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Sanità

Massa, al pronto soccorso del Noa arrivano anche otto pazienti l'ora: c'è un giorno peggiore

Massa, al pronto soccorso del Noa arrivano anche otto pazienti l'ora: c'è un giorno peggiore

Organico rafforzato rispetto a due anni fa, ma la pressione rimane tanta

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MASSA-CARRARA. È lunedì 16 dicembre quando quasi 200 cittadini – 195, per la precisione, più di otto all’ora – si rivolgono al pronto soccorso dell’Ospedale delle Apuane: in 23 saranno ricoverati. È lunedì 30 dicembre e gli accessi alla struttura di emergenza-urgenza aumentano ulteriormente: sono 240 – dieci pazienti ogni ora, solo per fare una media – di cui 19 ricoveri. Dati dell’Asl nord ovest che monitorano la “frequentazione” del pronto soccorso durante le festività natalizie confermano – perché per gli addetti ai lavori è cosa nota – che il lunedì è statisticamente il giorno peggiore per un medico della Prima Linea, anche se il picco massimo degli accessi tra il 15 dicembre e il 7 gennaio è stato raggiunto venerdì 27 dicembre: 254, con 24 ricoveri.

Lunedì a parte, il dopo-festa fa innalzare sempre i livelli di adrenalina del personale sanitario. E anche per questo Natale è stato “assalto”: di buono c’è che si raccolgono i primi risultati di una norma della regione Toscana che aveva previsto l’obbligo – per i medici di medicina interna assunti per la medicina interna – di prestare la loro opera al pronto-soccorso per un terzo del proprio monte-ore, nei primi due anni dall’arruolamento. Il Tirreno ha chiesto al responsabile del pronto-soccorso del Noa, Marco Leorin, come sia attualmente la situazione.

Ci spiega perché il lunedì è sempre critico?

«Perché se un anziano, per esempio, si sente male durante il fine settimana, il medico di medicina generale può visitarlo sono il lunedì, quando le sue condizioni sono magari peggiorate».

In queste festività natalizie che cosa ha inciso sui ricoveri?

«Sicuramente l’influenza stagionale, le patologie respiratorie, le bronchiti, le polmoniti, le patologie croniche che con le basse temperature peggiorano. Più accessi significa proporzionalmente più ricoveri: e, ad esempio, i 24 ricoveri del 27 dicembre sono un po’ oltre la media».

Nel febbraio 2023, due anni fa, Cgil denunciava che nell’organico del pronto soccorso del Noa mancava il 50% dei medici: erano 14, ne erano previsti 26. E oggi?

«Va meglio, ci sono state alcune assunzioni: anche di medici di medicina interna o specializzandi. In organico siamo dunque 18-19 e la situazione è migliorata anche rispetto a un anno fa».

È arrivato dunque un aiuto dal fronte dei cosiddetti medici internisti che la Regione aveva previsto dovessero destinare il 30% delle loro ore all’emergenza-urgenza?

«Sì, sono tre. Di tre, in termini di ore, “fanno” un medico, ma sono un sostegno importante, sia nelle fasi successive (il ricovero del paziente, ndr) che in termini di confronto professionale. E poi ci sono specializzandi in medicina di emergenza-urgenza, già in organico, che nei prossimi mesi concluderanno il percorso formativo».

In quest’ultimo periodo di affluenza notevole ci sono stati episodi di aggressione verbale o fisica al personale sanitario? In passato i casi non sono mancati.

«Fortunatamente no. In questi mesi abbiamo lavorato molto insieme alla Direzione di presidio, al personale del servizio di vigilanza e alle forze dell’ordine: anche per ottimizzare i tempi di attivazione dell’eventuale richiesta di intervento, che sono migliorati; ed è aumentato il livello di attenzione: è sempre presente un addetto al servizio di vigilanza; c’è un agente della polizia di Stato dalla mattina al pomeriggio; quando chiamiamo una volante, arriva subito».

I sindacati continuano a denunciare le condizioni di stress psico-fisico di medici, infermieri, Oss: soprattutto dell’E.R.: cosa ne pensa?

«Stacco ora da un turno notturno e i turni notturni sono stati molti in queste festività natalizie: trascorrere diverse notti in piedi è una condizione non facile di lavoro ma l’azienda sanitaria sta lavorando su questi aspetti. Il Noa è un ospedale che riesce ad accogliere i pazienti: al pronto-soccorso ci sono momenti di affollamento, è vero, ma di solito riusciamo a ricoverare i pazienti in sei-otto ore, anche se in queste feste ci sono stati sicuramente casi di persone hanno atteso più di sei-otto ore».

È vero che cresce la percentuale di medici che non vogliono lavorare nell’emergenza-urgenza?

«Non tutti sono adatti. Per certi aspetti comprendo i dubbi: e penso agli orari, ai turni. Per me è il lavoro che ho scelto. Se posso mandare un appello, dico che è molto stimolante, dà soddisfazione e qui comprendi davvero quanto puoi essere d’aiuto alle persone».l


 

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