Mega-rissa fuori dalla Zattera: assolti dal giudice dieci giovani. Chi sono e i motivi della decisione
Marina di Castagneto, sono stati tutti dichiarati innocenti per «non aver commesso il fatto»
LIVORNO. Tutti assolti per «non aver commesso il fatto» nel processo per la mega-rissa nel giardino esterno della Zattera, a Marina di Castagneto, dove un ragazzo era stato colpito con un pugno su un occhio, finendo all’ospedale con la frattura dell’orbita destra. È quanto ha deciso nei giorni scorsi il giudice del tribunale di Livorno, Gianfranco Petralia.
I nomi
Assolte quindi tutte le persone finite a dibattimento per il reato di rissa aggravata e lesioni personali: sono i piombinesi Giuseppe Nocerino (23 anni) , Giovanni Failla (24 e originario di Siracusa, in Sicilia) , Giuseppe Basilicata (ventiquattrenne e nato a Napoli) , Sara Vanni (stessa età, l’unica donna coinvolta) e il ventiseienne Marco Gianfaldoni. Insieme a loro, a giudizio, c’erano il venticinquenne dominicano Alexander Morillo Lora Merfi, il connazionale ventiseienne Angel Benito Cuevas Rondon, il venticinquenne marocchino Ibrahim El Khalile, il ventiquattrenne connazionale Ayoub El Ouassili e il ventiseienne, anch’egli marocchino, Abdelkabir Sahnoun. I giovani sono stati difesi dagli avvocati Emma Rapisarda, Franco Balestrieri, Carlo Fiori, Silva Dari e Daniele Lunghi.
La ricostruzione
L’indagine era stata delegata ai carabinieri della Compagnia di Cecina dal pm Massimo Mannucci. Il fatto era avvenuto fuori dal locale subito prima dell’inizio della pandemia, il primo dicembre del 2019, davanti a numerose persone. Complicato, dalle immagini, riuscire a risalire ai responsabili, visto che non erano molto chiare. La vittima, che dopo la rissa era stata trasportata ferita e con la frattura dell’orbita destra dell’occhio al pronto soccorso, era stata poi dimessa con un referto finale di 15 giorni di prognosi. La diagnosi dei medici parlava di «frattura dell’orbita destra dell’occhio, con omoseno ed enfisema retrorbitale». Secondo quanto emerso durante il dibattimento a Livorno, uno degli imputati, quando sono scoppiati i disordini si sarebbe si trovava a Piombino, come ha dichiarato fin dall’inizio agli investigatori.