Il Tirreno

l’anniversario  

La passione non invecchia Bardi Auto compie 70 anni

La passione non invecchia Bardi Auto compie 70 anni

Nel 1951 il meccanico Emilio avviò la prima officina a Marina di Campo Poi il trasferimento a Portoferraio, dove è aperto l’autosalone di famiglia

3 MINUTI DI LETTURA





PORTOFERRAIO. Settant’anni con il motore sempre acceso. Non è semplice essere un punto di riferimento per gli appassionati di motori elbani e nel settore del commercio dell’isola per tutto questo tempo. «E invece siamo arrivati a 70». Così Roberta, Riccardo e Renato Bardi festeggiano l’importante anniversario di Bardi Auto, l’autosalone che gestiscono dopo essere subentrati al padre Emilio, classe 1935, che il 28 febbraio del 1951 iscrisse l’attività alla camera di Commercio di Livorno.

Tutto cominciò da una piccola officina a Marina di Campo, dove Emilio riparava biciclette e moto.

Emilio, uomo vulcano

Siamo nel dopoguerra, anni particolarmente difficili. Emilio era un ragazzino prodigio della meccanica. Lo zio Antonio, meccanico piombinese, lo aveva allevato a pane e motori: i suoi giocattoli erano gli ingranaggi delle auto. Non solo, il giovane Emilio si trovò sulle spalle la famiglia, perché nel 1951, quando i fratelli erano diventati otto, suo padre salutò tutti e raggiunse Londra.

Già nel 1945, a 10 anni, il suo primo record, ha raccontato lo stesso Emilio al Tirreno in un’intervista pubblicata alcuni anni fa. Per aiutare i suoi, cominciò, dentro la stessa chiesa, a fare manutenzioni ai motori e crescevano i clienti perché il baby meccanico era davvero bravo. «Comprai – dice – un libro di meccanica, lavorando studiavo per riparare al meglio le auto. Mi inventai pure carrozziere e mi arrangiai, nei primi tempi, usando per verniciare le auto, la pompetta dello storico Flit, l’apparecchio per dare il Ddt anti zanzare. Di notte, in inverno, alle 2 andavo a piedi, con alcuni amici, fino al monte Perone per prendere due soldi per il lavoro di rimboschimento. Ritornando recuperavo legname per la casa-chiesa, e si vinceva il freddo con un po’ di fuoco. Negli anni bui i miei pantaloni erano fatti con la carta delle balle di cemento. Ho fatto tutti i mestieri: il becchino, lo spazzino, levavo il bottino. Poi cominciammo a star meglio».

Il primo mattone

La sua strada, però era già tracciata: bastava seguire l’odore dell’olio da motore. Nel 1951 iscrisse la propria attività alla Camera di Commercio: riparava moto e biciclette.

«Poi si ingrandì e costruì una nuova officina, sempre a Marina di Campo – spiegano i figli, che ormai da anni stanno portando avanti l’attività di famiglia nella zona artigianale di Portoferraio – e cominciò a vendere e riparare anche le auto. Per vari motivi poi si spostò a Marciana Marina e per qualche anno svolse in quel paese la sua attività».

Ma fu negli anni Settanta che si trasferì a Portoferraio dove avviò la sua attività in viale Elba. «Furono anni di successi anche nei rallye – ricordano Roberta, Riccardo e Renato – a cui partecipò con una memorabile Ford Escort. Nel 1978 poi, a Portoferraio si trasferì nella zona industriale dove costruì la sede in cui viene svolta tutt’ora l’attività di vendita e assistenza auto, e dove siamo venditori autorizzati del marchio Ford».

Attività in famiglia

Negli anni infatti si sono inseriti nell’attività i tre figli Riccardo, Roberta e Renato, nati e cresciti, come ammettono loro stessi, respirando aria di motori e auto. Tanto che Riccardo è stato anche campione di rallye e di moto. Insomma, gli anni sono passati, ma il cognome Bardi, all’isola d’Elba, si associa ancora, in automatico, ai motori e alle automobili. Settant’anni di attività sono un grande traguardo. Con l’occasione del 70°anniversario i Bardi avrebbero voluto festeggiare diversamente questo importante risultato, ma a causa delle limitazioni conseguenti al Covid 19, per ora, è tutto rimandato. «Cogliamo comunque l’occasione – fanno sapere – per ringraziare tutte le persone e la numerosa clientela che negli anni ci hanno dato la loro fiducia e continuano a farlo». —

© RIPRODUZIONE RISERVATA



Italia e Mondo

Previdenza

Pensioni, Cgil: «Dal 2027 in pensione a 67 anni e tre mesi». Ma è caos sulla modifica dei requisiti