Casa Rossa, è stato di agitazione: «Il prefetto promuova un tavolo»
Usb e Cobas: «Una realtà importante per studenti e lavoratori»
MONTIGNOSO. Hanno dichiarato lo stato di agitazione sindacale provinciale e chiesto «la formale attivazione nei tempi di legge delle preventive procedure di raffreddamento e conciliazione delle controversie» in segno di solidarietà e protesta per la notizia della richiesta di sgombero della Casa rossa. Il tutto è stato protocollato ieri in prefettura con una lettera sottoscritta da Cobas Scuola La Spezia-Massa Carrara e Usb- Pubblico impiego. Una lettera in cui si chiede al prefetto «intervento dirimente rispetto alla problematica, consigliando la proprietà al ritiro, o in subordine alla sospensione, del procedimento di sgombero» e di farsi «promotore e garante di un tavolo tecnico-politico, svolto a livello locale che veda presente la proprietà (eventualmente in videoconferenza), le autorità locali coinvolte o interessate, le organizzazioni sindacali ed eventuali ulteriori soggetti, individuali o collettivi, che saranno ritenuti, per addivenire ad un passaggio di proprietà dell’immobile all'amministrazione comunale di Montignoso». I sindacati fanno anche sapere che «derogano al termine perentorio di durata della procedura di raffreddamento in caso tale tavolo tecnico-politico fosse sostanziato, consci dei tempi che tale tavolo potrebbe richiedere, fino alla conclusione dei suoi lavori impegnandosi a non procedere alla proclamazione di sciopero durante in tale frangente temporale».
Un punto di ritrovo
E spiegano anche perché sono arrivati alla decisione di proclamare lo stato di agitazione. Anzitutto, fanno notare, condividono «molte delle iniziative culturali, sociali e solidali che si sono sviluppate all’interno di Casa Rossa, le quali promuovono una forte coesione tra comunità e territorio». Riconoscono inoltre «il valore delle attività e dei servizi svolti, che spaziano dall’assistenza alle persone in difficoltà, all’offerta di spazi di socializzazione e formazione, fino a eventi culturali e ricreativi che rappresentano un importante punto di riferimento per il territorio». Sottolineano anche il fatto che «negli anni di attività non si sono verificati episodi criminosi in Casa Rossa, contribuendo a mantenere un ambiente sicuro e inclusivo per tutta la comunità» e «l’assenza di emergenze sanitarie e l’impegno continuo da parte di volontari e attivisti a mantenere il luogo in condizioni di sicurezza e igiene adeguate; anche nel faticoso contesto pandemico fornendo dispositivi di sicurezza e tamponi gratuiti all’ingresso». Inoltre, dicono ancora nella dichiarazione dello stato di agitazione proclamato ieri, la «Casa rossa rappresenta un presidio implicito di supporto alle marginalità e alle fragilità sociali, offrendo accoglienza e sostegno a chi si trova in situazioni di difficoltà». I lavoratori e le lavoratrici dei comparti rappresentati, e non, «insieme ai loro figli e figlie, frequentano abitualmente Casa rossa - continuano -, trovandovi uno spazio di aggregazione e supporto alla vita sociale e familiare». Ma anche gli «studenti e le studentesse e le loro organizzazioni partecipano attivamente alle iniziative di Casa Rossa, contribuendo al dialogo generazionale e alla crescita sociale».
Esperimento riuscito
La Casa Rossa, secondo i sindacati, inoltre, è «un esperimento riuscito di rinnovata socialità e partecipazione, capace di trasformare un bene abbandonato in un centro pulsante di attività e solidarietà per la comunità locale». E per questo esprimono «forte preoccupazione per le conseguenze che un’azione di sgombero potrebbe avere sulle persone eventualmente presenti, rischiando di compromettere l’integrità fisica e psicologica di coloro che frequentano e vivono il luogo, compresi lavoratori e lavoratrici del territorio e le loro famiglie». Alla luce di queste premesse proclamano lo stato di agitazione «riservandosi di attivare tutte le iniziative necessarie per tutelare, dei lavoratori e lavoratrici del territorio e delle loro famiglie, l’integrità, la sicurezza, l'incolumità fisica e psicologica nonché la continuità e non interruzione dei servizi e del welfare sussidiario generato ed erogato, così come il benessere sociale, relazionale e culturale prodotto e goduto, dalla estesa e non estemporanea collettività e comunità trans comunale gravitante attorno al bene noto come “Casa Rossa”, di cui fanno parte così come ne fanno parte docenti e personale scolastico nonché numerosi giovani studenti e studentesse e le loro organizzazioni formali e informali, che il sindacato della scuola non può esimersi di tutelare, preservare e difendere. È ed è stato inoltre un luogo di scambio e d'incontro per centinaia di lavoratori e lavoratrici della nostra provincia, luogo di condivisione che è sempre stato partecipe nelle vertenze sindacali della zona industriale di Massa Carrara, si ricordi il ruolo fondamentale di tale comunità nella tutela dei lavoratori Rational, nella tutela dei lavoratori del porto di Carrara, della Geko, della QCube, della Eaton, della Sanac ecc». Per questo i nostri sindacati «oggi non possono esimersi da ricambiare la solidarietà è l'attenzione ricevuta nei momenti cruciali per moltissimi lavoratori e famiglie della nostra provincia che vedono in quello spazio un luogo di tutela dei nostri diritti».
Il Comune
Intanto il sindaco di Montignoso, Gianni Lorenzetti, fa sapere «di essere in attesa di una risposta da Anas per la convocazione di un tavolo». L’obiettivo è quello di avere l’immobile in comodato d’uso per poi affidarla a coloro che l’hanno gestita fino ad oggi. «Credo stiano studiando la formula per condere l’immobile - fa sapere - ma ancora non ho saputo niente».
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