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Calcio: Serie C

I gol e le “sportellate”: il futuro del Pontedera sulle spalle del gigante Italeng

di Stefano Scarpetti
Jonathan Italeng sommerso dall’abbraccio dei compagni dopo uno dei gol realizzati con la maglia del Pontedera nell’attuale campionato (foto Silvi)
Jonathan Italeng sommerso dall’abbraccio dei compagni dopo uno dei gol realizzati con la maglia del Pontedera nell’attuale campionato (foto Silvi)

L’attaccante è la nota lieta della stagione granata

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PONTEDERA. È stata una prima parte di stagione caratterizzata da molte difficoltà, quella del Pontedera. Il cambio di guida tecnica avvenuto all'ottava giornata ne è una testimonianza: dopo la sconfitta di Carpi Leonardo Menichini ha preso il posto di Alessandro Agostini. I granata hanno stazionato per diverse giornate nella zona playout della classifica del campionato di Serie C, uscendone soltanto dopo il successo contro il Perugia. Non tutto è negativo, insomma.

Sorpresa

E fra le note positive, per certi versi sorprendenti, c'è da segnalare il rendimento dell'attaccante camerunense Jonathan Italeng, arrivato in estate con la formula del prestito dall'Atalanta. Il classe 2001 ha fatto la trafila in un settore giovanile di tutto rispetto come quello orobico e prima di indossare la maglia granata aveva militato prima nel Trento e poi con Atalanta Under 23, Montevarchi, Lecco e Taranto. Tuttavia in riva all'Era ha vissuto una prima parte di campionato straordinaria realizzando 8 gol in 15 partite disputate, 10 in 17 se consideriamo i due turni di Coppa Italia contro Pianese ed Avellino.
Il gigante
Il suo strapotere fisico è un fattore determinante, anche se questo rappresenta un arma a doppio taglio: in alcune circostanze dovrebbe imparare a contenersi, evitando provvedimenti disciplinari. L'istinto lo ha penalizzato a Carpi, quando ha commesso un fallo di reazione costato ben quattro giornate di squalifica. Sembra essere a suo agio con Corona, elemento simile per caratteristiche con il quale si trova spesso ad occhi chiusi. I margini di miglioramento sul piano tattico sono enormi: spesso pecca di altruismo o non compie la scelta giusta nei sedici metri avversari. Tuttavia il suo apporto è stato fondamentale non soltanto in termini di gol - 10 centri è il suo record personale - ma anche per la capacità di proteggere palla, consentendo alla squadra di respirare nei momenti di maggiore difficoltà contribuendo in maniera significativa alla manovra offensiva. In questo reparto, come detto, c'è anche Corona, talvolta viene adattato anche Ianesi che gradisce partire da dietro. Con la partenza di Ragatzu l’attacco appare sguarnito, la società in questo senso dovrà fare delle valutazioni per consentire a mister Menichini di avere maggiori alternative rispetto a quelle avute fin qui. Tuttavia Italeng è una delle principali armi per centrare l'obiettivo della salvezza.


 

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