Il Tirreno

Sanità

Pontedera, garze restano nell’addome dopo un intervento al rene: il dolore, la scoperta e la seconda operazione

di Paola Silvi

	L’ingresso dell’ospedale Lotti e una sala operatoria (foto di repertorio)
L’ingresso dell’ospedale Lotti e una sala operatoria (foto di repertorio)

Il paziente ha accusato dolori e la Tac ha svelato le cause. L’Asl ha subito avviato una verifica interna per capire come è stata possibile la dimenticanza

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PONTEDERA. L’operazione pareva essersi risolta nel migliore dei modi. Qualche giorno di degenza e poi il ritorno a casa, in famiglia. E invece qualcosa è andato storto e un signore pontederese ha affrontato una settimana decisamente difficile. Un iter post chirurgico complesso dove invece di diminuire e piano, piano scomparire, i dolori aumentavano. E con loro l’ansia e la preoccupazione di sensazioni e sintomi che non ci sarebbero dovuti essere. Ha rischiato la vita insomma il pensionato, dopo la nefrectomia per via laparoscopica.

Le garze nell'addome

Tanto che provvidenziale e salvifica, nel senso letterale del termine, è stata la decisione dei sanitari di sottoporlo prima delle dimissioni ad altri accertamenti compresa una Tac che in origine aveva dato esito negativo. Perché dai nuovi esami effettuati è stato scoperto l’arcano e la causa di quella che davvero era una sofferenza inusuale. I sanitari si erano dimenticati alcune minuscole garze nel suo addome. Non avevano rimosso, a conclusione dell’intervento laparoscopico per asportare un rene, piccoli ritagli di tessuto che hanno ovviamente aggravato le condizioni del paziente. Così visto che i disturbi non passavano, a distanza di alcuni giorni, all’ospedale hanno capito il problema e predisposto urgentemente una seconda operazione per risolvere il motivo dello strazio anomalo e dei disturbi che lo avevano travolto gettandolo in una spirale di dubbi e sconforto.

Come sta il paziente

Le condizioni dell’uomo attualmente ricoverato in terapia intensiva stanno migliorando e dall’Asl Toscana nord ovest assicurano che sia fuori pericolo. Uno spiraglio che arriva a rassicurare la vittima di questo errore e la sua famiglia. Che, scongiurate le conseguenze peggiori, possono tirare un sospiro di sollievo e affrontare le prossime settimane con una nuova speranza di ripresa.

L'indagine interna

Nel frattempo dall’Asl Toscana nord ovest stanno cercando di ricostruire la vicenda, ripercorrendo nel dettaglio quanto possa essere accaduto in sala operatoria. In ospedale hanno insomma immediatamente avviato le procedure di audit interno, ovvero un meccanismo di controllo, supervisione e monitoraggio di ogni passaggio avvenuto durante l’intervento e del sistema di gestione per la qualità per verificare il motivo della problematica accorsa. Anche se in questo caso sembra sia dovuto all’errato conteggio delle garze a fine operazione. Una mancanza insomma, non una complicanza post operatoria. Prima e dopo una seduta chirurgica le indicazioni prevedono infatti di contare tutti gli strumenti utilizzati, dai ferri alle garze, dagli aghi, ai bisturi ad altro strumentario chirurgico, il cui numero dev’essere lo stesso all’inizio e al termine dell’intervento. Il medico sutura il paziente solo se i conti tornano. Ed evidentemente quel giorno così risultavano a chi doveva tenerne il registro.
E il chirurgo ha richiuso l’addome, dove poi, in seguito, sono stati rinvenuti però i corpi estranei lasciati dentro che hanno provocato non poche tribolazioni al signore in questione. «La checklist per la sicurezza è stata fatta – spiegano dall’azienda sanitaria – ma purtroppo l’errore è umano e c’è stato. Abbiamo fatto un audit, aperto un’indagine interna con l’obiettivo di valutare obiettivamente tutti gli step e allo stesso tempo ci siamo già confrontati con il paziente e la famiglia».

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