Il Tirreno

Montecatini

Alessio Carni, operai senza stipendio - Video

di Luca Signorini
Alessio Carni, operai senza stipendio - Video

Con l’arresto di tutti i titolari i dipendenti non possono essere nemmeno licenziati per potersi cercare un altro lavoro

22 dicembre 2017
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MONSUMMANO. Non ricevono lo stipendio da un paio di mesi e non possono cercare un altro lavoro perché già occupati con un contratto. E allora tentano un'istanza collettiva per ottenere il licenziamento per giusta causa, che se concesso darebbe loro la possibilità di accedere alla Naspi, cioè l'indennità di disoccupazione. Quanto agli arretrati e al trattamento di fine rapporto, è un'altra storia: se l'azienda dovesse fallire toccherebbe all'Inps elargirlo, in caso contrario sarebbe a carico dello stesso datore di lavoro. In entrambe le circostanze, comunque, avere la liquidazione sarà cosa lunga.

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Non è proprio un Natale di festa per i quattro dipendenti della Alessio Carni Snc di Cintolese (altri quattro sono inquadrati nei due negozi al dettaglio con altro marchio, estraneo alla vicenda, e sempre aperti al pubblico), l'azienda di macellazione e commercio all'ingrosso coinvolta nell'inchiesta “Malacarne” (I DETTAGLI), che a inizio novembre ha portato agli arresti domiciliari i titolari dell'attività con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni di enti pubblici, frode in pubbliche forniture, commercio di sostanze alimentari nocive e falso.

Per loro nessun sorriso e pochi brindisi. «Attendiamo che la giustizia vada avanti e individui le responsabilità, ma per noi è una situazione ormai veramente pesante e insostenibile – dice Luca Maisto, che alla Alessio Carni faceva l'autotrasportatore – comprendiamo l'importanza e la delicatezza del procedimento in corso, noi dipendenti però stiamo pagando colpe che non sono nostre. Non abbiamo più lo stipendio ma il contratto resta in vigore, non possiamo parlare con i titolari perché ai domiciliari, non sappiamo niente del nostro futuro. Lo stabilimento a Cintolese è sequestrato e tutti i conti correnti bloccati dalla magistratura. Siamo in una condizione di incertezza, lavoratori di un'azienda che non può operare, con gli appalti sospesi o revocati».

La richiesta di accesso alla Naspi dovrà essere formalizzata in questi giorni, entro l'inizio del 2018. C'è poi un secondo fronte aperto, che il gruppo di dipendenti intende perseguire: una vertenza contro l'impresa per ricevere gli stipendi arretrati e il Tfr, e si tratta di belle cifre visto che queste persone lavorano da anni nella ditta con sede sulla Francesca Sud.

Dopo l'ispezione dei carabinieri del Nas di Firenze – avvenuta l'8 novembre scorso – sono stati sequestrati mezza tonnellata di carne non conforme alla legge e quasi 320.000 euro tra denaro e beni intestati alla società. Da allora non possono uscire dalla propria abitazione Bonello Parlanti, 76 anni, Alessio Parlanti, 49 anni, e Francesco Parlanti, 38 anni, mentre per Enrico Parlanti, 35 anni, e il commercialista Spartaco Capaccioli, 51 anni, il tribunale ha revocato la misura cautelare riconoscendo valide le conclusioni fatte pervenire dall'avvocato difensore. Un terremoto che ha sconvolto non solo la Valdinievole, visto che la Alessio Carni riforniva ospedali e numerose mense scolastiche di tutta la provincia e oltre. Ma da risolvere c'è anche la situazione di quattro dipendenti che sono a casa e senza stipendio.

Una situazione molto delicata che difficilmente si potrà sbloccare a meno che la procura non studi e le parti in causa non studino una procedura speciale e rapida per sbloccare non solo il pagamento degli stipendi arretrati ma anche per risolvere gli eventuali contratti di quei dipendenti che volessero andare via per cercare un nuovo lavoro con nuove prospettive. Situazione che attualmente non sono certo garantite dalla Alessio Carni.

 

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