Il Tirreno

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Il reportage

Stadi in Toscana fatiscenti: il calcio bloccato dal degrado, tutti i lavori previsti nei vari impianti

di Francesca Bandinelli e David Biuzzi

	Lo stadio Arena Garibaldi di Pisa 
Lo stadio Arena Garibaldi di Pisa 

Empoli mette la freccia e presenta il Castellani che verrà. Il ministro Abodi: «Dobbiamo far crescere il sistema»

16 luglio 2024
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Far crescere il calcio non soltanto attraverso i suoi protagonisti, i calciatori, ma anche puntando forte sulle infrastrutture, riqualificando quei templi che hanno fatto da cornice alla storia dei club, in questo caso toscani, e rendendoli economicamente sostenibili, anche dal punto di vista energetico. È questa una delle sfide politiche da vincere, una di quelle su cui anche il ministro dello Sport Andrea Abodi intende puntare in questa legislatura.

L’annuncio

«Vogliamo far crescere il sistema nel complesso, non per un grande avvenimento, ma per la quotidianità. Mi chiedete se la strada della ristrutturazione degli impianti è quella che verrà seguita anche da altri? Abbiamo fatto sei incontri con diverse società: Fiorentina, Cagliari, Bologna, Parma e Napoli. Col Ministero dell’economia stiamo lavorando per aiutare queste procedure». Lo ha ribadito intervenendo alla presentazione del restyling dello stadio Castellani di Empoli che, da sogno, si prepara a diventare realtà, col progetto da 18mila posti depositato in Comune che sarà realizzato in sinergia con Computer Gross e che vedrà un investimento di 45 milioni di euro e l’obiettivo è quello di realizzarlo in una trentina di mesi, durante i quali la squadra continuerà a giocarci all’interno.

Il caso di Empoli

Empoli, dunque, rischia di mettere la freccia e di sorpassare tutti, quanto meno in Toscana, dove la situazione certamente non brilla. Un po’ ovunque gli impianti sono vetusti, non al passo con i tempi e laddove sono stati realizzati progetti siamo ancora in alto mare. «A Pisa il percorso è già cominciato – ha continuato il ministro Abodi –, anche se la priorità, in questo momento, è stata data al centro sportivo. Lo stadio verrà subito dopo. Adesso serve che l’amministrazione comunale decida che strada imboccare (se procedere con la cessione dell’Arena Garibaldi al Pisa Calcio, vendendola, oppure optare per una concessione da 99 anni, come accaduto per esempio al Dall’Ara di Bologna, ndr). Certamente, il club è nelle mani giuste». Per quanto riguarda Firenze, invece, «un mese fa abbiamo avuto un incontro con la società Fiorentina. Adesso serve un dialogo con l’amministrazione». Di sicuro, Abodi non si tira indietro.

E quelli di Lucca e Carrara

Luca Lotti, ex ministro dello sport e oggi consulente esterno dell’Empoli per i rapporti con la Lega Calcio e la Figc, si è poi soffermato sul caso Lucca: «Se altre realtà toscane sono più in sofferenza, Lucca può contare su un project già approvato. È il primo passo, ma sicuramente è lo step fondamentale da cui partire». L’Italia può contare anche sulla spinta dei finanziamenti che arriveranno in vista degli Europei del 2032, che si svolgeranno tra Italia e Turchia, dove otto dei dieci impianti indicati dalla federazione non necessitano di interventi di risistemazione. Sono soltanto tre gli stadi italiani già pronti e battezzati per ospitare la manifestazione (San Siro a Milano, l’Olimpico a Roma e l’Allianz Stadium di Torino), ma all’appello mancano ancora da scegliere altre sette città. Non a caso Firenze, dove sono iniziati i primi lavori di restyling del Franchi, spera di rientrare nel cerchio magico delle città scelte, per poter sfruttare anche questa onda lunga, magari per coprire l’ammanco economico generato dallo stop ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (una settantina di milioni, alla luce dei rincari). Le polemiche, in riva all’Arno, non sono mancate, specie per la necessità, da parte del club di capire dove andrà a giocare a partire dalla stagione 2025/26. Per pianificare il futuro, dicono dal club del presidente Commisso, servono garanzie sul rispetto dei tempi e sulla effettiva copertura dei costi. La Carrarese, per esempio, promossa al termine della passata stagione in Serie B, dovrà cominciare il campionato in...“trasferta”, ospite dell’impianto di Pisa, aspettando i lavori di maquillage dello stadio dei Marmi di Carrara. La speranza è quella davvero che lo spostamento sia per pochi mesi, fino al 30 settembre, ma il timore è che si possa scivolare più avanti.

