Il Tirreno

Spazi pubblici

Piombino, il cimitero come un’area di servizio: «I camperisti usano acqua e bidoni»

di Cecilia Cecchi

	Camper parcheggiati nel piazzale del cimitero nel fine settimana dell'Epifania 
Camper parcheggiati nel piazzale del cimitero nel fine settimana dell'Epifania 

Le proteste dei cittadini: «Ormai manca solo che tornino a fare la doccia»

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PIOMBINO. Camper con vista mare a ridosso del muro del cimitero. C’è il sole e di domenica mattina sono una decina a conferma di quanti si apprezzi l’insolita convivenza.

E il ponte dell’Epifania riporta l’attenzione su un fenomeno sempre più evidente in città: la presenza costante di camperisti, attratti dalla bellezza dei luoghi, ma spesso costretti a fronteggiare l’inadeguatezza dei servizi dedicati.

Qui i camper parcheggiati sono una consuetudine. La posizione strategica e la vista sulle isole rendono l’area molto ambita, ma restano le criticità.

Il cartello – doppio, al cancello aperto per metà sul proseguimento di via Giordano Bruno – che indica l’utilizzo riservato ai visitatori del cimitero viene spesso ignorato, e alcuni approfittano delle fontanelle e dei bidoni per scopi personali. «Ormai manca solo che tornino a fare la doccia!», ironizza Maria intenta a curare la tomba del marito anche a nome delle persone che sono lì con lei. Lo scorso anno sembrava che il Comune fosse alla ricerca di soluzioni (dopo aver chiuso l’ingresso per un po’) come l’installazione di un citofono con aperture elettroniche per limitare gli accessi incontrollati, invece niente. E il problema è concreto. «Non è rispettoso né per i defunti né per chi viene a visitare i propri cari – sottolinea una coppia di piombinesi – vediamo cosa si deciderà quest’anno».

Pure le aree ufficiali dedicate presentano problematiche. A Piombino esistono tre punti di sosta temporanea (niente tendalini né camping): oltre il piazzale del cimitero, il parcheggio di Ponente a Calamoresca e via della Pace. Quest’ultimo dispone di stazioni di rifornimento e scarico delle acque, ma su tre postazioni solo una funziona. Cartelli di “guasto” scoloriti segno scarsa manutenzione. Niente acqua potabile e scarico delle cassette nere, essenziali per chi viaggia, compromesso. «Scaricare l’acqua nera nella griglia pratica insalubre e sgradevole, ma necessaria» sottolinea un camperista pronto a ripartire.

«Le aree di campeggio sono i camping o le aree camping attrezzate come a Carlappiano – avevano ricordato la scorsa estate dagli uffici comunali – ma sono tutte private e al momento non ce ne sono di pubbliche». L’intenzione? «Creare aree di servizio per intercettare questo tipo di turismo – si spiegava – ma servono le strutture e interventi adeguati».

Di fronte a queste criticità, in un crescente numero di residenti a ridosso di queste zone di sosta temporanea si fa strada l’idea di una soluzione che potrebbe aiutare a gestire meglio la situazione: l’introduzione di un’ “imposta di soggiorno-camper” come già funziona nelle città d’arte con delibera comunale. Misura che, secondo molti, se ben calibrata, potrebbe servire a migliorare i servizi di accoglienza e garantire un maggiore decoro urbano, invitando i visitatori a collaborare per il mantenimento degli spazi pubblici, a partire dalla gestione dei rifiuti.

D’altronde non mancano mai le lamentele da parte degli stessi abitanti, specialmente nelle zone dove i camper sono più numerosi. A Salivoli, ad esempio, si ricorda l’assenza di bagni pubblici e l’utilizzo di spazi verdi per esigenze igieniche. Pure in via della Pace la situazione è non è delle migliori. L’unico servizio funzionante, come detto, è il rifornimento di acqua non potabile, utilizzato per la pulizia delle cassette e lo scarico delle acque. Dunque l’assenza di una manutenzione regolare provoca spesso cattivi odori e la presenza di residui di sporco, creando un evidente disagio sia per i camperisti sia per i residenti .

Insomma pur essendoci impegno e attenzione ad intercettare questo tipo di turismo e garantire un’accoglienza adeguata, resta il fatto che ad oggi le aree attrezzate d’utilità sono garantite solo da privati. E Piombino conserva comunque il fascino di meta ambita.

Tanti pure ieri di passaggio da via della Pace.

Una ventina i mezzi a Salivoli tra i piazzali di Levante e Ponente.

Come potrà questo fenomeno tradursi in una valida risorsa? Necessario un impegno condiviso: dall’amministrazione, per migliorare i servizi, ai visitatori, per rispettare le regole e i luoghi. Con un approccio collaborativo, il turismo itinerante potrebbe diventare davvero un’opportunità preziosa per il territorio, valorizzandone le peculiarità senza rinunciare al decoro urbano.




 

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