Salvini è iper presente sulla rotaia digitale non su quella ferroviaria
Trasporti e disagi quotidiani
Viaggio a bordo di uno dei pochi treni non soppressi per lo sciopero nazionale, in gran contrasto con il terrificante caos delle ferrovie di questi tempi. Partenza in perfetto orario, come a voler far dispetto all’inettitudine ministro Salvini e alle sue feroci contumelie sui sindacati. Valigia e zainetto sistemati, mi seggo e so che potrò leggere, curiosare e scrivere.
Mi piace il treno, con i suoi agi di tempo e i suoi disagi di spazio. Quello che ruota attorno a me è un piccolo e divertente mondo. Chi sonnecchia, chi mangia, pochi leggono, i più hanno in mano il loro telefonino e sono immersi in solitaria conversazione con la rete. Avrò tempo per alimentare la mia curiosità sociale e paesaggistica per quello che mi sta fisso attorno e per quello che scorre fuori dal finestrino. Viaggiare in treno, diceva Agatha Christie, significa vedere la natura, gli uomini, le città, le chiese e i fiumi, insomma, la vita. Intanto apro la nuova avventura del Commissario Bordelli, mi farà compagnia. Tutto a posto se non avessi accanto, al 14A, una signora, immagino moldava, con il cellulare collegato su radio Chisinau. E niente di male se avesse gli auricolari e per di più non ci fosse un ospite in radio che parla, parla con un cane che abbaia abbaia, come a interagire col suo padrone. Ovviamente non capisco nulla, ma il volume delle chiacchiere e dei latrati sono insopportabili. Mi sembra piuttosto infastidito anche il barboncino seduto al 14C. «Tranquillo, tranquillo Oscar, la mamma è con te», lo rassicura carezzandolo una signora seduta al 14D. Sono incerto sul da fare, ma se continua così e la signora moldava non scende a Napoli, la inviterò a spegnere il suo rumoroso compagno di viaggio. Bordelli intanto, pur in pensione, con il suo fedele Piras si è infilato in una nuova intrigata avventura di quadri rubati. Di là dal corridoio, sedili singoli, c’è un sacerdote. Legge un libro di filosofia e telefona insistentemente ad una Maria a cui chiede di attivarsi, mandare mail, telefonare e che comunque deve attenderlo per il suo arrivo a Roma. Una segretaria, una suora, chissà? Dovrebbe essere ogni giorno così il nostro viaggiare in treno, ma non lo è. Ritardi, soppressioni, disservizi, disagi e ancora ritardi, soprattutto sulle linee regionali. Basta salire in uno di questi treni per comprendere il disagio e la rabbia dei viaggiatori costretti ogni giorno a modificare i loro programmi e a denunciare la insostenibile situazione delle linee ferroviarie.
Occorre mettere di fronte alle proprie responsabilità i gestori delle ferrovie ed il Governo, con Matteo Salvini, ministro dei Trasporti, il quale pensa solo a fare l’influencer e non a risolvere l’endemica crisi infrastrutturale.
Eppure, reclamano i sindacati ed i partiti dell’opposizione, le soluzioni ci sarebbero, ma il ministro, iper presente sulla rotaia digitale, è assente su quella ferroviaria.
Intanto il mio treno, perfettamente in orario, è arrivato a Firenze e scende anche Drusilla Foer, o meglio Gianluca Gori. Vorrei fermarlo, stringergli la mano, ma non lo faccio. Perché fargli perdere del tempo per una volta che è arrivato in tempo?
* scrittoree attivista per i diritti