Il Tirreno

Economia e imprese

Carrara, il Gruppo Grendi cresce e assume ma non trova gli spazi che cerca

di Giovanna Mezzana
Un'imbarcazione di Grendi a Marina di Carrara
Un'imbarcazione di Grendi a Marina di Carrara

L’ad Antonio Musso: «La speranza arriva dal nuovo Piano regolatore del porto, ci contiamo molto e siamo fiduciosi»

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CARRARA. Chi avesse dubbi su quanto sia augurabile, in termini di benefici economici per la terra apuana, che diventi realtà – o meglio, operatività – il nuovo Piano regolatore del porto, ancora incagliato al Consiglio superiore dei lavori pubblici, può ascoltare Antonio Musso, amministratore delegato di Grendi Trasporti Marittimi, società del Gruppo Grendi, che “di mestiere” trasporta merci tra il “Continente” e la Sardegna. Che tutto vado in porto è augurabile, si diceva, almeno sul fronte dell’incremento dei posti di lavoro – quelli “veri”, a tempo indeterminato – e senza nulla togliere alle preoccupazioni di chi teme che il nuovo Piano abbia impatti sul fronte ambientale: e anche sull’industria turistica, balneare. Fatto sta che Grendi ha fatto nell’ultimo anno 41 assunzioni a Marina di Carrara: e forse ne avrebbe fatte finanche di più – chissà – se solo avesse trovato spazi industriali che ancora non trova: e che cerca da più di due anni a questa parte, interloquendo anche con l’Amministrazione comunale. Alla fine (anziché investire) è stato costretto ad affittare un’area industriale ad Avenza.

L’identikit

Nato a Genova nel 1828 come un’impresa familiare, il Gruppo Grendi opera nei trasporti e nella logistica: sul segmento dei trasporti marittimi e dei terminal portuali e su quello dei trasporti terrestri e collettame. È il 2016 quando approda al porto di Marina di Carrara dove crea il suo homeport, ovvero il suo snodo “in Continente”, come dicono i sardi. Ha magazzini di raccolta merce a Milano Opera, Bologna e Genova; e magazzini di raccolta e distribuzione in Sardegna: a Cagliari, Olbia e Sassari.

La linea marittima

Parliamo del terminal apuano. Le grandi navi Grendi fanno tre partenze settimanali da Marina di Carrara verso Olbia e cinque partenze alla settimana sulla rotta Marina di Carrara-Cagliari. Con otto partenze settimanali, nel 2024 Grendi Trasporti Marititmi ha fatturato più di 81 milioni con un incremento del 26% rispetto al 2023 e un progresso del 134% versus 2020. Con Mdc Terminal e Fhp Holding portuale è una delle tre società spedizioniere del porto marinello.

I numeri

Nel 2024 e rispetto all’anno precedente, il fatturato consolidato del Gruppo è cresciuto da 98 a 117 milioni e 600mila euro, ovvero è aumentato del 20 per cento. Il Gruppo Gredni non ha reso noto ieri il valore dell’utile netto ma a rendere conto di quanto la società abbia le spalle coperte e di quanto il business crei valore aggiunto c’è l’incremento del patrimonio netto del Gruppo che passa da quota 30 milioni del 2023 a 41 milioni nel 2024. I dipendenti diretti sono 236, cresciuti del 40% nel 2024 rispetto all’anno precedente e del 111% dal 2019 (quando erano 112); questo trend proseguirà anche nei primi mesi del 2025 – coinvolgendo tutte le sedi – oltre che con l’assunzione di marittimi sulla nave di proprietà del gruppo di logistica integrata. Tra il 2024 e il 2026 investirà 36 milioni e 500mila euro.

Il nodo da sciogliere

Va tutto a gonfie vele ma c’è un neo. «Il nostro è un mestiere che si fa con gli spazi – dice l’ad di Grendi Trasporti Marittimi Musso – E se il business ce lo troviamo da soli, lo spazio è la risorsa più critica su Marina di Carrara». Più di due anni fa il Gruppo Grendi aveva messo gli occhi sul Campo sportivo dei Pini, che è di fronte all’uscita del porto, ma l’Amministrazione della sindaca Serena Arrighi rispose picche. E quella chance «è definitivamente tramontata perché, diciamo, che c’erano interessi diversi», valuta l’ingegnere.

Così gli spedizionieri sono stati costretti a prendere in affitto un’area industriale dietro al quartier generale di Baker Hughes che è ad Avenza. «La speranza – spiega l’ad Musso – sta nel Piano regolatore portuale che permetterà di ottimizzare gli spazi del porto. Noi ci puntiamo molto. Restiamo fiduciosi. Il nuovo Piano regolatore del porto rappresenta un’ottima soluzione per la crescita sia dei tre terminal, che già lavorano molto bene, che del settore della nautica». Non resta che attendere: e pensare che il presidente dimissionario dell’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure orientale Mario Sommariva aveva temporalizzato l’arrivo del placet del Consiglio superiori dei lavori pubblici per novembre 2024. Siamo in ritardo: altroché.

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