Il racconto
Rissa in campo, parla uno degli squalificati: «Ero a 20 metri, è un’ingiustizia»
Il portiere del Pieve Fosciana Juniores tra i 15 stangati dal giudice sportivo
PIEVE FOSCIANA. Un ricorso scontato della società del Pieve Fosciana e del Camaiore contro la decisione del giudice sportivo di squalificare 15 calciatori e un dirigente per i fatti avvenuti al 36° del secondo tempo di Camaiore-Pieve Fosciana (Juniores Provinciali) del 15 febbraio.
C’è amarezza nel club garfagnino per una sanzione che viene ritenuta spropositata rispetto ai fatti che uno dei protagonisti, il portiere del Pieve Fosciana, Matteo Dini sul suo profilo Facebook racconta con una versione molto divergente rispetto a quanto riportato dal direttore di gara viareggino nel rapporto su cui il giudice sportivo è arrivato a “sentenziare” le squalifiche.
«Ci tengo a fare chiarezza su quanto accaduto sabato 15 febbraio nella partita del campionato Juniores tra Camaiore e Pieve Fosciana in quanto io ed altri circa 14 giocatori siamo stati squalificati fino al 21 marzo» è la premessa di Dini nel suo post. E poi passa a ricostruire quello che è successo sul campo da cui tutto è partito.
«A seguito di un parapiglia tra un mio compagno di squadra e un giocatore del Camaiore – scrive – tutte e due le panchine sono entrate in campo per allontanare i due giocatori. Ci tengo a precisare che non c’è stato alcun tipo di rissa o come viene definita nel bollettino Figc una violenta rissa generale. La sanzione inflitta dal giudice sportivo è totalmente assurda visto che io in prima persona ed altri miei compagni eravamo totalmente lontani dal parapiglia che si è creato. Appena sospeso il gioco per la situazione che si è creata sono andato a parlare con mio papà, che era fra l’altro con un genitore di un ragazzo del Camaiore, fuori dal recinto di gioco a circa 20/25 metri da tutto il resto dei giocatori e dell’arbitro. Spero vivamente che venga fatta giustizia a questa assurdità che macchia la nostra reputazione a livello di squadra e a livello personale».
In tanti si sono stretti attorno a Dini e ai ragazzi sanzionati per oltre un mese confidando in una riforma della sanzione. Il giudice sportivo sulla base di quanto scritto dall’arbitro ha stangato tutti quelli indicati dal direttore di gara con una formula standard priva di discernimento tra responsabilità reali o presunte: «Condotta violenta nei confronti di un calciatore avversario, connotata di particolari gravità tenuto che la stessa è stata perpetrata nell'ambito di una violenta rissa che ha determinato la sospensione e la consequenziale interruzione definitiva della gara da parte del direttore di gara».l
P.B.
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