In Toscana il primo agricoltore-pilota, la storia di Mattia: «Così coltivo grazie ai droni»
La sua attività imprenditoriale ha ricevuto il riconoscimento da parte di Coldiretti Toscana: «Questa è la tecnica del futuro»
MANCIANO (GROSSETO). Mattia ha 26 anni ed è un agricoltore innovativo. Perché porta avanti il suo mestiere – tra i più antichi al mondo – sfruttando la tecnologia. La sua storia è emersa nell’ambito degli Oscar Green consegnati da Coldiretti. La cerimonia di premiazione si è svolta nella mattina di mercoledì 13 novembre a Firenze.
Il premio
Il riconoscimento, promosso da Giovani Impresa Coldiretti Toscana, punta a valorizzare il lavoro di tanti giovani che hanno scelto per il proprio futuro l’Agricoltura. I premi della diciottesima edizione sono stati assegnati a Firenze, a Casa Coldiretti, nell’ambito del progetto Agoragri. Alla premiazione hanno partecipato insieme alla presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani e al delegato Giovani Impresa Coldiretti Toscana, Francesco Panzacchi, la vice presidente regionale ed assessora all’agroalimentare, Stefania Saccardi e il portavoce del governatore Eugenio Giani, Bernard Dika.
La storia di Mattia
Mattia Lusini, 26 anni, maremmano, ha vinto nella categoria “Impresa digitale e sostenibilità”. È il primo agricoltore-pilota della Toscana ad aver ottenuto l’abilitazione per poter impiegare gli aerei a pilotaggio remoto per controllare, monitorare ma anche concimare e seminare i terreni riducendo l’uso degli input non necessari, migliorando la sostenibilità delle pratiche e contestualmente la qualità dei prodotti. Titolare di un’azienda cerealicola a Manciano, in Maremma, Mattia ha maturato negli anni una grande passione per i droni che lo ha portato a frequentare una scuola di specializzazione dove ha ottenuto tre patenti tra cui quella che gli permette di operare anche in campo agricolo e nelle aree più impervie. Una tecnologia, quella dei droni da lavoro, che da terra, consente di controllare in pochi minuti grandissime distese di campi con un notevole risparmio di tempo, costi e manodopera, raccogliere dati grazie a telecamere infrarossi, sensori sofisticati e speciali lenti, elaborarli e fornire così all’agricoltore una panoramica digitale sullo stato di salute o di crescita delle sue coltivazioni. Un punto di osservazione diverso che aiuta l’agricoltore a fare valutazioni e a decidere eventualmente quali interventi mettere in campo. Una soluzione molto utile anche per il controllo della fauna selvatica e per contrastare l’abbandono dei terreni più impervi che possono essere gestiti dall’alto. «I droni sono sicuramente il futuro, sostituiranno per molte pratiche agronomiche i trattori soprattutto in terreni declivi con pendenze di oltre il 30%, e affiancheranno i tradizionali mezzi meccanici per un agricoltura sempre più sostenibile – spiega Mattia –. Purtroppo non sono ancora il presente a causa delle regole che abbiamo in Italia (a differenza degli altri paesi Germania e soprattutto Cina) che limitano l’uso dei droni. Questi nuovi strumenti di lavoro ci permetteranno, per esempio, di svolgere tante attività agricole come contrastare con tempestività la diffusione di malattie che sono una conseguenza dei cambiamenti climatici in atto o distribuire velocemente gli insetti antagonisti, seminare direttamente cereali e leguminose e soprattutto avere una mappatura puntuale dei terreni per consentirci di intervenire in caso di carenza di nutrienti o altri fattori che potrebbero compromettere la qualità e danneggiare il raccolto. Sto preparando la mia azienda al futuro e spero prima o poi di mettermi al fianco di tante altre aziende per portare questa tecnologia in altre realtà». I droni agricoli possono trasportare molti chilogrammi di sementi e controllare in poche ore decine di ettari di terreni.