San Miniato, Simone Giglioli vince le primarie del Pd e corre per il bis – Video
Battuto l’ex segretario Vincenzo Mastroianni, l’abbraccio del sindaco con il presidente della Regione Eugenio Giani
SAN MINIATO. Simone Giglioli ha vinto le primarie del Pd, che si sono svolte domenica 10 marzo, battendo Vincenzo Mastroianni, ex segretario del Partito democratico. L’attuale sindaco di San Miniato correrà dunque per il bis alle prossime elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno.
Giglioli, che ha incassato il 59% (i votanti sono stati complessivamente 1.966), se la vedrà con Lucio Gussetti, che guida la lista civica “Vita Nova San Miniato”. Tra i primi a congratularsi con Giglioli, il presidente della Regione Eugenio Giani.
I motivi
Si chiude dunque con la fiducia a Giglioli una fase turbolenta all’interno del Partito democratico di San Miniato, alle prese con una crisi interna inaugurata almeno formalmente lo scorso novembre, con le dimissioni della segretaria del partito Azzurra Bonaccorsi. Addio ufficialmente motivato da questioni di natura personale, che non ha fatto altro che aggravare un dibattito interno che da molti mesi vedeva parte del partito impegnata in una critica serrata all’operato del primo cittadino, eletto nel 2019 alla fine del primo ballottaggio nella storia del comune, roccaforte imbattuta del centrosinistra dal dopoguerra ad oggi.
La vigilia
Spaccatura certificata anche da un’indagine interna promossa dalla stessa segreteria, che ha finito per per essere un boomerang per una parte dei vertici. Appena due mesi fa, poi, un altro pezzo se n’è andato: l’assessora ai lavori pubblici Marzia Fattori, che ha accompagnato le sue dimissioni da più riferimenti ad un clima non sereno in giunta e in consiglio. Fra le critiche più accese rivolte da una parte del partito al primo cittadino, quella di sostanziale immobilismo, fra opere pubbliche attese da anni, annunciate più volte e mai partite, rimandate più volte o avviate solo nell’ultimo anno. Oltre a problemi accumulati e ancora da affrontare, come quello delle condizioni generali di varie scuole nel territorio comunale. Critiche e arringhe difensive (Giglioli rivendica a spada tratta il suo operato e ribatte punto su punto) sono serpeggiate anche giovedì sera nel confronto fra i due candidati, alla fine di una campagna per le primarie che li ha visti attraversare in lungo e in largo il comune e le sue frazioni. «Quasi un anno fa è stata avviata un’indagine interna per comprendere come il partito giudicasse questa legislatura. La valutazione complessiva è stata negativa - ha spiegato Vincenzo Mastroianni - Troppe le questioni non risolte e lasciate in sospeso: il liceo Marconi (da anni in una sede provvisoria, nda), la carenza di parcheggi, la viabilità, la gestione delle infrastrutture in alcune frazioni. Serve uno spirito concreto del "fare" che in questi anni è mancato».
I protagonisti
Classe ’59, pensionato, con un passato da consigliere comunale nella Dc e nel Partito Popolare, Mastroianni è una figura storica del Pd a San Miniato, per il quale è stato a lungo tesoriere e responsabile della Festa de l’Unità. Dopo le dimissioni di Bonaccorsi, in novembre è stato nominato segretario del partito, incarico lasciato meno di tre mesi dopo per candidarsi. «Cinque anni non sono sufficienti per qualsiasi sindaco, noi in questa legislatura ne abbiamo avuti appena tre a causa del Covid - ribatte Simone Giglioli, classe 1978, laureato in giurisprudenza e dipendente bancario - Le primarie possono essere un’occasione di partecipazione, ma non adesso, a marzo, quando dovremmo pensare già a liste, nomi, programmi. Gli altri si organizzano, mentre noi siamo sempre qui».