Licei del “made in Italy”: ecco dove ci si può iscrivere in Toscana
I dirigenti: «Valorizzeremo la cultura del territorio». Al via le iscrizioni
La matematica accompagnata all’informatica, tanto diritto ed economia politica, due lingue e storia dell’arte oltre ovviamente alla lingua e letteratura italiana, storia e geografia. E poi nel triennio non mancheranno marketing e comunicazione. Gli studenti ora potranno scegliere anche il liceo del made in Italy, istituito in tutta fretta a dicembre, in Toscana ci si potrà iscrivere in una manciata di scuole: al liceo Cicognini-Rodari di Prato, al Rosmini di Grosseto, al Vittorio Colonna di Arezzo e al Giovanni da San Giovanni in Valdarno.
Il made in Italy è equiparato ai licei esistenti durerà cinque anni e sono previsti nel triennio tirocini personalizzati. Nell’idea del ministero dovrà creare i manager del futuro che lavoreranno sui brand italiani. Di fatto sembra che saranno una via di mezzo tra i licei e gli istituti tecnici “potenziati”, di fatto, forse più utili a formare imprenditori del territorio con conoscenza di internazionalizzazione e di comunicazione. I tempi per presentare le richieste al ministero erano molto stretti e per questo, insieme all’indicazione di organizzare le nuove classi senza aggiungere personale, non ci sono state tante adesioni da parte delle scuole.
Lo conferma la dirigente scolastica del Rosmini Gloria Lamioni. «Il piano di studi del nuovo liceo è uscito sulla Gazzetta il 27 dicembre», dice. «Ho convocato il collegio dei docenti – aggiunge – e ho messo in votazione la presentazione per l’istituzione del nuovo indirizzo. È stato approvato a larghissima maggioranza ma con la decisione di non istituire più di una classe. Ne abbiamo tre di economico sociale, sta andando bene e non vogliamo penalizzarlo. Una delle sezioni tra l’altro ha il doppio diploma italiano e francese. L’economico sociale come dice il nome ha anche una marte di scienze umane, sociologia, psicologia e antopologia mentre quello del made in Italy ha tanto diritto ed economia».
Il nuovo liceo ha un taglio più da gestione d’impresa. «Abbiamo previsto una fondazione a supporto – aggiunge la dirigente – con convenzioni con enti di ricerca, università e imprese».
Ma non è esattamente quello che il nome fa intendere: non c’è produzione, per intendersi. «Vogliamo dare una preparazione collegata all’arte e alla cultura e allo sfruttamento di queste risorse del territorio dando la possibilità agli studenti di formarsi per aprire start up, creare eventi, conoscere il proprio territorio».
Le iscrizioni apriranno il 23 gennaio mentre un primo incontro di presentazione è previsto al liceo per il 22.
Stesso tipo di progetto a cui sta lavorando il Cicognini Rodari di Prato che già venerdì presenterà il progetto agli studenti interessati e ai loro genitori. «Non credo ci saranno problemi di iscrizioni», commenta il preside Mario Di Carlo. «Ho appena fatto in tempo a dire che eravamo intenzionati a creare l’indirizzo che sono arrivate 14 richieste».
«Partiremo dalla valorizzazione culturale del territorio regionale e provinciale», dice il dirigente. «Quanti di noi non hanno mai messo piede nel Duomo di Prato o alle Scuderie di Tavola? Conoscenze e approfondimenti che poi nel triennio verranno abbinate a discipline tecniche. Un esempio classico è quello delle guide turistiche: non forniremo solo conoscenze linguistiche a anche di storia dell’arte, di letteratura. È un liceo che sfrutta l’impianto classico per arrivare a una formazione multidisciplinare».