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La tragedia

Lucca, Tony e l'ultima telefonata al fratello prima di morire nel piazzale della cartiera

di Gianni Parrini
Artan Kaja e il luogo della tragedia
Artan Kaja e il luogo della tragedia

Artan Kaja stava parlando al telefono poi la linea si è interrotta: la moglie è andata a cercarlo e l'ha trovato senza vita con una ferita alla testa

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Lucca L’ultima telefonata. È quella che Artan Kaja, il 52enne terzista deceduto nella sera di martedì 7 gennaio nel piazzale della Smurfit Kappa a Lunata, ha fatto al fratello poco prima di morire.

Le indagini

Il giorno dopo la tragedia che ha sconvolto una famiglia – la moglie Aurora e i due figli Manuel e Alessio – e i tanti amici che l’uomo si era fatto in anni di lavoro, proseguono gli accertamenti per chiarire le cause del decesso. L’ipotesi prevalente è che Artan, da tutti conosciuto come Tony, sia stato colpito da un malore poco dopo aver finito di lavorare. L’uomo era titolare di una piccola ditta di movimentazione merci, chiamata per l’appunto “Tony”, e da 30 anni prestava servizio alla Smurfit, dove si occupava di spostare i pianali di pallet a bordo del suo muletto.

La ricostruzione

Stando a quanto emerso dalle prime ricostruzioni, Artan aveva già parcheggiato il muletto nel ricovero che si trova tra le cataste di pallet, aveva chiuso il cancello ed era al telefono. «Parlava con mio zio – ha raccontato poco dopo il fatto uno dei figli dell’uomo, subito accorso sul luogo della tragedia – A un certo punto la comunicazione si è interrotta. Un malore? Possibile, anche se non aveva particolari problemi di salute». Saranno state all’incirca le 18-18,30. Non vedendolo tornare (la sua casa si trova a poche decine di metri dalla Smurfit, nelle vicinanze della pasticceria Buralli), la moglie Aurora ha cominciato a chiamarlo al telefono. Non ottenendo risposta, è andata a vedere di persona, dato che anche lei presta servizio allo stabilimento di Lunata. In mezzo al buio, ha trovato il corpo ormai senza vita del marito e subito ha chiamato aiuto. Il corpo di Artan era freddo e aveva una ferita alla testa. Per terra c’era una chiazza di sangue. Non ci sono testimonianze dirette e non è chiaro se in quella parte del piazzale ci siano delle telecamere di sicurezza che possano aver ripreso l’accaduto. Al momento, pertanto, l’ipotesi prevalente è che Artan sia stato colpito da un malore improvviso, probabilmente un infarto, e cadendo abbia sbattuto violentemente la testa provocandosi una ferita da cui è fuoriuscito del sangue.

Le cause della tragedia

Elementi che dovrà verificare la sostituta procuratrice Lucia Rugani, titolare del fascicolo, che nell’immediatezza del fatto è stata informata dai carabinieri. Come è prassi in casi di questo tipo, ieri sono stati fatti nuovi accertamenti sul luogo dell’incidente, ma non sono emersi elementi che facciano presupporre scenari diversi da quelli descritti. Al momento in cui scriviamo anche il luogo in cui è avvenuto il fatto non è posto sotto sequestro. In ogni caso, non appena avrà ricevuto gli atti, la sostituta procuratrice valuterà se disporre accertamenti sulla salma (autopsia o esame esterno), riscontri che potrebbero chiarire in maniera definitiva le cause della morte. La data dei funerali, pertanto, non è ancora definita dato che la salma resta a disposizione dell’autorità giudiziaria. Trattandosi di un probabile malore e non di un incidente sul lavoro, quest’oggi l’attività all’interno dello stabilimento di Lunata è proseguita normalmente, ma il dolore per la morte di Tony e le manifestazioni di solidarietà e affetto nei confronti della famiglia non sono mancate da parte dei colleghi.

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