Calenzano, 50 minuti hanno evitato la distruzione di un quartiere: «L’esplosione poteva spazzare via tutto»
Il dettaglio dell’intervento dei vigili del fuoco al deposito Eni: la tempestività di volontari e tecnici è stata determinante
CALENZANO. Dentro una tragedia infinita c’è un aspetto positivo che molto probabilmente ha evitato che questa strage sul lavoro potesse avere conseguenze anche peggiori: la rapidità con cui sono state spente le fiamme da parte dei vigili del fuoco «affiancati da tutta la macchina regionale del soccorso».
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Evitata la catastrofe
Il deposito Eni di Calenzano, infatti, è un’area che insiste in una zona dove si susseguono case, capannoni e grandi via di comunicazioni. «Se fosse esplosa una cisterna non oso pensare cosa sarebbe successo», ammette chi vive e lavora tra via Erbosa e via di Le Prata. Per fortuna, invece, dalla prima chiamata allo spegnimento delle fiamme – conferma la sindaca di Prato Ilaria Bugetti – sono trascorsi cinquanta minuti. Un aspetto sottolineato anche dal presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che si è complimentato con le strutture del sistema sanitario regionale per la mobilitazione a seguito dell’esplosione dell’impianto Eni di Calenzano. «Sono orgoglioso di tutti le operatrici e gli operatori che, a tutti i livelli, oggi hanno dato una risposta immediata all’emergenza – ha detto Giani – . Li ringrazio uno a uno e ne sottolineo la professionalità e la prontezza nell’intervenire. È l’ennesima prova di un sistema che funziona e che ci rende fieri del nostro lavoro».
Cure immediate
A Giani preme evidenziare, anche , l’operato complessivo del sistema sanitario regionale. La prima chiamata di soccorso all’azienda Asl Toscana Centro è avvenuta alle 10,24 da parte della Centrale Unica di Risposta 112. Sono stati subito attivati il 118 e le altre istituzioni coinvolte. Attivati i mezzi di soccorso e costituito il posto di comando avanzato in collaborazione con i vigili del fuoco per coordinare i soccorsi. Sono state attivate l’Igiene Pubblica e l’Arpat che si sono recate sul luogo dell’incidente e dai loro sopralluoghi sono giunti a queste prime deduzioni: in merito alla problematica legata alla dispersione dei fumi e di particelle potenzialmente nocivi, la stessa è rientrata una volta domato l’incendio e con essa è venuta meno la necessità di particolari precauzioni da parte dei cittadini (finestre chiuse o distanza dalla zona dell’evento). Dalle valutazioni emerse da Arpat non emerge la necessità di proporre ai sindaci dei comuni interessati l’adozione di provvedimenti limitativi del consumo di prodotti agricoli locali. «Saranno comunque effettuati accertamenti sui reflui ed eventuali problematiche di natura ambientale», spiegano dalla Regione. «Attraverso il comandante di Firenze Luigi Gentiluomo ho potuto ringraziare il personale che, assieme a tutti gli altri soccorritori, da molte ore stanno operando senza risparmio sul posto e che proseguiranno nelle operazioni di ricerca e messa in sicurezza», è quanto afferma il sottosegretario al ministero dell’Interno Emanuele Prisco. Eni, con un comunicato, ha espresso «la propria forte vicinanza alle famiglie delle persone decedute e alle persone rimaste coinvolte nell'incidente». Inoltre «sta pienamente collaborando con l'autorità giudiziaria per l'accertamento delle dinamiche e delle cause».