Pisa, scatta la festa delle matricole: cos’è e come funziona il rito che “libera” gli studenti delle superiori
Gli universitari sono andati a “liberare” i colleghi di licei e istituti tra fischietti e feluche
PISA. Si è rinnovata anche quest’anno la tradizione goliardica della festa delle matricole all’ombra della Torre pendente.
La liberazione
Gli studenti iscritti al primo anno dell’Università come ogni 5 novembre sono andati a “liberare” i ragazzi delle scuole superiori. Con tanto di mantello e feloca gli universitari già alle 7,40 si aggiravano nei pressi degli istituti superiori di Pisa e della provincia. Fischietti in azione e la richiesta di qualche obolo per rispettare il copione.
L’origine del rito
Il rito prevede la liberazione delle matricole dalla costrizione delle lezioni e delle aule durante l’arco di una giornata. Questa festa coinvolge tutto il mondo universitario, ma viene organizzata principalmente dai più anziani goliardi, ovvero gli studenti con più anni alle spalle. Gli universitari si recano nelle scuole, principalmente superiori, per “liberare” i giovani dalle aule. Preannunciati dal suono di clacson, di fischietti e di canzoni, avvolti nei loro mantelli scintillanti, come dei prodi cavalieri, giungono davanti alle scuole per occuparle – simbolicamente –, impedendo l’ingresso ai ragazzi o facendoli uscire dalle aule. Gli studenti, poi, sono costretti a pagare un piccolo obolo – pecuniario ma non solo – e a subire prese in giro da parte dei più grandi, come in una specie di rito di iniziazione. Qualche volta viene chiesto loro di pagare da bere, in onore delle uniche tre divinità in cui credono tutti i goliardi, ovvero Bacco, Tabacco e Venere, cioè il vino, il fumare e le donne.