Laura, morta incinta di 8 mesi: due sogni spezzati da un malore. L’ipotesi sulla causa e la lotta per la vita del piccolo Andrea
Pistoia, l’Asl ha disposto l’autopsia, si ipotizza che la 36enne abbia avuto un’emorragia cerebrale. Il bimbo è stato fatto nascere con cesareo domenica e poi trasferito al Meyer: è in prognosi riservata
PISTOIA. Il suo sogno era lavorare nell’emergenza - urgenza, al 118. E anche come soccorritrice sugli elicotteri. Prima di tutto però c’era Andrea. Quel piccolo che doveva vedere la luce a marzo e che lei e Antonio, il suo compagno, attendevano con tanto amore. Con gioia, con stupore.
Andrea è stato fatto nascere d’urgenza con taglio cesareo ed è ricoverato in gravissime condizioni nella terapia intensiva del reparto neonatale dell’ospedale Meyer, a Firenze. Sua mamma, Laura Porta, 36 anni, è morta domenica sera. Una morta improvvisa e lacerante, che ha gettato nello sconforto il compagno, Antonio Fasano, guardia carceraria alla Dogaia di Prato, i colleghi infermieri e gli amici della Misericordia di Pistoia, con cui Laura aveva trascorso i due anni di pandemia prestando soccorso sulle ambulanze.
Un’emorragia cerebrale, sarebbe questo il responso della tac eseguita quando i medici del San Jacopo sono riusciti a far ripartire il cuore di Laura. Un evento imprevedibile dovuto forse a un aneurisma. Sarà il riscontro diagnostico, disposto ieri dall’Azienda sanitaria, ad accertare le cause precise. Quello che è certo, purtroppo, è che gli strenui tentativi dei sanitari di tenerla in vita non hanno avuto successo.
Laura Porta era nata a Nuoto il 14 settembre 1987. Si era trasferita in Toscana (dove già viveva un fratello) alcuni anni fa per studiare Scienze infermieristiche. «Si era laureata con me – ricorda David Nucci, vicepresidente dell’Ordine degli infermieri di Firenze - Pistoia – Una ragazza con la vocazione per fare questo lavoro. Gentile, sorridente, portata ad aiutare gli altri. Quando studiava, durante la pandemia, ebbe l’incarico dall’Asl di telefonare alle persone per informarle della “messa in quarantena”. Ci eravamo sentiti non più di un mese e mezzo fa. Mi aveva detto di aver vinto il concorso e di essere in graduatoria. Il suo sogno era lavorare al 118».
Una volta laureata Laura era entrata in servizio come infermiera alla Dogaia di Prato, dove aveva conosciuto Antonio. Un legame subito forte, rafforzato dalla scoperta di essere in attesa di un figlio. Sarebbe dovuto nascere tra un mese Andrea, ma i sanitari hanno dovuto eseguire un cesareo d’urgenza domenica pomeriggio.
Erano da poco passate le 13,30 quando Antonio Fasano ha chiamato il 118. Laura, poco prima, era andata in bagno. Aveva vomitato e lui aveva sentito un tonfo. Era caduta sul pavimento, esanime. I primi tentativi di rianimazione li ha proprio fatti il suo compagno. Nella casa nelle vicinanze di via Dalmazia e Porta al Borgo, nell’ultimo tratto di via Gora e Barbatole, si sono dirette l’automedica di Agliana e quella di Pistoia, insieme a un’ambulanza d’emergenza della Misericordia di Candeglia. «Vista la gravità della situazione – spiega Nucci – non è passata dal pronto soccorso ma è stata portata direttamente in sala operatoria, per praticare un cesareo d’urgenza e far nascere il bimbo. Una volta estratto il feto (e trasferito subito nella terapia intensiva neonatale del Meyer) è stato tentato di tutto per tenere in vita Laura, attraverso l’uso del defibrillatore Lucas». Ma non c’è stato niente da fare, Laura si è spenta in serata, intorno alle 22,30.
Il suo piccolo lotta in condizioni disperate all’ospedale fiorentino. Quel bimbo la cui nascita era tanto attesa da babbo e mamma: «Abbiamo scoperto la felicità nel vivere insieme – scriveva Antonio il primo gennaio su Facebook – diventare una famiglia, e amare la persona che ti sta accanto. Amare quei piccoli movimenti dentro la pancia, giocare con quei colpetti e prendere in giro quel piccolo nanetto che sta per arrivare».
Il resto della famiglia di Laura è arrivato ieri a Pistoia: la madre, Luisella Are 63 anni, che gestisce un negozio di abbigliamento e Bolotana (Nuoro), e il padre, Mariano, 71 anni, ex capo reparto dell'Enichem Ottana. Laura lascia anche un fratello, Claudio, che lavora a Pisa ed è laureato in informatica.
L’Asl parla di «evento gravissimo, doloroso e improvviso di fronte al quale tutte le strutture operative, territoriali ed ospedaliere, sono state allertate e si sono prodigate per salvare la vita alla giovane paziente e al suo bambino. Per la giovane mamma sarà disposto il riscontro diagnostico per risalire alle cause del decesso».
© RIPRODUZIONE RISERVATA