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Ambiente e specie aliene

Granchio Blu, i danni sulla costa Toscana e cosa si può ancora fare per fermarlo

Granchio Blu, i danni sulla costa Toscana e cosa si può ancora fare per fermarlo

Pescarlo non basta ma è una soluzione temporanea. E intanto i danni lungo la sola costa maremmana sono intorno ai 100 milioni di euro

07 agosto 2024
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Goletta Verde di Legambiente lancia oggi un appello a Enrico Caterino, neo-neocommissario per l'emergenza granchio blu nominato ieri pomeriggio con decreto firmato dalla Presidenza del Consiglio. «L'uso delle nasse, attrezzi di pesca selettiva e a basso impatto ambientale - si legge in una nota - è la strada giusta per la pesca del granchio. Questa soluzione è già stata sperimentata in altri paesi come Spagna e Grecia. Per tamponare l'emergenza va bene pescare, raccogliere e smaltire il granchio blu, ma si tratta di una soluzione temporanea». «Occorre sburocratizzare e snellire il processo di ristori e indennizzi alle imprese del settore ittico e dell'acquacoltura che hanno richiesta sostegno al governo per fronteggiare le perdite economiche - continuano - Non va dimenticato il monitoraggio e la ricerca scientifica. Lo studio e l'analisi dell'invasione del granchio blu deve essere sostenuta adeguatamente e, soprattutto, in maniera costante e concreta affinché si riesca a trovare una soluzione definitiva al problema».

La tutela degli allevamenti di pesci e molluschi

«'Auguriamo buon lavoro a Enrico Caterino, già prefetto di Ravenna e Rovigo, nominato commissario straordinario per l'emergenza granchio blu. Il nostro auspicio - commentano Stefano Ciafani e Stefano Raimondi, rispettivamente presidente nazionale e responsabile nazionale biodiversità di Legambiente - è che la sua nomina sia di aiuto al settore ittico e acquacoltura di Emilia-Romagna e Veneto, e in generale dell'Alto Adriatico, da oltre un anno sotto scacco a causa della specie aliena invasiva granchio blu che ha praticamente compromesso la produzione di mitili. È fondamentale che l'Italia eviti di compiere errori gestionali, come un ritorno alla pesca a strascico, ma che piuttosto venga definito il prima possibile un piano scientifico sperimentale di contrasto alla proliferazione del granchio blu, basato su soluzioni che tutelino sia l'economia legata agli allevamenti di spigole, orate e molluschi sia la salute degli ecosistemi del Mediterraneo, in particolar modo di quelli costieri».

I danni in Toscana

in Toscana si sono susseguiti una serie di eventi di invasione, specialmente lungo le coste della Maremma. Nella Laguna di Orbetello, ad esempio, il granchio blu ha divorato le fonti di cibo usate per nutrire le anguille, le orate e le spigole, compromettendo di conseguenza la produttività degli allevamenti, e ha danneggiato moltissimi attrezzi da pesca. Secondo le prime stime di Fedagripesca-Confcooperative, il danno economico attuale causato dalla specie sarebbe già attorno ai 100 milioni di euro.

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