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Funghi, boom di intossicati in Toscana: gli ovuli “traditori” che ingannano anche i più esperti

di Sara Venchiarutti

	Mal da funghi, le raccomandazioni dell'esperto
Mal da funghi, le raccomandazioni dell'esperto

Il responsabile dell’ispettorato micologico: «Si può anche rischiare una sindrome potenzialmente mortale, i primi sintomi? Emergono dopo un quarto d’ora»

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GROSSETO. Mai gli erano capitati quindici casi di intossicazione da funghi in appena tre giorni nell’ultimo fine settimana. «A meno che non si tratti di eventi particolari, di solito sono più distribuiti», spiega Leonardo Ginanneschi, responsabile dell’ispettorato micologico dell’Asl Toscana sud est. L’area di riferimento è questa, che comprende le province di Arezzo, Siena e Grosseto. E i pazienti arrivati al pronto soccorso alla fine nel peggiore dei casi se la sono cavata con una “classica” – per nulla piacevole e comunque pericolosa – intossicazione con sindrome gastroenterica, con vomito e diarrea anche molto intensi. Ma quel che ha fatto preoccupare di più i medici sono state le cause di queste intossicazioni. (Qui l’approfondimento).

Il rischio

Infatti, per un paio di casi s’è temuto l’ingerimento della Amanita falloide, e cioè «il fungo italiano più pericoloso perché potenzialmente mortale», spiega Ginanneschi. Tutta colpa degli ovuli, e cioè il fungo a cui ancora non è spuntato “il cappello”. Piace mangiarlo nell’insalata o a “carpaccio” con un filo d’olio, ma nel caso della falloide c’è un alto rischio di confonderlo con un altro fungo, l’amanita caesarea, che invece è commestibile ed è quello ricercato.

L’esperto

«L’ovulo chiuso di caesarea – spiega l’esperto – è bianco esattamente come quello della falloide. Se uno non sa come riconoscerli rischia di mangiare quest’ultima specie cruda e potrebbe quindi contrarre una sindrome potenzialmente mortale. La caesarea è commestibile, ma va venduta aperta, quando si vede il cappello che è arancione. Nel caso della falloide invece è verdognolo o beige, a seconda dell’ambiente in cui vive. In realtà ha diverse sfumature, e anche questo rende difficile riconoscerlo».

L’allarme

E così è scattato l’allarme. «È evidente – sottolinea Ginanneschi – che c’è un problema di raccolta. Gli ovuli chiusi non vanno usati». Per fortuna nei casi degli ultimi giorni alla fine quegli ovuli non erano di falloide. «Alcuni pazienti – spiega – hanno avuto sintomi lievissimi e sono venuti al pronto soccorso (c’erano anche due bambini) perché hanno avuto dei dubbi».

Negli altri casi però – una decina ad Arezzo e quattro a Siena – si sono verificate sindromi gastroenteriche a causa dell’ingerimento di funghi. «Sono velocissime, i tempi – aggiunge Ginanneschi – vanno dai 15 minuti alle due ore con nausea, vomito e diarrea, ma molto intensi». Non uno scherzo, quindi. Stavolta a essere ingeriti sono stati l’entoloma sinuatum e l’omphalotus olearius. Il primo è grigio, il secondo giallo. «Il problema – sottolinea l’esperto – è che sono confondibili con altre specie invece edibili come i gialletti. Sono le due specie che provocano più intossicazioni nella nostra zona». L’altro problema è che in questo “picco” di intossicazioni sono stati coinvolti anche tre bambini. Due appunto avevano mangiato degli ovuli. Un altro, in provincia di Grosseto, ha mangiato un fungo mentre si trovava alla scuola materna. «In questo caso – spiega Ginanneschi – il bambino è stato portato subito in via cautelativa al pronto soccorso insieme al fungo, che apparteneva a una specie innocua, senza tossine».

La stagione

Andremo sicuramente verso una crescita dei casi, che per la stragrande maggioranza sono dovuti al consumo casalingo. «Il numero di intossicazioni – conclude Ginanneschi – è proporzionale a come va la stagione dei funghi». E la stagione di quest’anno, tra temperature elevate, piogge abbondanti e assenza di vento, è particolarmente favorevole. «Il consiglio – aggiunge Luca Braccini, micologo dell’Asl di Livorno – è quello di imparare a riconoscere le specie velenose. Nell’immaginario collettivo molti sono convinti che l’unico fungo velenoso sia l’Amanita muscaria, quello rosso con i puntini bianchi, e che gli altri siano buoni, quando invece ve ne sono di molto più pericolosi».

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