Il Tirreno

Toscana

L’omicidio

Rossella uccisa dal marito in albergo nove mesi dopo le nozze. La confessione dell’uomo: «Dovevamo morire insieme». La conferma in una lettera

di Melania Carnevali

	L'albergo in cui è stata trovata morta Rossella Caminotti (foto in basso). Nella foto in alto il marito Alfredo Zenucchi
L'albergo in cui è stata trovata morta Rossella Caminotti (foto in basso). Nella foto in alto il marito Alfredo Zenucchi

La Spezia, il corpo trovato dalla donna delle pulizie. Lui ha vagato in auto per ore. Fermato dai carabinieri ha riferito che «non avevano più voglia di vivere»

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LA SPEZIA. È quasi l’una di pomeriggio. Da quattro ore dal comando provinciale dei carabinieri di La Spezia è stato diramato un avviso di ricerca di una Citroën bianca con a bordo un uomo sulla cinquantina che potrebbe aver ucciso la moglie in un albergo di Mattarana, frazione del comune di Carrodano, ai piedi della Val di Vara. La Lunigiana, subito fuori dai confini liguri, è piena di posti di blocco. Una pattuglia dei carabinieri è ferma sulla via Cisa, a Terrarossa, frazione di Licciana Nardi, in Lunigiana appunto. È festa e la strada è semivuota.

Poi, nella corsia opposta, spunta un’auto bianca. È una Citroën. C’è un uomo a bordo. E, bingo, la targa corrisponde. I militari fanno inversione, accendono sirena e lampeggianti e iniziano a inseguirlo. Non sarà un inseguimento lungo: lui poco dopo si arrende e accosta. Alla guida c’è proprio l’uomo che stanno cercando: Alfredo Zenucchi, 57 anni compiuti giovedì scorso, originario di Bergamo, marito di Rossella Cominotti, 53 anni di Cremona, trovata morta ieri mattina in una camera dell’albergo Antica Locanda Luigina. L’ha uccisa lui. Anche perché è uscito dalla camera dove alloggiavano da sette giorni intorno alle 8,30 di mattina e lei è stata trovata morta meno di mezz’ora dopo. In quel lasso di tempo non è entrato nessun altro. È stata la donna delle pulizia a trovarla. Pensava che la camera fosse vuota. La coppia doveva lasciarla ieri mattina. E lui infatti l’ha lasciata. Ma quando la dipendente ha aperto la porta ha trovato la 53enne stesa sul letto in una pozza di sangue. È corsa alla reception per avvisare i titolari e chiamare il 118. L’ambulanza è arrivata, come sono arrivate subito le auto dei carabinieri, ma lei era già morta. Aveva una ferita profonda alla gola procurata, evidentemente, da un’arma da taglio. Un rasoio, si scoprirà in seguito, trovato sporco di sangue nella stessa camera.

Una domanda di rito (con chi era? ) ed è scattato subito l’avviso di ricerca del marito. Risalire all’auto è stato semplice perché la locanda ha una videocamera puntata sul parcheggio che ha ripreso l’uomo salire e andarsene sulla statale. In pochi minuti sono stati organizzati diversi posti di blocco in tutta la traiettoria che dalla Liguria porta alla Lunigiana. E proprio in questo tragitto l’auto viene segnalata diversa volte. Poi, dopo quatto ore di un viaggio a vuoto, il cinquantasettenne viene bloccato.

Non oppone resistenza. Ai carabinieri che lo fermano dice che doveva uccidersi dopo di lei, che questo era il piano, ma che non ha avuto coraggio di farlo. Non aveva quindi una meta precisa. Andava e basta. Viene portato prima in caserma a Pontremoli, poi a La Spezia dove verrà ascoltato per ore, prima dai carabinieri, poi dal pubblico ministero Elisa Loris. Qui sono tanti i dubbi che la procura deve iniziare a togliersi. La coppia, infatti, residente a Cavatigozzi, alle porte di Cremona, gestiva un’edicola in centro a Bonemerse, davanti al palazzo comunale del paese. Il 29 novembre hanno appeso un cartello sulla porta dell’edicola con scritto “Chiuso dalle 16,30 per motivi famigliari”. Da quel giorno, non l’hanno più riaperta. I giornali si sono accumulati fuori. È stato il sindaco, Luca Ferrarini, a cercare la zia di Rossella per chiederle se aveva notizie dei due edicolanti. I familiari hanno iniziato a chiamarla e a scriverle, ma il telefono era spento. Due giorni fa, il giorno prima del ritrovamento del corpo, la cugina ha lanciato un appello su Facebook: «Aiutateci a trovarla». E ieri, proprio mentre la donna delle pulizie trovava il corpo, la sorella ha sporto denuncia di scomparsa.


Quindi: perché se ne sono andati via senza avvisare nessuno? E perché andare in quel paesino sperduto di La Spezia? Dove erano prima? Cosa è successo in quella camera? L’interrogatorio è andato avanti per ore. Davanti al magistrato l’uomo confessa di averla uccisa con il rasoio e ribadisce quanto detto ai carabinieri che lo hanno fermato, cioè che doveva uccidersi anche lui, che lei era d’accordo, e che i tagli che entrambi hanno sul corpo lo testimonierebbero. Non c’era un motivo preciso. Sì, ha detto, gli affari dell’edicola non andavano bene, ma il problema non era quello: il problema, secondo quanto ricostruito dal 57enne davanti al magistrato, era che non avevano «più voglia di vivere».

Da tempo, sempre secondo la sua dichiarazione, pianificavano di farla finita. Ci sarebbe anche una lettera scritta da lei e firmata da entrambi in cui parlano del loro suicidio, di come volevano uccidersi. Avrebbero pensato allo scarico dell’auto, ma poi avrebbero cambiato idea. Con i 700 euro che avevano sono partiti da Cremona, sono andati a Lerici, poi a Mattarana. In quella camera d’albergo avrebbero provato più volte a tagliarsi le vene. Si erano procurati solo ferite. Fino alla sera di giovedì (giorno del compleanno di Zenucchi) quando lui le ha tagliato la gola. È morta alle dieci di sera e fino alle otto del mattino lui è rimasto accanto al suo corpo. Poi è partito con l’intenzione di schiantarsi con l’auto. Stava cercando un rettilineo e forse lo aveva pure trovato, a Villafranca, ma è stato fermato. L’uomo, difeso dall’avvocato Alberto Rimmaudo, è in stato di arresto per omicidio volontario. Sulla donna sarà effettuata l’autopsia anche per confermare la natura dei tagli. L’udienza di convalida dell’arresto si terrà a Massa.
 

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