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L’anniversario dell’alluvione, Quarrata dice “grazie” e premia l’impegno dei volontari

di Tiziana Gori
La sala del Forum della Banca Alta Toscana con il tavolo dei relatori (foto Paolo Nucci)
La sala del Forum della Banca Alta Toscana con il tavolo dei relatori (foto Paolo Nucci)

Il presidente Eugenio Giani: «Abbiamo passato un momento durissimo, ma la Toscana ha dimostrato di saper rialzarsi»

02 novembre 2024
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QUARRATA. «Abbiamo individuato – dice Jacopo Manetti, direttore generale del Consorzio di bonifica Medio Valdarno – 56 interventi per la probabile mitigazione del rischio idraulico, per un totale di 356 milioni di euro. Quattordici riguardano il territorio quarratino. Abbiamo mandato la lista al commissario straordinario per l’emergenza alluvione (e si gira verso il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani), che dovrà presentarli al Dipartimento nazionale di protezione civile».

L’alluvione che, il 2 e 4 novembre 2023 ha devastato la Piana compresa tra Quarrata (in misura minore anche Serravalle), Montale, Montemurlo, Poggio a Caiano, Seano, fino ad arrivare a Campi Bisenzio (dove il 68% del territorio è stato inondato) per gli addetti ai lavori entra di diritto nella storia della meteorologia regionale, dimostrando l’aumento dei rischi connessi al cambiamento climatico. Cambiamento che, per una parte della politica e una parte (minima) di scienziati è ciclico ma non di origine antropica.

«Possiamo solo mitigare»

Quale che sia la causa, l’appuntamento organizzato dal Comune di Quarrata e dalla Banca Alta Toscana nel Forum dell’istituto di credito, a Vignole, è servito a fare il punto della situazione. E, a distanza di un anno, a circondare di abbracci e ringraziamenti, i volontari delle associazioni, i dipendenti delle forze dell’ordine e degli enti locali che non hanno esitato a dare una mano dall’inizio alla fine dell’emergenza. C’è stato bisogno, e ci sarà sempre più bisogno di loro perché, dice con molta chiarezza Manetti «la mitigazione è possibile, la messa in sicurezza improbabile». L’obiettivo sarà «avere un sistema di acque basse sufficientemente robusto e arginature dei corsi principali che reggano». Può far venire qualche brivido a chi vive nella Piana, ma per Manetti dobbiamo abituarci a un’idea: «Avere piene con tracimazioni potrebbe essere considerato un rischio accettabile». Basta che non ci siano «rotture arginali». Il futuro non si prospetta tranquillo, ma questo lo sapevamo. Su Quarrata il progetto più importante riguarda il superamento delle criticità strutturali degli argini dello Stella a monte del Ponte Torto fino all’attraversamento stradale dell’A11. Costerà 84 milioni di euro.

«Siamo stati tempestivi»

Duecento millimetri di pioggia sono caduti in poche ore a Montemurlo, 170 a Montale e Quarrata. La risposta delle istituzioni è stata tempestiva, secondo Gabriele Romiti e Alessandro Bertaccini, dirigente Area valorizzazione e sviluppo del territorio del Comune di Quarrata: «Alle 17,30 era stato attivato il Coc di Quarrata e Serravalle e disposta l’ordinanza di chiusura delle scuole. Pensiamo che nella provincia di Valencia tutto questo non è stato fatto».

Il lavoro di Alia

«Coordinavamo – racconta Alessandro Canovai, direttore operativo di Alia servizi ambientali – 246 squadre nei giorni dell’emergenza, con 160 mezzi. Nella fase più critica, a Quarrata, fino al 25 novembre, sono state impegnate 16 squadre al giorno, per la raccolta di 600mila metri cubi di rifiuti. Canovai ha ringraziato Romiti per la messa a disposizione di piazza Ricotti quale piazzola di raggruppamento.

Publiacqua

«Abbiamo – dice Nicola Perini, presidente di Publiacqua – un sistema di caditoie progettato negli anni 50/60, che va “accompagnato” e integrato con nuovi interventi. Insieme all’Autorità idrica stiamo mettendo in campo una serie di progetti. Il territorio palesa nuovi bisogni, e mi sento di dire che o troviamo un modello collettivo di cooperazione o non ci difenderemo in maniera adeguata».

L’assessore regionale

La Regione ha stanziato 122 milioni per le somme urgenze, ma solo a Quarrata ne servono altri 134mila. «È stato fatto molto – sostiene Monia Monni, assessore regionale all’ ma c’è ancora tutto da fare. Abbiamo messo cerotti, ripristinando la situazione antecedente l’evento alluvionale». A livello regionale «abbiamo bisogno di un miliardo e cento milioni di euro per la mitigazione del rischio idraulico. Li abbiamo inseriti nel Piano di ricostruzione validato dal Dipartimento nazionale di protezione civile - e quindi anche dal Governo - e consegnato all’Unione europea, ma a oggi non abbiamo avuto alcuna risposta. Capisco che le emergenze siano molte, ma è sconfortante non poter dire nulla ai cittadini».

«Chiedete i rimborsi»

Eugenio Giani ripete le parole che gli sono state dette da tanti cittadini: «Abbiamo avuto solo 3mila euro di rimborso». Il presidente della Regione volge quelle parole al positivo: «Nello scorso bilancio ho “taglieggiato” i miei assessori, togliendo da tutti i loro bilanci, per mettere risorse a disposizione dell’emergenza. Sono stati stanziati 25 milioni di euro.

Ebbene di questi 25 milioni, 23 sono stati erogati, con 8.646 contributi. Restano 600 persone, che ancora non hanno comunicato l’Iban necessario per procedere al pagamento e 300 casi particolari che i Comuni stanno gestendo direttamente. Lo Stato – prosegue – ha stanziato 68 milioni. Sono 5.722 i cittadini ammessi al contributo, di questi 5.565 possono accedere alla richiesta di anticipo del 50%». «Quello che abbiamo vissuto è stato un momento durissimo – ha detto Giani – ma la Toscana ha reagito con grande determinazione e unità. Abbiamo reagito grazie ai cittadini, alla forza delle istituzioni e alla solidarietà di chi si è messo al servizio della comunità. La Toscana è forte e capace di rialzarsi anche nei momenti più difficili».

Le cose da fare

«Dentro la difesa del suolo – asserisce Monni – vanno inseriti i piani urbanistici, i piani di protezione civile, i piani edilizi. E immaginare di finanziare i progetti con bandi specifici. Se sono evidenti i cambiamenti climatici, evidente deve essere anche la reazione. E chiaramente la riduzione del problema passa dalla riduzione delle emissioni clima alteranti».

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