Pisa, operaio morto a 54 anni. La testimonianza: «Crollato a terra a fine turno»
Il racconto del collega che lo ha visto perdere i sensi nel cantiere
PISA. «Stava camminando verso il camion quando all’improvviso è crollato a terra». Il collega dell’operaio morto per un malore fulminante fissa lo sguardo in un punto del cantiere in cui è tutto è successo. E ricorda quegli attimi tragici.
Pochi secondi e Sauro Torrigiani, 54 anni, sposato, senza figli, residente a Pistoia, ha perso conoscenza. Esanime sull’asfalto è stato soccorso dai compagni di lavoro e poi rianimato dal medico inviato dalla centrale operativa del 118 con un’ambulanza della Misericordia. La corsa in ospedale, il cuore con i suoi battiti in esaurimento. Poi un’altra rianimazione al pronto soccorso. Impossibile invertire un destino segnato.
Il magistrato di turno Fabio Pelosi ha disposto il trasferimento della salma all’istituto di medicina legale in attesa di valutare l’eventuale incarico per l’autopsia.
Torrigiani lavorava da diversi anni alle dipendenze della ditta “Giannini Giusto” di Porcari.
Come nei giorni precedenti aveva lavorato dalla mattina sul cantiere allestito in via Aurelia Nord, all’altezza del cavalcavia sul fiume Morto. Un’opera di rifacimento del manto stradale con parziale sbancamento del fondo. Il traffico è regolato con un senso unico alternato tra ruspe e transenne.
«Stava bene, non aveva mai avuto problemi di salute apparenti – continua il collega – . Il medico del lavoro gli aveva dato l’idoneità. Ancora non sappiamo bene cosa gli sia successo, aspettiamo l’autopsia. Si pensa a un infarto, ma non abbiamo certezze».
Sul cantiere sono arrivati i tecnici dell’Asl che si occupano di sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro. Dall’Aurelia si sono poi spostati al pronto soccorso. Torrigiani ha avuto un malore fatale mentre era sul posto di lavoro. «Erano circa le 17.15 – prosegue il testimone – . Aveva finito la giornata e si stava avviando a piedi verso il camion parcheggio vicino al cantiere per tornare a casa. È andato giù all’improvviso».
La rianimazione praticata dal medico del 118 è servita a tenerlo in vita il tempo necessario per arrivare in ospedale dove ogni tentativo di salvarlo si è rivelato inutile.
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