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Chitarre e bassi del liutaio Bacci: da Uzzano ai grandi della musica

di Lorenzo Mei
Il liutaio
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La passione dell’artigiano che lavora a mano gli strumenti in una colonica: dagli inizi con i tutorial sul web a un’azienda in crescita

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UZZANO. “Quel gran genio del mio amico – cantava Battisti – con un cacciavite in mano fa miracoli”. Qui i cacciaviti c'entrano poco, ma il successo di Bruno Bacci, liutaio con base a Uzzano che in 14 anni è passato dal fabbricare la prima chitarra per sfida al fornire strumenti ad alcuni dei musicisti più apprezzati al mondo (tra cui vincitori di Grammy) si fonda su tre elementi: la passione per la musica, la grande abilità manuale e una capacità di apprendimento fuori dal comune.

Seduto nella cucina della colonica che ha trasformato in laboratorio e sede dell’azienda che manda avanti insieme al socio e chitarrista Tommaso Sturlini, per raccontare la sua storia comincia da un aneddoto che non ha nulla a che fare con la musica. «A 11 anni – spiega – ero da mio zio carrozziere. Mi lasciò in officina dicendomi che di lì a poco sarebbe arrivato Celestino, il verniciatore, per tingere di rosso una Cinquecento. Avevo visto tante volte fare quel lavoro, e la pistola era lì, pronta. Così presi un panchetto, perché al tettino non ci arrivavo, e verniciai la macchina. Quando arrivò Celestino chiese: "Ma che mi avete chiamato a fare? L'avete già fatta". Mio zio non mi parlò per tutta la giornata, ma la sera a cena mi chiese: “Bruno, lo sapresti rifare?”».

La storia

Per capire come si arriva da una Cinquecento rossa alle chitarre di Mark Lettieri bisogna passare per un infortunio. «Volevo suonare la chitarra, ma a 18 anni mi feci male a un dito lavorando come fabbro, portandomi via un pezzo di falange. Così litigai con la musica, mi misi a fare il pubblicitario e andai a lavorare in Inghilterra. Quasi vent’anni dopo, nel 2010, una notte mi svegliai ed ebbi quella che un religioso chiamerebbe vocazione: avrei costruito una chitarra, una replica della Fender Telecaster. Lessi tutto quello che trovai su internet, comprai il libro di un liutaio napoletano, fotocopiato, e lo seguii meticolosamente. Mentre lavoravo mi rendevo conto che mi veniva facile. La portai a Luca Giovacchini, chitarrista lucchese, e lui mi mandò a fare il setup finale da Marco Caroti, il suo liutaio, perché non avevo ancora la competenza per farlo. Caroti mi disse: è meglio del 70% di quelle che fanno i professionisti».

I progetti

Mentre parla, Bacci taglia i pomodori sul tagliere di legno. Nella stanza accanto, una specie di studio di registrazione che serve anche per provare gli strumenti, c’è Emma Nolde, cantautrice di San Miniato in grande ascesa, che ha pubblicato il terzo album e che è uno dei nomi giovani più “caldi” nel contesto della musica italiana di stampo cantautorale. Partecipa a un format che si è inventato Bruno e si chiama “Play for supper”. Un musicista registra un video suonando qualche canzone, e in cambio viene ospitato a tavola. Qualche mese fa era toccato a Nathaniel Murphy, irlandese trapiantato in America star della chitarra elettrica su Instagram, e in programma ci sono altre puntate, che verranno pubblicate sul canale Youtube della Bacci Guitars.

Il racconto

«Quando cominciai a dire che volevo una chitarra baritona – racconta Emma Nolde – Marco Pizza, il batterista che suona con me, mi disse: “C'è un ragazzo che le costruisce vicino a Lucca, vai a vederle”. Così gli scrissi, e appena incontrati ci siamo intesi, perché se senti suonare una chitarra di Bruno te ne innamori». Per arrivare a questo livello naturalmente non sono bastati un manuale fotocopiato e i tutorial sul web. Bacci dopo essere stato allievo di Caroti, andò a Cheltenham per imparare a costruire le chitarre acustiche, poi a Poppi per quelle classiche, infine a Cremona per capire come faceva un violino nel ‘700 a farsi sentire in un teatro da mille posti. «Lì ho capito l’importanza del legno. Sono convinto che bisogna andare fino in fondo a quel che si fa, senza stancarsi». Nella storia torna Giovacchini: «Luca è stato importante nel mio percorso perché quando decisi di provare a fare una baritona, la pensai per lui, e gliela portai, ma mi disse: "Suona troppo bene per me, sono abituato a un suono sporco". Il secondo rifiuto arrivò da Riccardo Onori, chitarrista di Jovanotti, ma poi Dan Mudd, chitarrista di Massa, la vide in laboratorio. Andammo a Minneapolis a registrare il suo disco, e lì incontrai Cory Wong, che comprò la chitarra baritona per 400 dollari quando ormai non ci credevo più. Con Wong nei Fearless Flyers era coinvolto Mark Lettieri, chitarrista degli Snarky Puppy, che adoravo. Mi chiamò al telefono ma quando sentii “Hey Bruno, I’m Mark Lettieri” risposi “And I am the Pope” e attaccai. C’è voluta una videochiamata per convincermi».

Crescita e futuro

Lettieri è stato il tramite per il successo di un altro strumento della Bacci Guitars oggi richiestissimo, il basso fatto con il legno tarlato adottato da Michael League, degli stessi Snarky Puppy. «Lo incontrai a Roma prima di un concerto , volle provare il basso ma premise che non lo avrebbe comprato perché ne aveva troppi. Lo suonò per 20 minuti in jam e poi mi chiese: "Posso usarlo stasera?". Era il basso di Marco Bachi della Bandabardò, così dovetti chiedergli il permesso di darlo a League». Da lì in poi la crescita è stata rapida. Il nuovo capannone, in cui verranno trasferite le macchine («ma la parte manuale continueremo a farla qui») è in ultimazione, gli ordini fioccano. Mentre racconta, Bruno è entusiasta come un bambino che vive il suo sogno. Nel frattempo Emma Nolde è pronta per suonare, lì in cucina: canta qualche pezzo suo e una cover di Patty Pravo. Quando finisce, Bacci salta la pasta al pomodoro. Tecnici, videomaker e musicisti si mettono a tavola. Perché per essere “Play for supper” non può mancare un piatto di spaghetti. 

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