Tentato omicidio a Lucca, i due minorenni vanno in carcere. Le scuse del 16enne
Il 16enne al giudice: «Chiedo scusa, sono pentito». E si informa sulle condizioni di Mario Livi
LUCCA. Il giudice ha convalidato il fermo dei due minorenni accusati di aver accoltellato un 62enne lunedì a Massa Pisana dopo un rimprovero. E per entrambi ha disposto la custodia cautelare in carcere per il reato di tentato omicidio accogliendo le richieste dell’accusa dal reato ipotizzato alla misura cautelare.
Arriva poco prima delle tre del pomeriggio di venerdì 29 novembre la decisione del gip del Tribunale per i minorenni di Firenze nei confronti del 15enne e del 16enne, di Lucca, fermati dai carabinieri poche ore dopo l’aggressione finita nel sangue. Il procuratore capo Roberta Pieri aveva chiesto la misura cautelare del carcere, mentre i difensori degli indagati avevano invocato una misura meno afflittiva, dai domiciliari alla comunità.
«Chiedo scusa»
«Sono dispiaciuto, chiedo scusa». Il 16enne lucchese arrestato con l’amico 15enne, quello che è l’autore materiale delle coltellate al 62enne Mario Livi, si è mostrato pentito davanti al giudice per quello che è accaduto in via del Pino e Casacce.
Nelle dichiarazioni rese nel corso dell’udienza, il 16enne oltre a rinnegare quei minuti di follia ha chiesto informazioni sulle condizioni di salute del dirigente d’azienda che nel frattempo è uscito dalla terapia intensiva e, sciolta la prognosi, si trova in reparto. Le due coltellate gli avevano lesionato il fegato e perforato lo stomaco. L’équipe chirurgica del San Luca lo aveva operato d’urgenza salvandogli la vita.
Le immagini
Agli atti di indagini ci sono un video e i relativi fotogrammi della sequenza durante la quale si vedono i due ragazzi prima spaccare la staccionata, poi litigare con Livi e Giovanni Paoli, il vicino di casa del manager, usciti per capire cosa stesse succedendo e, quindi, il 15enne affondare il coltello nell’addome del 62enne. «Sembravano due cazzotti» ha ripetuto l’amico Paoli salvo poi rendersi conto della ferita quando Livi gli ha mostrato la camicia intrisa di sangue. Sul fatto in sé e la responsabilità delle azioni dei due amici che vivono a poche centinaia di metri di distanza alla periferia cittadina non ci sono dubbi. Quello che sarà il tema per le difese (avvocato Nicola Frezza per il 15enne, i legali Marco Meoli e Salvatore Grillo per il 16enne) riguarderà l’ipotesi di reato contestate ai due indagati. Oltre al tentato omicidio i due devono difendersi anche dall’accusa di porto di armi e oggetti atti ad offendere. Livi, “colpevole” di aver rimproverato i due ragazzi dopo averli visti sfasciare una staccionata, non è più in pericolo di vita. A vedere il coltello usato per colpirlo in una sequenza di due colpi sferrati all’improvviso si pensa a un mezzo miracolo. Un’arma bianca di 20 centimetri di cui 10 di lama usata per ferire l’uomo non a una gamba, ma in una zona con organi vitali.
Il fermo
Dopo l’aggressione in via del Pino e Cortacce nella campagna di Massa Pisana, i due ragazzi erano fuggiti. Ma non erano andati a casa. I carabinieri del nucleo radiomobile e quelli di San Lorenzo a Vaccoli e San Concordio li avevano trovati a casa di un’amica. Nella fuga erano andati fino alla frazione di Guamo, nell’area industriale di Capannori. E qui avevano abbandonato in via di Vorno il coltello cercando di occultarlo con del fogliame.
© RIPRODUZIONE RISERVATA