Calcio
«Voglio vedere vivo il borgo di Terricciola e dopo l’osteria riapro il circolo Acli»
Nel 2019 la butese Roberta Marchi partì con “Il tino”. Ora al bancone serve le colazioni. Altri posti per i giovani
TERRICCIOLA. Il dado è tratto. Non sulla riva del Rubicone ma sulla collina di Terricciola. E così, dopo il Tino da Roberta, la trattoria-pizzeria, la medesima Roberta ha aperto pure il circolo, l’ex circolo Acli. L’una accanto all’altro in via Roma, nel pieno centro del borgo di Terricciola. Tutto questo perché? «Voglio vedere il paese vivo. Mi piace sapere che Terricciola, con le sue potenzialità, possa offrire le sue delizie a chi sale sul colle e mostrare tutta la sua vitalità a chi sa scegliere le cose belle e genuine».
Roberta Marchi ci crede, è sicura di sé. E così, proprio la sera di Pasqua ha tagliato il nastro al circolo, presenti il sindaco Mirko Bini e il parroco don Michele.
Ci è voluta anche la benedizione con l’acqua santa? «Ma no, Terricciola è città del vino e, senza apparire irriverenti verso i segni della fede cristiana, così è. E deve proseguire. Non mescoliamo le due cose». Roberta Marchi, 59 anni, arriva da Buti, ma sulla collina dell’Alta Valdera ha intuito che c’è la possibilità di lavorar bene e di impostare un percorso che può dare frutti saporiti.
«In effetti – dice – con l’osteria che ho aperto nel 2019 le cose sono andate bene. Poi ci si è messo il Coronavirus ma si vede che la cosa può andare. Con il giardino, quindi con lo sfogo all’aperto, posso arrivare a 100 coperti, sennò considerando soltanto l’interno mi fermo a una sessantina».
E ora il via al circolo ex Acli. Perché? «Una scelta molto semplice: al mattino dovevo fare, per le richieste, tante colazioni al ristorante e non potevo tenere aperto quell’attività per fare i cappuccini e servire i cornetti fin dalla mattina. Allora mi sono detta: diamo un altro impulso a questo paese e le colazioni facciamole al circolo».
A Terricciola c’è un altro bar, ma sembra che ci sia possibilità per tutti di poter lavorare bene.
Quindi tutto questo presuppone opportunità di lavoro. Di nuovo personale. «Di sicuro. Dovrò ricorrere ad altri due o tre giovani oltre a quelli che ho già. Mentre alla trattoria “ Il tino da Roberta” mi aiutano in 5-6 tra la cucina e il servizio ai tavoli. Ci credo molto in questo settore e credo anche nello sviluppo ricettivo di Terricciola. Può offrire molte cose – osserva Roberta Marchi – a chi è buongustaio e anche a chi ama la natura e il paesaggio. Quindi avanti così!».
Del resto, Roberta Marchi si conferma un gran bel personaggio dai contorni e dal carattere tipicamente toscani. «Il nome che ho scelto per il circolo è tutto un programma: “Ar manicomio”, si chiama».
E se la faccenda ancoranon è chiara, non c’è da spiegare granché.
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