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Concessioni balneari, la Toscana “brucia” Roma: c’è l’indennizzo per chi perde l’asta. Chi esulta e chi è perplesso

di Mario Neri

	File di ombrelloni su una spiaggia toscana
File di ombrelloni su una spiaggia toscana

Il consiglio regionale approva la legge che sta preparando anche la Meloni: cosa prevede e gli scenari

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Un «equo indennizzo» per i balneari che dovessero perdere le gare, un premio nelle procedure di assegnazione per le «micro, piccole e medie imprese» esistenti, cioè per i concessionari storici, per chi insomma un bagno ce l’ha da una vita. Sono i puntelli su cui la Toscana ha ancorato la modifica alla legge sulle concessioni demaniali marittime approvata ieri dal Consiglio regionale con 30 voti favorevoli, 3 contrari e 6 astenuti.

E se davvero, come dice l’assessore regionale allo sviluppo Leonardo Marras, «non abbiamo mai strumentalizzato politicamente questa vertenza», quel che è certo è che grazie al via dato dal parlamentino regionale alla nuova legge (oltre ai voti del Pd e Italia viva, ha appoggiato il pacchetto balneari anche la Lega, contrari Forza Italia e M5s, astenuti in consiglieri FdI), Eugenio Giani brucia così il governo su una materia chiave dell’economia Toscana, anche in vista di un suo bis. Sì perché un testo simile ce l’ha in canna proprio un parlamentare toscano della maggioranza che sostiene il governo Meloni, il deputato lucchese di Fratelli d’Italia Riccardo Zucconi.

Non sarà tutto in discesa per la nuova legge toscana che prova a tutelare i titolari di concessioni demaniali. Perché quello della Regione è un secondo tentativo dopo quello fallito nel 2017, quando la Corte costituzionale annullò, proprio dopo l’impugnazione del governo – il pilastro su cui si fondava la legge regionale 31/2016, che stabiliva proprio il diritto a un indennizzo (all’epoca pari al 90% del valore dell’azienda) per il gestore dello stabilimento che avesse perso la concessione a seguito dell’asta bandita dal Comune. Ora spetterà alla giunta stabilire il metodo di calcolo di questa sorta di “risarcimento” dovuto dall’eventuale subentrante, che ha 45 giorni per deliberare. Intanto l’amministrazione Giani si rafforza, anche perché fornisce ai 34 Comuni costieri un quadro normativo chiaro per muoversi con le gare e farlo entro la scadenza del 31 dicembre oltre la quale l’Ue non avrebbe tollerato altri rinvii all’attuazione della famigerata direttiva Bolkestein.

«La Toscana è intervenuta in una situazione di estrema urgenza per ovviare ai ritardi del governo che di fronte alla scadenza del prossimo 31 dicembre non ha adottato alcuna iniziativa. Questa inerzia rischia di aprire una stagione di estrema incertezza per decine di migliaia di stabilimenti in Italia e per gli oltre 500 gestori toscani», dice Giani, secondo cui la legge regionale ora «mette in condizioni le imprese di continuare a fare investimenti».

E se per il forzista Marco Stella è una «sciagura» e «si spiaggerà davanti alla Corte» e la cinquestelle Irene Galletti dice di aver votato contro proprio perché teme il conflitto di competenza con lo Stato, questa volta la maggioranza di dem e Iv crede di poter schivare il rischio di un’impugnazione e un annullamento del pacchetto Giani-Marras. Anche se la fattispecie resta la stessa, dato che la Consulta bocciò la riforma poiché violava la competenza esclusiva dello Stato in materia di concorrenza.

«Secondo il nostro punto di vista – spiega Gianni Anselmi, consigliere dem e presidente della commissione sviluppo – non invade la tutela della concorrenza nella parte relativa all'equo indennizzo, piuttosto bilancia con essa la tutela degli investimenti non ammortizzati e il valore d'impresa generato nel tempo». E se è vero che è una riforma con un forte imprinting riformista, quasi per niente festeggiato dall’ala schleiniana, il via libera fa esultare i signori delle spiagge.

Parla di «vittoria storica» Simone Guerrini, presidente di Fiba Confesercenti Toscana. Esulta il capo della Sib regionale di Confcommercio, Alberto Nencetti, che adesso vorrebbe «armonizzare la normativa regionale con la legge Draghi, che aveva previsto la possibilità di ottenere concessioni temporalmente commisurate all'entità degli investimenti».


 

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