Il Tirreno

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Il primario di ginecologia trasferito a Livorno Nuovi timori nel reparto

Claudia Guarino
Il primario di ginecologia trasferito a Livorno Nuovi timori nel reparto

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piombino. Primario pro tempore di ginecologia a Livorno, oltre che dirigente dei reparti di Cecina, Piombino e Portoferraio. Il dottor Andrea Antonelli rimarrà all’ospedale di Livorno fino a quando non sarà concluso il concorso per affidare la direzione dell’unità operativa di Ginecologia e Ostetricia, ma, nello stesso tempo, continuerà a dirigere anche i reparti di Cecina, Piombino e Portoferraio. «Dovrò dividermi su quattro presidi e non sarà semplice» ha spiegato il medico. Il fatto che Antonelli adesso si trovi a gestire una zona così vasta genera preoccupazioni sulle difficoltà che un simile compito potrebbe portare con sé, nonostante il medico abbia affermato che «per fortuna nell’area sud posso contare su tre responsabili, i quali fanno le mie veci quando non ci sono». A Piombino il responsabile del reparto è il dottor Ambrogio De Nardo, vicino al pensionamento. Ci sono poi le preoccupazioni, ormai di datate, connesse alla carenza di personale all’interno del presidio ospedaliero di Piombino, in generale, e nel reparto di ginecologia, in particolare, e c’è l’interrogativo legato al futuro del punto nascita. Tutti temi, questi, al centro del dibattito da diverso tempo. «Credo che per l’ospedale di Piombino non ci saranno grossi cambiamenti adesso che Antonelli è anche primario a Livorno – ha affermato Paolo Camelli, delegato Uil-Fpl –. Mancano, caso mai, i medici. De Nardo inoltre presto andrà in pensione e servirebbero almeno altri due ginecologi. Non si può andare avanti così, è necessario potenziare l’organico». A Villamarina, intanto, i fiocchi nella nursery sono in calo ed è stata chiesta una deroga al ministero della Sanità per poter mantenere attivo il servizio del punto nascita. «Per adesso non mi risulta che ci siano state delle risposte, in un senso o nell’altro – ha detto l’assessora Margherita Di Giorgi –. Posso però dire che l’amministrazione sta facendo di tutto affinché il reparto resti aperto». Nel 2018 a Villamarina ci sono state 259 nascite, poco più della metà di quelle necessarie a mettere il servizio al riparo dai tagli che il ministero prevede per le strutture in cui si registrano meno di 500 nascite. Di fronte a tali numeri, quindi, la giunta ha puntato sulla richiesta di deroga, mentre i sindacati confederali hanno parlato anche della possibilità di creare un punto nascita unico, articolato nelle due sedi di Piombino e Cecina. Ma anche a Cecina, d’altra parte, le nascite risultano in calo. —

Claudia Guarino

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