La situazione in cifre

Ecco perché, a prescindere dalla realtà di riferimento, servono certezze nei tempi, per trovare la strada in grado di far vivere lo stadio un po’ tutti i giorni e non soltanto in occasione delle gare, che si tratti di competizioni italiane o internazionali. L’età media degli impianti italiani è di almeno 61 anni: nel 24% dei casi italiani c’è ancora la pista di atletica attorno e nell’88% dei casi non si usano fonti di energia rinnovabili. Anche per questo, gli introiti che si vengono a generare non sono paragonabili a quelli dei club internazionali. Il restyling è l’unica strada possibile: non c’è tempo da perdere.

Lo stadio Franchi

La Fiorentina intende fare chiarezza su quello che sarà il futuro dello stadio Artemio Franchi, all’interno del quale, seppur a capienza ridotta, giocherà la prossima stagione. Sono infatti iniziati i lavori di ristrutturazione dell’impianto di proprietà comunale (in foto il render di come sarà al termine dell’intervento) il cui costo è coperto in gran parte da fondi pubblici. All’appello, però, mancano ancora una settantina di milioni, quelli che sarebbero dovuti arrivare dal Pnrr prima che Bruxelles facesse marcia indietro. Il club del presidente Commisso, adesso, si è rivolto al tribunale civile di Firenze per chiedere lo stop dei lavori, nonostante l’abbattimento del parterre di Curva Fiesole: «Giovedì 18 saremo davanti al giudice - ha spiegato nei giorni scorsi alla Tgr Toscana il dg Alessandro Ferrari - fino a che non ci saranno le coperture economiche finanziarie complete per tutto il progetto: vedremo cosa ci diranno». Nei prossimi giorni, la dirigenza del club incontrerà la sindaca Sara Funaro per un nuovo confronto dopo il passaggio di consegne con Dario Nardella. Il Franchi del futuro dovrebbe garantire la copertura, mantenendo una capienza di circa 40mila spettatori.

Il Dei Marmi

A Carrara stanno entrando nel vivo le procedure per l’adeguamento dello stadio dei Marmi (in foto la tribuna)ai requisiti richiesti dalla Lega di serie B per ospitare le gare del campionato cadetto. Per questo, il Comune investirà complessivamente più di un milione di euro. L’obiettivo è quello mettere a disposizione l’impianto per le partite interne della Carrarese per fine settembre, tenendo fede a quella che era stata la promessa fatta alla tifoseria. Nel frattempo, ad ospitare le gare della squadra giallazzurra, stavolta, sarà l’Arena Garibaldi di Pisa (nel 2018, c’era già stato un primo trasloco, a Pontedera). I principali interventi riguardano il rifacimento del manto erboso in materiale sintetico, l’installazione di tornelli per regolare l’accesso dei tifosi e un nuovo e più potente impianto di illuminazione. Oltre a questo, è prevista la realizzazione di nuovi servizi igienici nelle due curve, oltre a migliorie per addetti ai lavori e giornalisti. Per quanto riguarda i cantieri più consistenti, al momento, si sta procedendo con la fase di aggiudicazione degli appalti.

L'Arena Garibaldi

Il Pisa non si è tirato indietro. Il club ha già fatto un primo passo in avanti avanzando la propria offerta all’acquisto dell’Arena Garibaldi, l’impianto sportivo della città. Il bene pubblico è cedibile: deve soltanto essere scelta la strada migliore da seguire, se quella dell’acquisto vero e proprio come fatto dall’Atalanta (procedendo anche con un restyling step by step), oppure se scegliere di virare sulla concessione pluriennale, come previsto dalla legge sugli stadi, con una maxi convenzione da 99 anni. Nel 2018 la valutazione economica che era stata fatta oscillava attorno ai sei milioni di euro: nel frattempo, è vero che sono state realizzate piccole migliorie (che hanno costretto ad una capienza ridotta nell’arco dell’ultima stagione ed hanno fatto innalzare il termometro della pazienza dei tifosi), ma nel frattempo sono passati anni. Il Comune ha avviato le pratiche per incaricare un advisor di aggiornare la valutazione, anche se la soluzione più facile da percorrere sembra essere quella della concessione, sulla scia di quanto accaduto a Bologna con lo stadio Dall’Ara.

