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Tribunale

Prato, a processo per stalking nei confronti dell’ex fidanzata

di Ilenia Reali
Prato, a processo per stalking nei confronti dell’ex fidanzata

È accusato anche di lesioni e di tentata estorsione. «Veniva sotto casa e inviava le foto del campanello, scriveva il suo nome sull’auto»

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FIRENZE. Si conoscono e si piacciono. Lei ha 57 anni, lui 26. La differenza di età è molta ma per i due l’età non conta e cominciano a frequentarsi. Si vedono più spesso a casa di lui, lei gli racconta della sua vita, delle figlie.

Non sa che l’uomo, di origine gambiana, è agli arresti domiciliari per reati legati alla droga.

Lo scoprirà durante la storia, quando la relazione comincia ad affievolirsi ma soprattutto sfocia nella violenza. Cominciano le scenate di gelosia.

Una sera lui non si ferma, vuol sapere dove la donna sia stata e vuole prenderle il cellulare, la picchia.

Le morde un dito e lei è costretta a rivolgersi al pronto soccorso: 25 giorni di prognosi. La donna, difesa dall’avvocato Cristian Vannucchi, non presenta querela. Lo lascia.

L’uomo non si rassegna, continua a cercarla, le chiede soldi per sé e per la famiglia di origine ed è qui, tutto secondo la ricostruzione della donna, che la situazione si fa ancora più seria tanto che ieri la storia è arrivata in tribunale, in udienza preliminare con rito abbreviato condizionato a sentire l’imputato, con l’accusa di stalking, tentata estorsione e lesioni. L’imputato, assistito dall’avvocata Amanda Veggia, è stato quindi sentito: ha confermato la relazione ma ha contestato parte delle accuse. La discussione è stata rinviata al 28 giugno.

Niente invece è stato deciso sulla revoca del divieto di avvicinamento per cui l’imputato continuerà, come deciso lo scorso luglio, a indossare il braccialetto elettronico.

La donna invece conferma, attraverso le denunce presentate, che non avrebbe avuto più pace. Il giovane avrebbe cominciato a chiedere soldi anche alle figlie di lei, consapevole che loro erano il punto debole dell’ex fidanzata.

Sapeva che così facendo l’avrebbe esasperata. L’uomo, per mesi,si presenta sotto casa della donna, le invia messaggi con allegate le foto del campanello di casa come per segnalarle che lui è lì, che è molto vicino. Scrive il suo nome sull’auto polverosa della donna.

Le sta addosso.

Minaccia anche di suicidarsi, di dar fuoco alla casa. Le tre donne non ce la fanno più e a quel punto decidono di non tacere la situazione, hanno paura, temono che questi comportamenti non possano cessare mai.

Decidono di denunciare e ieri l’inizio del processo.




 

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