalvetti) con la moglie Ilenia Pellegrini, ha ustioni sul 65% del corpo, quasi tutte di terzo grado, ed è tenuto in coma farmacologico.
Tutta Livorno, città della quale è originario ed è molto conosciuto, fa il tifo per lui. Abbracciando, anche solo a distanza, la coniuge e il cognato Juri Pellegrini. «Non sappiamo ancora l’esito dell’innesto – spiega il familiare – ma l’importante è che Emiliano tenga duro. I medici ci hanno detto di aver proceduto subito a quest’operazione in modo da evitare infezioni. Sono commosso dall’affetto della gente, quando una persona è perbene come mio cognato, fortunatamente tutto torna indietro. Non possiamo far altro che sperare». Juri, insieme a Ilenia, non lo lascia solo per un attimo. Cognato, amico, «un fratello» è per lui Emiliano. Una persona dal cuore d’oro che da anni dona il poco tempo libero a disposizione al bene di Livorno, facendo il volontario alla guida delle ambulanze della Svs di Ardenza.
Parla il primario
Al centro ustionati di Cisanello è ricoverato in gravi condizioni anche Luigi Murno, 37 anni, operaio lucano di Villa d’Agri, in provincia di Potenza, che al momento della tragedia stava lavorando nell’impianto. Sul quadro clinico dei due pazienti, nei giorni scorsi, aveva parlato il primario del reparto ospedaliero pisano, Antonio Di Lonardo: «La loro è una prognosi riservata – le sue parole a Firenze Tv – e, più in generale, posso dire che un paziente con queste caratteristiche deve subire una serie di trattamenti, dato che è necessario togliere i tessuti ustionati e ripararli con autotrapianti effettuabili solo con la sua stessa pelle: un percorso molto accidentato perché un ustionato grave presenta una serie di complicanze associate, come le infezioni, che possono rendere più complicate le cure».
L’esplosione – ha poi proseguito il medico entrando nel dettaglio – «è un trauma aggiuntivo all’ustione vera e propria, perché il paziente può essere proiettato dall’onda d’urto verso strutture rigide e può incorrere in fratture, oltre al fatto che lo spostamento dell’aria stesso può compromettere gli organi interni, visto che attorno c’è aria e questa può venire compressa». Sulle percentuali di sopravvivenza Di Lonardo non si sbilancia, anche perché è ancora presto per valutare il quadro clinico sia di Braccini che di Murno: «In linea generale sono molto difficili da valutare – le sue parole – una persona sana con una superficie corporea ustionata del 50% ha una sopravvivenza media del 50-60%, ma più si sale con l’età, più il tasso di mortalità aumenta. Nel caso specifico è troppo presto per esprimere una valutazione e non possiamo far altro che confermare la prognosi riservata, che rimarrà tale per un bel po’ di tempo. Speriamo di poterli salvare entrambi».
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