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Prato, la maledizione del sottopasso: perché (secondo noi) quello di Pratilia è fatto male

di Paolo Nencioni

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Il sottopasso di Pratilia chiuso giovedì sera a causa dell’acqua che si era accumulata: un classico

L’ennesimo ingorgo sollecita interventi strutturali, che spettano all’Anas

23 novembre 2024
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PRATO. In oltre due ore, prendendo l’Autostrada del Sole, da Firenze si raggiunge comodamente Orte. In quello stesso lasso di tempo, giovedì sera, chi lavora a Firenze è riuscito a malapena a percorrere i 20 chilometri che separano il capoluogo regionale dal centro di Prato. E all’indomani del maxi-ingorgo che ha bloccato tutta la parte est della città si è ormai capito che non è più questione di sottopassi o sovrappassi, ma di sottopassi fatti bene e sottopassi fatti male. Quello di Pratilia, incubo quotidiano dei pendolari, per esempio, è fatto male.

Primo indizio: si allaga quasi sempre solo nella carreggiata in direzione Pistoia, quasi mai in direzione Firenze. Secondo indizio: il sottopasso che lo precede, quello della Questura, e il sottopasso che lo segue, quello all’altezza di via Nenni, non si allagano quasi mai. E probabilmente non si allagherà nemmeno il mitico sottopasso del Soccorso, se un giorno si decideranno a realizzarlo. Due indizi non fanno una prova, ma ci dicono che sì, quel sottopasso avrebbe bisogno di interventi strutturali, che a questo punto spettano all’Anas, visto che ormai da otto anni il viale Leonardo da Vinci è passato sotto l’ala dell’Azienda nazionale autonoma strade statali.

In Comune dicono che non ci possono mettere le mani, possono solo sollecitare un intervento di Anas, e dicono di averlo fatto in via informale facendo pressioni sulla Direzione regionale di Firenze. Altrettanto informalmente si sa che Anas continua a fare, bene o male, la manutenzione della strada, ma non sono in programma interventi strutturali su quel sottopasso.

Il problema del sottopasso di Pratilia è che quando si decise di realizzarlo, più di trent’anni fa, si decise anche di risparmiare sui costi e non furono previste le pompe idrauliche. Il progetto prevedeva che l’acqua in eccesso venisse scaricata in un campo sul lato di Pratilia e dove ora sorge il supermercato Esselunga. Li ci sono delle piccole pompe che all’occorrenza “succhiano”, ma siccome, a differenza degli altri sottopassi, non è stata fatta una vasca di raccolta, l’acqua non ci arriva e invade la sede stradale. All’epoca la scelta poteva anche avere un senso, perché le precipitazioni non erano così intense come quelle degli ultimi anni, ma adesso non è più così e quelle pompe servirebbero come il pane. Ecco perché urge un intervento di Anas su una strada che è forse la più strategica della provincia di Prato e che non può essere chiusa per una semplice pioggia autunnale come quella di giovedì pomeriggio.

Ma è inutile girarci intorno. Se la competenza degli interventi è di Anas, il problema riguarda anche il Comune, perché le migliaia di automobilisti che giovedì sera sono rimasti intrappolati nel maxi-ingorgo non se la prendono con Anas, se la prendono col Comune. Basta dare un’occhiata ai commenti fioccati sui social. Per questo la sindaca Ilaria Bugetti, anche pochi giorni fa, è tornata a sollecitare Anas, in termini ultimativi, nel corso di una “call”. Dunque il Comune ora si trova a pagare un prezzo politico per un problema che teoricamente non ha la competenza di risolvere. Un bel rompicapo. Anzi, un bell’ingorgo.
 

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