Prato, la maledizione del sottopasso: perché (secondo noi) quello di Pratilia è fatto male
Il sottopasso di Pratilia chiuso giovedì sera a causa dell’acqua che si era accumulata: un classico
L’ennesimo ingorgo sollecita interventi strutturali, che spettano all’Anas
PRATO. In oltre due ore, prendendo l’Autostrada del Sole, da Firenze si raggiunge comodamente Orte. In quello stesso lasso di tempo, giovedì sera, chi lavora a Firenze è riuscito a malapena a percorrere i 20 chilometri che separano il capoluogo regionale dal centro di Prato. E all’indomani del maxi-ingorgo che ha bloccato tutta la parte est della città si è ormai capito che non è più questione di sottopassi o sovrappassi, ma di sottopassi fatti bene e sottopassi fatti male. Quello di Pratilia, incubo quotidiano dei pendolari, per esempio, è fatto male.
Primo indizio: si allaga quasi sempre solo nella carreggiata in direzione Pistoia, quasi mai in direzione Firenze. Secondo indizio: il sottopasso che lo precede, quello della Questura, e il sottopasso che lo segue, quello all’altezza di via Nenni, non si allagano quasi mai. E probabilmente non si allagherà nemmeno il mitico sottopasso del Soccorso, se un giorno si decideranno a realizzarlo. Due indizi non fanno una prova, ma ci dicono che sì, quel sottopasso avrebbe bisogno di interventi strutturali, che a questo punto spettano all’Anas, visto che ormai da otto anni il viale Leonardo da Vinci è passato sotto l’ala dell’Azienda nazionale autonoma strade statali.
In Comune dicono che non ci possono mettere le mani, possono solo sollecitare un intervento di Anas, e dicono di averlo fatto in via informale facendo pressioni sulla Direzione regionale di Firenze. Altrettanto informalmente si sa che Anas continua a fare, bene o male, la manutenzione della strada, ma non sono in programma interventi strutturali su quel sottopasso.
Il problema del sottopasso di Pratilia è che quando si decise di realizzarlo, più di trent’anni fa, si decise anche di risparmiare sui costi e non furono previste le pompe idrauliche. Il progetto prevedeva che l’acqua in eccesso venisse scaricata in un campo sul lato di Pratilia e dove ora sorge il supermercato Esselunga. Li ci sono delle piccole pompe che all’occorrenza “succhiano”, ma siccome, a differenza degli altri sottopassi, non è stata fatta una vasca di raccolta, l’acqua non ci arriva e invade la sede stradale. All’epoca la scelta poteva anche avere un senso, perché le precipitazioni non erano così intense come quelle degli ultimi anni, ma adesso non è più così e quelle pompe servirebbero come il pane. Ecco perché urge un intervento di Anas su una strada che è forse la più strategica della provincia di Prato e che non può essere chiusa per una semplice pioggia autunnale come quella di giovedì pomeriggio.
Ma è inutile girarci intorno. Se la competenza degli interventi è di Anas, il problema riguarda anche il Comune, perché le migliaia di automobilisti che giovedì sera sono rimasti intrappolati nel maxi-ingorgo non se la prendono con Anas, se la prendono col Comune. Basta dare un’occhiata ai commenti fioccati sui social. Per questo la sindaca Ilaria Bugetti, anche pochi giorni fa, è tornata a sollecitare Anas, in termini ultimativi, nel corso di una “call”. Dunque il Comune ora si trova a pagare un prezzo politico per un problema che teoricamente non ha la competenza di risolvere. Un bel rompicapo. Anzi, un bell’ingorgo.