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Addio a Giorgio Morelli, storico tartufaio di San Miniato muore alla vigilia della Mostra


	Giorgio Morelli
Giorgio Morelli

Il 94enne ha contribuito a fondare l’Associazione e il Museo della Memoria

14 novembre 2024
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SAN MINIATO. Alla vigilia di una nuova edizione della Mostra mercato del tartufo bianco, San Miniato fa i conti con la perdita di un suo cittadino illustre che ha lavorato anni proprio per questa importante manifestazione. L’altra sera, infatti, è morto Giorgio Morelli, 94 anni, uno dei fondatori dell’Associazione tartufai delle Colline sanminiatesi e per più di 30 anni al servizio della Mostra mercato.

Fino dal dopoguerra ha lavorato nel negozio del nonno in via IV novembre e poi ha portato avanti la sua attività commerciale fino al 1994. Nel negozio, oltre che la ferramenta, ha gestito un’armeria, per i fucili da caccia, attività di enologia e anche quelle collegate alla coltivazione di tabacco, lavorando oltre che per la zona anche per l’aretino e l’Umbria. Persona molto lungimirante, grazie a lui nel 1982 si è costituita l’Associazione tartufai delle Colline Sanminiatesi, che ha avuto oltre 400 associati. Ha lavorato per oltre 30 anni attivamente all’organizzazione della Mostra mercato del tartufo di San Miniato, che ha contribuito fortemente a fare decollare, da sagra locale a una delle manifestazioni più importanti d’Italia.

Morelli ha gestito per molti anni, con la moglie Lucia, con le figlie e con molti associati il ristorante dei tartufai. Sotto la sua presidenza, alla fine degli anni Ottanta, è stato creato il marchio dell’Associazione tartufai e ha collaborato allo sviluppo dell’immagine del tartufo di San Miniato, partecipando a molte trasmissione televisive da Uno mattina a Geo e Geo e rilasciando interviste ai più importanti quotidiani d’Italia e stranieri. È stato fra i tartufai più stimati del territorio per la sua grande esperienza e capacità. Il 94enne è stato un protagonista indiscusso di San Miniato per molti decenni e negli ultimi anni ha collaborato con passione con il Mume (Museo della Memoria) non solo partecipando alle iniziative sulla memoria, ma essendo un punto di riferimento per decine di studenti a cui raccontava come testimone in modo circostanziato e appassionato gli avvenimenti che riguardavano il passaggio della guerra.

Con la sua scomparsa San Miniato perde un pezzo importante della propria storia. In molti ricordano le sue grandi capacità comunicative, la sua fervida intelligenza e la sua lucidità fino alla fine. La salma è esposta nella sua abitazione in via Roma a San Miniato. Il funerale sarà celebrato sabato 16 novembre alle 14,30.

Il sindaco Simone Giglioli ha ricordato la figura di Giorgio Morelli sottolineando l’impegno «fin da quando era commerciante in centro storico, per lo sviluppo e la crescita della nostra città». E riferendosi al suo lavoro per la Mostra mercato, il sindaco sottolinea che «Giorgio ha creduto in questa manifestazione da sempre, con grande determinazione, anche nei momenti in cui non erano in tanti a farlo. Per molti anni chi veniva alla Mostra lo poteva trovare con la moglie Lucia, le figlie e insieme a molti associati a gestire lo storico ristorante dei tartufai. Il suo impegno per lo sviluppo dell’immagine del tartufo di San Miniato è stato davvero ammirevole: dobbiamo a lui anche il marchio dell’associazione tartufai, un simbolo utilizzato ancora oggi che rende questa realtà riconoscibile a livello nazionale. All’inaugurazione della Mostra del tartufo, sabato, faremo un suo ricordo».

Poi Giglioli parla dell’impegno di Morelli per il Museo della Memoria: «Uno spazio nato anche e soprattutto grazie a chi, come Giorgio, ha lasciato testimonianze video del passaggio della guerra, un impegno che lo ha portato a essere un punto di riferimento per decine di studenti e studentesse a cui raccontava con lucidità e schiettezza gli avvenimenti che riguardavano questi giorni terribili. Alle figlie porgo le più sentite condoglianze, con Giorgio perdiamo una figura fondamentale per la nostra comunità, che ha reso San Miniato la città che oggi conosciamo e di cui possiamo essere davvero orgogliosi».

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