Il Tirreno

Pianeta lapideo

Marmo di Carrara: l’estrazione è ai minimi storici ma i prezzi di mercato volano. Le cifre e i motivi

di Giovanna Mezzana
Il lavoro in cava (foto d’archivio)
Il lavoro in cava (foto d’archivio)

Incrementi del 30 per cento per lo Statuario e il Calacatta: il dettaglio

5 MINUTI DI LETTURA





CARRARA. Era il 1995 quando dalle cave di marmo scese a valle il più pesante quantitativo di blocchi in pietra mai estratto a partire dagli Anni Cinquanta: un milione e 200mila tonnellate. Erano decisamente altri tempi per una miriade di ragioni, e – rimanendo sul tema – per quella che indica che oggi l’attività di estrazione nei bacini della Capitale mondiale del marmo ha toccato i minimi storici: nel 2023, ultimo dato disponibile visto che l’anno in corso non si è ancora chiuso, sono state estratte 656mila tonnellate di marmo in blocchi. In compenso, si sono infiammati i prezzi medi a cui si vende la pietra apuana sul mercato internazionale: il Borsino dei valori è allegato a una determina del settore ambiente e marmo del Comune, la n. 6170 del 9 dicembre 2024, cioè di ieri. Gli incrementi oscillano dal 15% fino al 30% della pietra bianca di maggior pregio: lo Statuario e il Calacatta.

La prima reazione

Il dato relativo al decremento dei quantitativi estratti stupisce se si è abituati ad ascoltare il mantra del stanno-divorando-le Apuane notoriamente in bocca ad ambientalisti e a una quota di sindacalisti che – certo è – per affermare quanto appena rammentato avranno le loro ragioni; una su tutte, con cui si può rilanciare è: oggi “cavate” a ritmi meno forsennati? Vale per quanto avete “tirato via” nell’ultimo secolo. Il dato però è il dato. Ed è contenuto nel primo Osservatorio sul marmo, analisi economica-ragionata sulla filiera lapidea di Massa-Carrara, messa a punto e presentata pochi giorni fa da due ricercatori, Daniele Mocchi e Massimo Marcesini, dell’Istituto di Studi e Ricerche della Camera di Commercio della Toscana nord ovest; l’Osservatorio del marmo nasce a seguito di un patto siglato a febbraio tra comune di Carrara, Camera di Commercio della Toscana nord ovest e Consorzio Zona Industriale Apuana, evidentemente per “leggere” il Sistema lapideo come non si era mai fatto prima. Ed ecco che ne esce un dato che cancella false credenze: mai dal monte sono scesi così pochi blocchi come negli ultimi tempi. La pandemia da Covid ha segnato un punto di “stacco”. Il dato – elaborato dall’Isr – arriva direttamente dalla “cassa” del Comune per la Tassa marmo: è quindi difficilmente contestabile.

Il retroscena

A questo punto ci sarebbe da chiedersi il perché. Perché si cava meno marmo di prima. Se il meteo si mette di traverso per un intero anno, può capitare che – rispetto a quello precedente – i quantitativi estratti scendano. Ma qui si tratta di un fenomeno, di un vero e proprio trend: basti pensare che è dal 2003 che l’estrazione non ha più superato quota un milione di tonnellate. Il motivo per il momento sfugge, anche perché gli interlocutori più accreditati-a rispondere non vengono in soccorso: su 80 questionari inviati agli imprenditori della pietra dal team del nuovo Osservatorio sul marmo – per approfondire diverse tematiche (non solo questa) e vederci chiaro – solo otto sono tornati indietro compilati, come ha ricordato Norberto Petriccioli, amministratore unico del Consorzio Zona Industriale Apuana, in occasione della presentazione dei dati.

La cosa più ovvia

Un motivo potrebbe essere il rallentamento del mercato cinese: il Gigante giallo rimane il principale mercato di destinazione; assorbe il 51% del marmo in blocchi e lastre dell’export della provincia apuana. Se però si legge la determina del settore ambiente e marmo che porta la data di ieri – la risposta al perché si estrae di meno sembrerebbe – sembrerebbe – servita su un piatto d’argento (anzi, d’oro). Perché, visto l’incremento delle quotazioni di mercato, non c’è bisogno di tanta foga. Il profitto – che è ciò a cui un’azienda sana non può che aspirare – arriva lo stesso. La tabella allegata alla determina mette nero su bianco i nuovi valori medi di mercato per tonnellata dei materiali estratti e servirà alla definizione del valore unitario di produzione di ogni cava per i prossimi quattro anni.

L’ascesa

Rispetto al 2020, data dell’ultima valutazione dell’ufficio Marmo, tutte le qualità hanno registrato aumenti nei valori dal 15 al 30 per cento. È cresciuta in maniera considerevole la valutazione dei marmi più pregiati: il Calacatta e lo Statuario prima scelta sono passati da una quotazione di 5.905 euro a tonnellata (che si pagavano quattro anni fa per un blocco sano) a 7.677 euro. Aumenti del 30% si sono registrati anche per il Cremo prima scelta, il Paonazzo, il Venatino e lo Zebrino.

La tassazione

«Questi valori medi – dice la sindaca Serena Arrighi – serviranno agli uffici per definire il valore medio di ogni singola cava e, di conseguenza, quanto ognuna di esse dovrà pagare di contributo di estrazione e di canone di estrazione sulla base di quanto materiale porterà a valle. Tutto ciò rappresenta un’assoluta novità, ed è frutto degli studi dell’Osservatorio del marmo, organismo che abbiamo voluto. Grazie al grande lavoro di indagine svolto nell’ultimo anno, abbiamo ora a disposizione dati ancora più precisi, aggiornati e scientificamente accurati sull’andamento dell’intero comparto apuano, ma anche un attento studio delle quotazioni di ogni singolo materiale che ha permesso agli uffici di stilare dei valori medi ancora più accurati».

La buona notizia

Insomma, tutto sembrerebbe tornare. E non è una cattiva notizia: si può estrarre di meno arricchendosi ugualmente – l’Osservatorio del marmo ha rivelato che è più che invidiabile la liquidità di cui dispongono le principali società carraresi del lapideo, ci sono 340 milioni di euro di soldi che scorrono tra casse aziendali e conti correnti bancari – dando lavoro, pagando la Tassa marmi e tutelando (un briciolino) le Apuane. E in questa cornice rosa si può anche ritirare, allora, qualche ricorso alle carte bollate? Chissà.

Primo piano
Scontro mortale

Terricciola, si scontra con un camion e finisce in un fosso: muore a 52 anni – Video

Sportello legale