Prato, ucciso per 4.000 euro e un telefonino: chiuse le indagini sull’omicidio dell’autotrasportatore indiano
I due presunti autori, due giovani pachistani, furono arrestati a Torino e sono ancora in carcere
PRATO. E’ stato ucciso per 4.000 euro e un telefono cellulare. Non ci sono spiegazioni alternative all’omicidio di Harpal Singh, l’autotrasportatore indiano, residente a Gonzaga in provincia di Mantova, ucciso lo scorso 9 febbraio da due giovani pachistani, suoi dipendenti, nella zona artigianale di Seano. La Procura di Prato ha chiuso in questi giorni le indagini sul fatto di sangue e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per i due presunti autori dell’omicidio, Muhammad Chand, di 30 anni, e Muhammad Sufyan, di 22 anni. I due furono arrestati in treno, alle porte di Torino, mentre tentavano di rifugiarsi in Portogallo. La loro destinazione era nota agli inquirenti perché i loro telefoni cellulari erano intercettati e le parole pronunciate al telefono rappresentano anche la principale prova d’accusa.
Harpal Singh fu accoltellato all’interno di un furgone col quale era andato a ritirare una partita di merce da alcune aziende cinesi di Seano.