L’allarme
Il grande giorno del Tour de France: partenza da Firenze, tutte le curiosità e i dettagli della tappa – Video
Pogacar, Vingegaard e Roglic sono i moschettieri del pedale. Nel pomeriggio l’arrivo a Rimini, nel ricordo di Marco Pantani
Dopo la cerimonia di presentazione delle squadre, nella stupenda cornice di piazzale Michelangelo, il Tour de France numero 111 scatta sabato 29 giugno alle 12,40 dal Viola Park, a Bagno a Ripoli, e transiterà da Pontassieve, Rufina, Scopeti, Dicomano, Vicolagna, San Godenzo, Cavallino e Col del Valico, prima di entrare in Emilia Romagna e raggiungere il traguardo di Rimini. Una partenza densa di significati, nel ricordo indelebile del grande Gino Bartali, nato da queste parti a Ponte a Ema e del “Leone del Mugello” Gastone Nencini. Due toscani doc che hanno vinto il Tour e che sono stati onorati dallo staff della Grande Boucle, in primis dal direttore Christian Prudhomme. Prima del via ufficiale, dalle 12 in poi i concorrenti pedaleranno tra i luoghi simbolo di Firenze. Dal Villaggio alle Cascine, a Porta al Prato, piazza del Duomo, piazza della Signoria per lo start istituzionale, quindi ponte Vecchio, piazza Pitti, piazzale Michelangelo, piazza Gavinana, piazza Gastone Nencini e Bagno a Ripoli.
I partecipanti e il percorso
I campioni partecipanti al Tour saranno preceduti da 13 ciclisti “d’epoca” capeggiati da Michela Piccioni, che il 4 febbraio scorso hanno preso parte alla Ciclostorica “Firenze-Pistoia 1870”, la prima gara ciclistica disputata in Italia, il 2 febbraio 1870. La frazione inaugurale del Tour 2024 misura 206 chilometri e porterà i 176 concorrenti, in rappresentanza di 22 squadre delle quali 18 di categoria World Tour e 4 appartenenti alla categoria Professional, a Rimini con un tracciato costellato di insidiose difficoltà altimetriche, per un ragguardevole dislivello complessivo di 3.800 metri. Si inizierà con il valico Tre Faggi al 49esimo chilometro di gara, 12 chilometri e mezzo con pendenza media al 5,1%; al 78esimo chilometro toccherà al Passo delle Forche (2,5 km al 6,2%), al 95esimo chilometro alla salita di Spinello (7,1 km al 6%), seguita dal Passo del Carnaio (10,5 km al 4,6%) al 136esimo chilometro la salita di Barbotto (5,8 km al 7,6%), al 158esimo chilometro il San Leo (4,6 km al 7,7%), al 167esimo chilometro la salita di Montemaggio (4,2 km al 6,6%) e la salita di San Marino (7,1 km al 4,8 %) al 180esimo chilometro, ad appena 20 chilometri dal traguardo conclusivo di Rimini. Esclusa l’arrampicata iniziale dei Tre Faggi, le altre salite sono tutte in Emilia Romagna. Una tappa la cui altimetria appare come un tracciato di elettrocardiogramma impazzito e che non sembra affatto adatta ai velocisti, anzi, se “cannibale” Pogacar si sarà completamente rimesso dal covid, questo percorso potrebbe essere pane per i suoi denti e dargli l’ispirazione per conquistare la prima maglia gialla, impresa che non gli riuscì per un nonnulla con la prima maglia rosa al Giro. Chissà poi se nella mente di Pogi non sia nata l’idea di indossare la maglia gialla dalla prima all’ultima tappa, un record che nella storia del Tour è stato appannaggio di pochi: lo spazzacamino italo-francese Maurice Garin, il belga Philippe Thys, il nostro Ottavio Bottecchia, il lussemburghese Nicolas Frantz e il belga Romain Maes, tutti prima del 1940. Nell’era moderna nessuno è riuscito nell’impresa.
I grandi nomi
A contrastare Pogacar ci proveranno il connazionale Primoz Roglic, 34 anni vincitore di tre Vuelta di Spagna e del Giro d’Italia dello scorso anno. Impossibile prevedere il rendimento di Jonas Vingegaard, con due Tour nel palmarès, ma infortunatosi nella Vuelta al Pais Vasco in Spagna a inizio aprile. Outsider si possono considerare lo spagnolo Carlos Rodriguez, il debuttante (al Tour) Remco Evenepoel reduce da una primavera con molti interrogativi e il volitivo inglese Tom Pidcock, insieme al suo connazionale Simon Yates e allo spagnolo Enric Mas. È però disarmante vedere come la Uae Team Emirates di Pogacar schieri atleti fortissimi, cioè gli spagnoli Juan Ayuso, Marc Soler, il portoghese José Almeida, Pavel Sivakov e l’inglese Adam Yates. E gli italiani? Teniamoci stretto il nostro neo tricolore Alberto Bettiol per eventuali successi di tappa e Giulio Ciccone per una classifica finale dignitosa, se non vorrà puntare di nuovo alla maglia a pois del miglior scalatore. l
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