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Maltrattamenti ai piccoli alunni la maestra non tornerà a insegnare

di Luca Cinotti
La scuola elementare Carducci a Santa Croce sull’Arno
La scuola elementare Carducci a Santa Croce sull’Arno

Respinto il ricorso contro il licenziamento dopo la condanna penale

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SANTA CROCE. Non tornerà a insegnare la maestra che – insieme a una collega – è stata condannata nel 2022 per una bruttissima storia di maltrattamenti a danno dei bambini della scuola primaria Carducci di Santa Croce sull’Arno. Il giudice del lavoro di Pisa Salvatore Ferraro ha infatti respinto il ricorso presentato da Alessandra Caponi, oggi 64enne, una delle insegnanti coinvolte, che aveva chiesto di annullare il licenziamento arrivato dopo la sentenza di primo grado che l’aveva visto condannata a un anno e dieci mesi di reclusione (pena sospesa).

Una classe da incubo

La vicenda era emersa nel 2016, a seguito della querela presentata dalla famiglia di una bambina che frequentava la classe I B della scuola elementare di Santa Croce. Da lì erano partite le investigazioni dei carabinieri, che si erano svolte soprattutto attraverso le intercettazioni ambientali e i video ripresi da telecamere nascoste.

Un materiale probatorio che aveva spinto il Gip del Tribunale di Pisa, a maggio 2016, a sospendere dalle funzioni Caponi (che era insegnante di sostegno) e la sua collega Filomena Ferrara.

Secondo quanto emerso anche nel successivo processo, i maltrattamenti e (in alcuni casi) le botte nei confronti dei bambini erano più che frequenti in quella classe: in 60 giorni – disse il pubblico ministero nella requisitoria – se ne contarono 50. Di questi, 46 attribuibili alla Ferrara e quattro alla Caponi. Che però non avrebbe mai svolto il suo ruolo di mediatore né si sarebbe preoccupata di moderare i comportamenti della collega.

Risultato: a gennaio di due anni fa il Tribunale di Pisa condannò al Ferrara a tre anni e dieci mesi e la Caponi a un anno e dieci mesi.

Licenziamento e ricorso

Nel frattempo Ferrara, più anziana, era andata in pensione. Per quanto riguarda Caponi a giugno del 2016, a scuola finita, era stata riammessa al servizio. Un mese dopo era partito il procedimento disciplinare nei suoi confronti che però era stato sospeso in attesa dell’esito del processo penale. Così, dopo la pronuncia del Tribunale, a ottobre 2022 era stato decretato il licenziamento disciplinare per Caponi.

L’insegnante, però, aveva presentato ricorso. Sostenendo che la sospensione del procedimento disciplinare deciso nel 2016 avrebbe dovuto portare l’Ufficio scolastico regionale ad aspettare che la condanna diventasse definitiva (cosa non ancora avvenuta).

Il giudice del lavoro, tuttavia, ha respinto questa tesi sostenendo che la sospensione del procedimento disciplinare era giustificata dalla complessità del caso ma che durante il processo erano emersi elementi «di gran lunga maggiori rispetto a quelli emersi nel corso della prima fase delle indagini preliminari». Dunque a quel punto l’amministrazione scolastica si trovava nella legittima situazione di poter “riattivare” il procedimento disciplinare che era stato sospeso, per portarlo così a conclusione con il licenziamento della maestra.
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