Il Tirreno

Lucca

La storia

Femminicida ai domiciliari, la figlia della vittima: «Che giustizia è questa?»

di Gianni Parrini

	<strong>Geanini Batista sulla bara della mamma</strong>
Geanini Batista sulla bara della mamma

Barga, lo sfogo della donna al Tirreno: «Assurdo che a dieci mesi dal delitto l’assassino sia di nuovo a casa»

3 MINUTI DI LETTURA





BARGA. «Come può un assassino reo confesso uscire dalla porta principale del carcere in meno di 10 mesi. È assurdo. Io e la mia famiglia siamo indignati». A parlare da Recife, Brasile, è Geanini Batista, 35enne figlia di Maria Ferreira Batista, la 51enne uccisa per strada con quattro pugnalate dal marito, Vittorio Pescaglini, davanti all’hotel Gorizia, a Fornaci di Barga. Era il 26 febbraio 2024.

Neanche un anno dopo il femminicida è di nuovo nella casa di Fabbriche di Vergemoli, agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Un’attenuazione della carcerazione preventiva disposta dal giudice delle indagini preliminari in attesa del processo. Una decisione presa sulla base dell’istanza presentata dall’avvocato Gianmarco Romanini, legale di Pescaglini, nella quale è stata evidenziata non solo la piena collaborazione del 55enne subito dopo il delitto, ma anche la sua condotta durante il periodo di detenzione al San Giorgio. Ma una decisione che, per quanto legittima, suscita lo sdegno della figlia Maria, che contattata dal Tirreno manifesta la sua indignazione nel vedere l’assassino della madre di nuovo a casa per le festività di Natale, a neanche un anno dal brutale femminicidio.

«Una cosa del genere non l'ho mai vista nemmeno qui in Brasile. Che leggi sono queste? – chiede Geanini – Se confessi un delitto ma poi ti comporti bene in carcere e te ne stai assorto come se fossi pentito, allora ti rimandano a casa. Assurdo. Mia madre non tornerà. Quell’uomo deve pagare, restare in carcere e non uscire mai più per la barbarie che ha commesso, togliendo la vita a mia madre senza alcuna pietà».

Geanini ricorda con dolore la madre, che non vedeva da anni visto che lei vive in Brasile. Una lontananza soltanto fisica, perché le due si sentivano quasi quotidianamente al telefono e su Whatsapp. L’ultima volta appena 48 ore prima del delitto. «Quell’uomo – dice Geanini senza mai pronunciare il nome di Pescaglini – ha ucciso i sogni di mia madre. Le ha impedito per sempre di abbracciare i suoi nipoti: Luiz, figlio di mio fratello Mayke, e Thayná, mia figlia. Era una persona meravigliosa. Ritrovarla dopo tanti anni, nel peggiore dei modi, ovvero chiusa in una bara, per me è stato tremendo».

Il riferimento è al giorno del funerale. Dopo la tragedia, Geanini è venuta in Italia per dare l’ultimo saluto alla madre durante le esequie, che si sono svolte il 13 marzo alla chiesa di Fornaci di Barga. L’immagine di lei in lacrime sulla bara ha toccato tutti i presenti. «Ha perso la vita a causa di un criminale – conclude Geanini –. Non credo che sia pentito, per me sono solo chiacchiere. È una persona fredda, calcolatrice e pericolosa. Io e mio fratello ci costituiremo come parte civile al processo, siamo esausti e chiediamo giustizia per Maria e per tutte le donne uccise».


 

Primo piano
La tragedia

Barberino, precipita dal mezzo elettrico e muore a 49 anni

Sportello legale