Il Porta Elisa

A Lucca si parla di ristrutturazione dello stadio Porta Elisa (in foto) da una quindicina d’anni. A dirla tutta ci sono state almeno quattro proposte diverse, tre relativa ad un restyling dell’impianto attualmente esistente e una di realizzazione ex novo, in un’altra area (a Capannori) di uno stadio sul modello di quello di Neuchatel, in Svizzera. Nessuno di questi, però, fin qui, è mai andato in porto. Nel 2019, era stato portato all’attenzione di tutti il progetto milionario (50 milioni) di uno stadio da far vivere tutto l’anno: a dire no, dopo un iniziale avallo, però è stata la giunta comunale. A farsi carico dei primi lavori - compresi i carotaggi, per il pagamento dei quali è stata istruita una causa civile per recuperare i soldi spesi - era stata l’Aurora immobiliare. Adesso, invece, il sogno è quello del presidente del club rossonero Andrea Bulgarella, la cui idea di ristrutturazione prevederebbe una spesa molto più contenuta, stimata attorno ai 10 milioni di euro. Entro la fine del mese sarà presentato anche un plastico di quello che dovrebbe essere il prodotto finale. Il rischio, tuttavia, è quello di dover fare i conti con i tempi della burocrazia italiana, per la quale potrebbero servire almeno due anni per arrivare al traguardo.

L'Armando Picchi

È uno degli impianti che, fino al primo decennio degli anni Duemila, ha ospitato la Serie A e pure la Coppa Uefa. L’Armando Picchi (in foto) e tutta la sua tifoseria non aspettano altro se non di poter brindare ad un pronto ritorno del Livorno nel calcio che conta. Gran parte dei lavori di risistemazione dell’impianto della città sono stati fatti e praticamente ultimati, mancano soltanto pochi dettagli. È stata risistemata la curva Nord, rifatta ex novo quella Sud e non sono mancati ammodernamenti in tribuna. Sono rimaste alcune criticità in gradinata, ma il sindaco Luca Salvetti, in occasione dell’ultima notte bianca dello sport non ci ha girato intorno. «L’ultima parte di lavori, relativi alla gradinata è prevista entro il 2024. Procederemo a lotti per non creare problemi all’utilizzo dello stadio al Livorno». Il manto erboso, invece, è perfetto: un anno fa si è proceduto a riseminare il rettangolo verde e da allora non si sono più registrati problemi, per altro evidenziando il valore aggiunto di un terreno di gioco di primissima fattura, specie per il campionato dilettanti.

Lo Zecchini

Il progetto per il rinnovato stadio Zecchini (in foto) lo ha presentato il presidente del Grosseto Giovanni Lamioni oramai un anno fa, attorno ai primi di luglio del 2023. L’idea ambiziosa prevede la costruzione di un nuovo impianto, sulla scia di quanto fatto dall’Atalanta a Bergamo, della capienza di circa 12mila persone, con un palasport polivalente da 1.500 posti, otto campi da padel coperti, quattro campi da tennis, altri due campi da calcio, una palestra, duemila metri quadrati di commerciale a indirizzo sportivo, gallerie commerciali, foresteria, centro benessere, uno studio medico di 2.400 metri quadrati, tre bar, due ristoranti e spazi adibiti a uffici. Poche settimane dopo aver svelato il suo ambizioso piano, il presidente Lamioni aggiunse: «Mi piacerebbe inaugurare il nuovo stadio in Serie B, tra quattro anni esatti». Ne restano ancora 36 di mesi, ma per provare a rincorrere questo obiettivo c’è assoluta necessità di correre, anche a ritmo sostenuto. Le carte e il progetto sono stati depositati: c’è solo da passare dalle parole ai fatti, permettendo anche ai tifosi, oltre a frequentare ambienti più confortevoli, di sognare persino un po’ di più.

Lo stadio di Viareggio

A Viareggio il cantiere per il rifacimento dello stadio dei Pini sta viaggiando verso la conclusione. Il progetto è stato consegnato l’8 giugno del 2023 e, a fine anno, dovrebbe terminare. Fin qui non si sono registrati né intoppi né rallentamenti che possano far immaginare uno scivolamento in avanti dei termini di consegna dell’impianto. Dei 10 milioni di investimenti, circa 3,8 sono arrivati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. La capienza totale sarà di circa 3600 posti, divisi tra tribuna Ovest, tribuna Est e settore ospiti, con postazioni riservate a diversamente abili. Lo stadio avrà a disposizione anche spazi da destinare al commerciale e altro, tra cui attività che potrebbero trovare qui la propria collocazione, dal museo dello sport viareggino a spazi di co-working, fino ad arrivare alle attività sociali che permetterebbero di sfruttare l’impianto anche al di là delle gare domenicali.

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