Pescia, con le luci di Natale si accende la polemica per un post sul chi ha pagato o no
Ex assessore chiede le dimissioni della presidente di Confcommercio e Ccn
PESCIA. Le luminarie non sono ancora state accese (lo saranno domani), ma già è scoppiata la polemica in città. A scatenarla un post sui social (poi cancellato, e sostituito con un altro commento che però non è servito a placare gli animi) in cui, in pratica, si evidenziava come non tutti i commercianti avessero dato il loro contributo alle luminarie.
Nel mirino della polemica è finita la presidente di Confcommercio e del Centro Commerciale Naturale di Pescia, attaccata dalla consigliera comunale di “Fiducia” (ed ex assessore allo sviluppo economico di Pescia) Annalena Gliori: «Tutti abbiamo letto le sconcertanti parole del comunicato postato dal presidente Paola Arrighi. Il post avrebbe dovuto pubblicizzare l’accensione della luminaria a Pescia per le imminenti festività natalizie, ma è diventato una brutta pagina sociale e commerciale. Anche l’amministrazione comunale ha gravi responsabilità in tutto questo. La discriminazione che ha attuato Arrighi nello scrivere quelle parole, contrastano con lo spirito del Centro Commerciale Naturale, delle stesse festività natalizie e del difficile momento del commercio al dettaglio. Tutto avviene nell’indifferenza di un’amministrazione comunale incapace di governare questi fenomeni e queste dinamiche, che cancellano anni di impegno in questa direzione della precedente amministrazione e della sottoscritta, insieme a tante altre componenti. La presidente di Confcommercio Pescia dovrebbe ben sapere che il buon esito delle annate precedenti è dipeso da uno sforzo collettivo e corale. Con quanto scritto ha pubblicamente denigrato e offeso tutte quelle attività, alle quali va tutta la mia solidarietà, che per i motivi più svariati (che chiaramente la presidente non è tenuta a sapere) non hanno contribuito a versare una quota per sostenere le spese della luminaria. I conti in tasca alle persone non si fanno mai, Lei avrebbe il ruolo di sostenerle quelle attività, aiutarle e combattere con loro per la ripresa dello sviluppo del commercio a Pescia anziché umiliarle e offenderle come ha fatto. Non solo, con quel posto ha coinvolto tutti i partecipanti a questo evento della luminaria: l’amministrazione comunale, provinciale, la Regione, e tutti gli sponsor presenti sulla locandina. Sono tutti d’accordo con lei signora Arrighi?».
«Con le sue parole – prosegue Gliori – ha suscitato scalpore ma non per lo scopo originario, che sarebbe stato quello di invitare le persone a venire a Pescia a fare shopping, nei negozi di grande qualità cortesia e originalità oltre agli eventi a tema natalizio. Il momento per le attività commerciali non è certamente dei più rosei. È però bene ricordare l’importanza di mantenere accese le luci di bottega, sono quelle che scaldano la città e che la tengono viva. Sono quelle luci che oggi giorno i nostri commercianti faticano a tenere accese a causa dei costi che si trovano a sostenere in tasse e spese di gestione oltre alla concorrenza spietata e senza termini di paragone dello shopping on line. Nel periodo in cui sono stata assessore allo sviluppo economico mi sono sempre battuta per cercare di trovare risorse economiche affinché tutto il territorio con presenza di attività commerciali fosse coperto dalla luminaria, al di là di chi non avesse contributo a versare la quota agli organizzatori per scelta o per motivi di difficoltà economica. Ci siamo dimenticati che l’amministrazione ha aumentato le tasse della Tari che non a caso sono arrivate da pagare da pochi giorni? E proprio all’amministrazione comunale sarebbe da chiedere: perché non ha elargito i proventi della tassa di soggiorno nella luminaria? Sono fondi, quelli, che arrivano dal turismo e a questo andrebbero riversati. Pescia non ha moltissimi eventi con progetti economici così elevati, la luminaria è uno di questi».
«Attendiamo – chiude l’ex assessore – oltre alle scuse ufficiali della signora Arrighi, che non sono pervenute nemmeno dopo la rimozione del post incriminato, anche le dimissioni della stessa dagli incarichi che attualmente ricopre».NE RISERVATA